Tra Conte e Renzi non resta che Mattarella. E forse Franceschini

Crisi di governo a un passo, ma nessuno vuole andare al voto davvero. Nicola Zingaretti vuole fermare l’ex Rottamatore, i “responsabili” si preparano, il ministro della cultura pure. In attesa del solito colpo di teatro che salva tutto.

A grandi passi verso la crisi di governo. Anche se in realtà nessuno si meraviglierebbe del solito colpo di teatro che alla fine evita quello che tutti temono davvero: le elezioni anticipate. Eppure pensare di andare avanti in questo modo è impossibile.

Giuseppe Conte

Nicola Zingaretti, segretario del Partito Democratico, ha detto che in realtà Matteo Renzi vuole fare come con Enrico Letta (“Enrico stai sereno”) e che quindi va fermato. Matteo Renzi però in queste ultime ore ha rilanciato su tutti i fronti. Al Movimento Cinque Stelle ha fatto sapere che sulla prescrizione non si adeguerà e che l’idea di sfiduciare il ministro Alfonso Bonafede non è tramontata. A Conte ha detto che se l’intenzione è quella di sostituirlo con gruppi di “responsabili” di provenienza varia, lui non vede l’ora di aiutarlo. Resta da vedere se il leader di Italia Viva andrà fino in fondo: i suoi ministri hanno disertato la riunione dell’esecutivo, il clima è surriscaldato, la tensione si taglia a fette.

Giuseppe Conte ha parlato di opposizione maleducata, ha usato il solito gergo calcistico “inventato” da Silvio Berlusconi nel 1994, quindi ha telefonato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E secondo autorevoli indiscrezioni avrebbe chiesto al Colle, nel caso di crisi, elezioni anticipate non prima dell’autunno. «Consueta conversazione», sottolineano al Quirinale, nonostante la telefonata avvenga nel pieno del braccio di ferro tra il Presidente del Consiglio ed il leader di una delle forze della sua maggioranza. 

Avvitamento carpiato

Ma se per Matteo Renzi è complicato (ma non impossibile) votare con l’opposizione di centrodestra, per Nicola Zingaretti e i Cinque Stelle sarebbe un vero e proprio “avvitamento carpiato” accettare il sostegno di eventuali fuoriusciti dal centrodestra. Fra le altre cose Mara Carfagna (Forza Italia) ha sottolineato come per chi viene da un Partito come gli “azzurri” sostenere un Governo che vuole riformare la prescrizione in questo modo significherebbe rinnegare tutto.

Sergio Mattarella

La Lega di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni attendono di capire come potrà evolversi la situazione. Il Movimento Cinque Stelle, che in ogni caso resta il Partito di maggioranza in Parlamento, è alle prese con una fortissima crisi di identità politica. Toccherà ancora a Sergio Mattarella provare a risolvere una situazione complicatissima. Non si esclude nessuno scenario, neppure quello della sostituzione del presidente del consiglio. Dicono che Dario Franceschini e Roberto Gualtieri siano già pronti.