Giovanni Toti e Nicola Ottaviani: primi mattoni del Partito dei Sindaci

Il governatore della Liguria esterna la sua delusione verso Forza Italia. Esprimendo gli stessi concetti utilizzati dal sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani. Appare più chiaro ora il disegno del Partito dei Sindaci. Smontare e riassemblare Forza Italia. Per evitare che scompaia.

Adesso è tutto più chiaro. Ora che il governatore della Liguria Giovanni Toti ha parlato, anche il progetto del sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani è più chiaro.

 

Forza Italia è un progetto in via di esaurimento, su un binario che ha come unica destinazione il capolinea. E teste come quelle del Governatore e del Sindaco non hanno intenzione di scendere alla stazione, fermarsi ai giardinetti per trascorrere il tempo a leggere il giornale, guardare qualcun altro governare il Paese.

 

A Davide Allegranti, su Il Foglio in edicola questa mattina Giovanni Toti ha spiegato tutta la sua delusione.

Toti è deluso da Forza Italia, “e mi dispiace perché è il mio partito di riferimento ancorché io partecipi molto poco alla vita di partito. Anche perché la vita di partito andrebbe trovata, è piuttosto clandestina. Non so chi decida, non so dove si decida, non so con quale meccanismo. Ma spesso le decisioni sono sbagliate e quando un prodotto esce male dalla catena di montaggio o è sbagliato il progetto o è sbagliato la catena di montaggio o è sbagliato chi ci lavora a quella catena di montaggio, oppure c’è un boicottatore.

Siccome alla teoria del complotto e del boicottatore non ci ho mai creduto, penso che Forza Italia andrebbe smontata. Dovremmo decidere quale classe dirigente ha e se questa classe dirigente è davvero in grado di portare la responsabilità di rifondare l’area moderata della nostra coalizione.

Dovremmo chiederci su quale base è stata scelta questa classe dirigente negli anni, su quale base la vogliamo scegliere per il futuro, chi parla a nome di quel partito e perché lo fa.

Siamo una democrazia rappresentativa, uno straccio di delega bisognerà pur averla. Sei un sindaco? Ti hanno votato i cittadini; sei un governatore? Ti hanno votato i cittadini della tua Regione. Ti sei mai presentato come capo classe oppure ti hanno dato un collegio, te l’hanno cucito addosso e hanno detto ai cittadini, scegli il meno peggio? Perché le ultime elezioni sono andate così: scegliete il meno peggio”.

 

È lo stesso identico concetto espresso da Nicola Ottaviani ad Alessioporcu.it durante la festa regionale della Lega a Latina. Da dove il sindaco ha mandato un segnale dirompente a Forza Italia: salendo sul palco di quello che è il nemico di fatto. Al quale mezza forza Italia non vuole arrendersi. E l’altra metà non vede l’ora di dissolvercisi. (leggi qui Nicola Ottaviani sale sul palco della Lega: per mandare in soffitta Forza Italia)

Anche Nicola Ottaviani, come Giovanni Toti, vuole “smontare il Partito”. E rimontarlo in modo diverso. Ma usando le istruzioni Ikea scritte da Silvio Berlusconi nel ’94 quando assemblò la prima Forza Italia. partendo dagli stessi principi politici. Ma con un’organizzazione diversa: fine del Partito azienda. Per dare vita ad un partito Politico vero.

 

Ci sono elementi precisi che fanno escludere in maniera decisa la possibilità che Nicola Ottaviani possa realizzare davvero il suo ‘Partito dei Sindaci’ (leggi qui Dove vuole arrivare Nicola Ottaviani). Le domande più logiche, che smontano la teoria del Partito sono: dove  sono i sindaci? E se alle prossime elezioni già non ci sono più? I soldi dove li prendi?

La chiave di lettura proposta da Giovanni Toti invece fa capire che la prospettiva di Nicola Ottaviani appare incomprensibile perché la si guarda dal lato sbagliato.

Il ‘Partito dei Sindaci’ che intende realizzare Ottaviani è molto simile a ciò che ha in mente il Governatore della Liguria. Che – tanto per ricordarlo – per un periodo è stato l’erede designato di Berlusconi: uno dei tanti cannibalizzati dal Cav. usato per far credere che potesse mettersi da parte.

 

Toti mette a nudo il problema.

“C’è un tema di collocazione politica e un tema di selezione della classe dirigente. Il problema non è se è inadeguata la classe dirigente di oggi, e certamente in parte lo è, ma come la si sceglie da oggi ai prossimi 30 anni.

Se anche oggi per un decreto divino la scegliessimo per cooptazione nessuno ci garantisce che domani o dopodomani o tra un anno sarà ancora la migliore.

E invece con un meccanismo meritocratico di selezione della classe dirigente, le cose sarebbero diverse.

In questo paese l’ascensore sociale è la cosa più menzionata e la più trovata guasta dagli italiani. In Italia non c’è in nessuna organizzazione, men che meno in politica. Quindi la nostra classe dirigente occupa un posto e cerca di tenerlo”.

 

Ottaviani, che è un avvocato, ama la retorica forense, ci sguazza dentro come una Federica Pellegrini in piscina ma senza tette e capelli, ha usato una frase più ad effetto per colpire la corte. ha parlato di soubrette della politica.

È la stessa cosa che sostiene Toti.

Il partito dei Sindaci, visto da questa angolazione, sembra molto meno utopia.

 

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