Top e Flop, i protagonisti del giorno: lunedì 16 agosto 2021

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di lunedì 16 agosto 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

Top e Flop. I fatti ed i protagonisti di lunedì 16 agosto 2021. Per capire cosa è accaduto e cosa ci attende nelle prossime ore

TOP

MATTEO RENZI

Matteo Renzi (Foto: Saverio De Giglio / Imagoeconomica)

Nel giro di poche ore è riuscito a mandare tre messaggi politici uno più forte dell’altro. Intanto ha spiegato che a suo giudizio il presidente Usa Joe Biden ha sbagliato a proposito della exit strategy sull’Afghanistan, perché non si può dare nemmeno la sensazione di trattare con i Talebani. Unico in Occidente. E poi venti anni di guerra a quel regime devono avere sempre un senso.

Sul piano interno ha ribadito che la priorità è far lavorare tranquillamente il Governo Draghi, non alimentando polemiche. E che per questo Italia Viva non voterà mai alcuna sfiducia a Claudio Durigon, sottosegretario al Mef. (Leggi qui Ecco perché Renzi non voterà la sfiducia a Durigon).

Ma il vero capolavoro lo ha fatto nel corso di un’intervista con un giornalista Sky per la presentazione del suo libro, Controcorrente. Questa la rasoiata di Renzi: “Amici europei mi hanno detto questo: quando parla Mario Draghi prendiamo appunti, quando parlava Giuseppe Conte prendevamo il caffè”.

Tremendissimo.

CARLO CALENDA

Carlo Calenda (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Ha preso in contropiede tutti con la sua piazza Sì Vax, convocata per un giorno altamente simbolico come l’11 settembre. Ha esteso l’invito alla sindaca Virginia Raggi, che naturalmente declinerà.

Poi ha fatto al stessa cosa con i vertici del Pd, Enrico Letta, Nicola Zingaretti e Roberto Gualtieri. Nessuno dei tre parteciperà, perché l’11 settembre la campagna elettorale di Roma sarà nel vivo.

Per quanto riguarda il centrodestra di Enrico Michetti, è chiaro che non serviva neppure l’invito. Nessuno lo avrebbe letto. Ma in questo modo, in una campagna elettorale che a Roma non può che svilupparsi pure su grandi tematiche, Carlo Calenda tiene la barra dritta sulla politica. Sta creando scompiglio da mesi.

Carlo Calenda sa che difficilmente sarà lui ad arrivare al ballottaggio, ma sa pure che il risultato nella Capitale lo proietterà nel panorama nazionale.

Lucidissimo.

FLOP

LUIGI DI MAIO

Farsi fotografare in spiaggia a colloquio con Francesco Boccia e Michele Emiliano, è stato un errore imperdonabile sul piano della “comunicazione” per un fuoriclasse di stampo democristiano come il ministro degli esteri Luigi Di Maio.

Tutti i in compagnia delle gentili signore. Ma proprio in quelle ore (parliamo di domenica scorsa) a Kabul stava infuriando la bufera. Con il personale diplomatico di tutte le ambasciate occidentali impegnato ad evacuare (l’Italia lo ha fatto per prima). E con la popolazione afgana disperata per l’’arrivo dei Talebani dopo venti anni.

Le scene della gente attaccata ai carrelli e alle ruote dell’aeroporto rimarranno nella memoria. Il ministro degli esteri Luigi Di Maio in quelle ore non poteva che essere alla Farnesina a coordinare le operazioni. Intendiamoci: lo ha fatto ed anche bene. Così come sta partecipando da protagonista alle riunioni a distanza dei Paesi occidentali. Ma in quel momento tutto poteva fare meno che farsi fotografare in costume in spiaggia.

Leggerezza imperdonabile.

GIANCARLO GIORGETTI

Giancarlo Giorgetti (Foto: Imagoeconomica, Benvegnu’ Guaitoli)

È lui l’uomo forte della Lega nel Governo Draghi. Ma è anche il numero due di Matteo Salvini nel Partito della Lega. E in questa veste forse dovrebbe avere una visione diversa. Certamente il sottosegretario al Mef Claudio Durigon ha sbagliato con quei riferimenti ad Arnaldo Mussolini per quanto riguarda il Parco di Latina. Soprattutto perché quel Parco è intitolato alla memoria dei giudici antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ma nella Lega è scattata anche la corsa al toto-sostituto qualora Durigon dovesse essere costretto alle dimissioni.

Non necessariamente soltanto dall’approvazione di una mozione di sfiducia. Circola soprattutto il nome di Massimo Bitonci. Con Durigon fuori dal Governo, la Lega sarebbe molto sbilanciata sul piano nazionale. Tutto all’area nordista, niente a quelle del centro Italia. Senza dimenticare che Claudio Durigon potrebbe correre per la presidenza della Regione.

Ma in questo modo sarebbe impossibile. E si aprirebbe la strada al dominio di Fratelli d’Italia nel centrosud. Ad ogni livello. Uno come Giancarlo Giorgetti dovrebbe porsi un problema del genere, Invece no.

Troppa gestione del potere e poca strategia.