Tra Sant’Elena e Waterloo: Abbruzzese benedice la grande fuga

Dovrà continuare a convivere con Claudio Fazzone. Non rimpiange Nicola Ottaviani. Giura di avere proposto un incarico a Piacentini. Mario Abbruzzese si prepara a prendersi Forza Italia. Dopo un Annus Horribilis.

Il suo Annus Horribilis è iniziato esattamente un anno fa, con le elezioni Politiche perse per una manciata di voti nonostante avesse praticamente in tasca le chiavi per entrare a Montecitorio. Mario Abbruzzese da allora ha dovuto incassare la sconfitta del suo uomo alle elezioni Provinciali e la caduta dell’amministrazione comunale di Cassino che con tanta fatica aveva costruito. Ora l’anno maledetto è quasi alle spalle. E lui si prepara già a regolare i conti con la Sorte. Non lascerà Forza Italia. Ha lasciato che fossero gli altri ad andare via. Sa che le mode durano molto poco in politica: in genere fino all’arrivo della prima serie di cartelle e bollette inviate dai nuovi governatori. Ci siamo quasi.

Onorevole Abbruzzese, ha letto? Claudio Fazzone non se ne vada da Forza Italia.

Mi fa piacere, è una grande risorsa per il Partito. (leggi qui La scelta di Fazzone: “Non lascio Forza Italia, la cambio dall’interno”)

Ma lei non voleva sfilargli la poltrona da Coordinatore Regionale?

Questa è una vostra illazione, del tutto infondata.

A pensare si fa peccato, però ci si indovina

Non mi sembra il caso di scomodare Giulio Andreotti, restiamo con i piedi per terra.

Non c’è lei dietro alla lettera dei tre consiglieri regionali che un mese fa chiedevano la testa del coordinatore Fazzone?

In Regione Lazio i consiglieri di Forza Italia ragionano benissimo con la testa loro, non hanno bisogno della mia. Che oltretutto non ha alcun ruolo politico nel Gruppo e se mi intromettessi sarebbe una mancanza di tatto davvero imperdonabile.

Però ammetterà che con il Coordinatore Fazzone c’è sempre stata una… vogliamo chiamarla ‘dialettica intensa’?

Se anche fosse, ben venga: vi lamentate sempre che Forza Italia è un Partito azienda, nel quale non c’è dibattito. Se io e Fazzone ci confrontiamo è un segno di vitalità del Partito.

Però questa volta vi trovate d’accordo

Entrambi stiamo chiedendo la stessa cosa a Forza Italia: sbloccarsi e adeguarsi ai tempi. Il Partito ad un certo punto è come se fosse entrato in stand by e non avesse continuato ad evolversi mantenendo il passo con il mondo che gli cambiava intorno.

In sostanza?

In sostanza c’è stato un tempo nel quale occorrevano decisioni smart, tempi quasi aziendali nel governare i processi interni. E in quel periodo andava bene che le decisioni venissero prese dai vertici. Il Paese ha continuato ad evolversi mentre noi siamo entrati in una sorta di freeze: è tornata la voglia di partecipazione attiva alla vita politica. E agli attivisti va riconosciuto il merito del loro impegno. Ha ragione Fazzone quando dice che il Partito deve cambiare, riconoscere il ruolo dei territori, l’impegno di chi sta a contatto con la gente e crea consenso. Quelle persone vanno valorizzate, dandogli la possibilità di salire nella gerarchia del Partito e continuare a cambiarlo. Mi fa piacere che ora se ne sia accorto.

Non la convince la versione riformista di Fazzone?

Nulla di personale: ma se vogliamo un Partito scalabile e basato sui voti ed il consenso, come dice lui, anche la carica di coordinatore regionale è tra quelle che deve essere elettiva.

Pensa che dietro la caduta di D’Alessandro ci sia lo zampino di Fazzone?

Se così fosse sarebbe gravissimo, avere determinato la caduta di un’amministrazione guidata da Forza Italia. Oltretutto senza avere un progetto politico alternativo pronto. No, non posso credere una cosa del genere.

Però i dissidenti si confrontavano quotidianamente con Fazzone.

Spero che li abbia consigliati bene, se è così.

Fazzone dice che a proposito di Cassino, tutti potevano fare di più per evitare la caduta di D’Alessandro… Si riferisce a lei quando dice ‘tutti’?

Si è probabile: ma io sono quello che aveva meno interesse di tutti a far cadere questa amministrazione. Se non ricordo male, anche lui è venuto a Cassino per rimettere a posto le cose. Visti i risultati, forse si riferisce anche a sé stesso quando dice che ‘tutti‘ potevano fare di più.

Ora come se ne esce?

Da cosa?

Dal freeze in cui sta il Partito

Non dipende da me. Il mio contributo l’ho fornito. Occorre un Partito che coinvolga, che sia capace di tenere tutti dentro. Poi ci si conta e chi ha più numeri ha la maggioranza: è la democrazia. Può non piacere ma funziona così. Altrimenti ha ragione Fazzone non si va da nessuna parte. O si cambia o il futuro non è più Forza Italia. Anzi, mi correggo: il futuro non è questa Forza Italia.

È per questo che Nicola Ottaviani se n’è andato: quanto le dispiace?

Immensamente. Perché ho sempre detto e sono convinto che Nicola sia il migliore sindaco di Forza Italia a livello nazionale. Ma le battaglie si fanno dall’interno.

Piacentini si è dimesso da Coordinatore Provinciale

Comprendo l’amarezza ma il Partito deve cambiare. Adriano ha una grande esperienza ed il suo lavoro va riconosciuto. Per questo con Pasquale Ciacciarelli gli abbiamo proposto di rimanere in Forza Italia e fare il leader del partito a Frosinone, con il ruolo di coordinatore.

E lui cosa dice?

Non abbiamo avuto risposta. Ci starà pensando.

Il Congresso sarà una formalità, Piacentini lo ha definito ‘Il congresso del nulla’

E sbaglia. Il congresso è un grande momento di democrazia interna. Io ho fatto le tessere, pure lui mi risulta che ne abbia fatte. Qualcuna l’ha fatta…

Il Coordinatore sarà il ‘suo’ Tommaso Ciccone

Il Coordinatore Provinciale sarà colui che verrà democraticamente eletto dal congresso. Se vogliamo essere un Partito che rappresenta la gente dobbiamo iniziare ad accettare le regole del confronto democratico.

Anche Iannarilli se n’è andato

Vale lo stesso ragionamento fatto per Ottaviani.

Non c’è più neanche l’ex vice coordinatore Alessia Savo.

Ho sentito che è andata nella Lega… Sta ancora nella Lega, vero?

A Cassino i dissidenti devono essere espulsi?

C’è una richiesta presentata da venti tra sindaci, amministratori locali, dirigenti. Se ne occuperà il Partito. Non io. Ho detto che non mi occupo di Cassino: lo ha scritto il suo sito, se n’è già dimenticato? (leggi qui Mario Abbruzzese molla: «Sindaco e alleanze? Non sono più materia mia»)

Il centrodestra deve ripartire da D’Alessandro?

Carlo Maria è stato un sindaco generosissimo. Ed ha pagato per il suo eccesso di generosità. Meriterebbe non solo la ricandidatura ma anche la rielezione. Oggi però è un momento storico diverso da tre anni fa e deve essere il centrodestra a dire se ancora oggi Carlo è la sintesi giusta.

Il centrodestra tornerà unito a Cassino?

Quando ci sono stato io l’unità è stata costruita ed il sindaco è stato eletto contro tutte le previsioni. Anzi, quasi tutte: solo il vostro direttore indovinò il risultato ed anche la percentuale con cui Carlo poi è stato eletto.

A lei piacerebbe fare il sindaco…

A chiunque fa politica piacerebbe fare il sindaco. Ma… mi rifaccio alla conclusione della sua analisi fatta questa mattina (leggi qui L’irresistibile tentazione di Abbruzzese per la fascia tricolore) ci sono momenti in cui determinate cose si possono fare. E momenti in cui le stesse cose vanno evitaste nella maniera più assoluta. Esattamente per quei motivi non prenderò assolutamente in considerazione un’ipotesi di candidatura. Ma non posso nascondere che per senso del servizio per la collettività mi piacerebbe.

Il sindaco no… E le Europee?

Il nostro candidato è Antonio Tajani e partiamo da questo presupposto. Poi è innegabile che un segnale vada dato al territorio: se Nicola Ottaviani va via occorre tenere uniti gli elettori e dargli un motivo in più per votare Forza Italia. Se io posso essere quel motivo, per spirito di servizio sarei disposto.