La trappola di Silvio, la ragnatela di Nicola, le strategie di Ottaviani e Pompeo

L'apertura di Silvio Berlusconi al M5S è una trappola mortale. Nella quale soffocare i grillini. Intanto Nicola Zingaretti tesse la sua tela per il Pd. Mentre Antonio Pompeo in vista delle Provinciali...

L’apertura di Silvio Berlusconi ad un governo di scopo con i Cinque Stelle è una “trappola” politica e lo sanno tutti.

Lo sa Luigi Di Maio, il quale ha ben presente che in questo caso la base pentastellata non gradirebebbe, Davide Casaleggio si disimpegnerebbe, Beppe Grillo rinuncerebbe perfino agli spettacoli teatrali.

Esistono dei limiti. Berlusconi ha definito incompetenti i Cinque Stelle, facendo tutta una campagna elettorale contro di loro. Grillo non è mai stato tenero con l’ex Cavaliere. Il piano del leader di Forza Italia è quello di un “abbraccio mortale” nei confronti di Di Maio ma forse anche di Salvini. Un conto saranno le presidenze di Camera e Senato, altro conto il governo del Paese.

Intanto alla Regione Lazio Nicola Zingaretti, l’uomo forte del Pd, ha messo in moto la macchina per arrivare ad un laboratorio politico con i Cinque Stelle. Prima il disgelo con Virginia Raggi, sindaca di Roma (leggi qui Zingaretti – Raggi è disgelo: vertice positivo in Campidoglio), poi l’apertura di Roberta Lombardi su base programmatica proprio alla Regione Lazio (leggi qui Il M5S non sfiducerà Zingaretti).

Se Zingaretti dovesse riuscire a portare a casa perfino tale risultato, allora i renziani dovrebbero prendere atto anche di questo. Considerando che Dario Franceschini ha fatto capire che la soluzione aventiniana non lo convince affatto.

In provincia di Frosinone il presidente della Provincia Antonio Pompeo potrebbe cercare di dar vita ad un laboratorio con i Cinque Stelle in occasione delle prossime provinciali. Lo scenario che abbiamo anticipato ieri è reale. (leggi qui l’anticipazione su Alessioporcu.it Se fosse Pompeo ad ‘aprire’ ai Cinque Stelle alle Provinciali?) Il Partito Democratico ha la necessità di riorganizzarsi pure in provincia. Il punto fermo è la componente di Francesco De Angelis, per il momento ancora nell’area orfiniana. Però la nomina a capogruppo del Pd regionale di Mauro Buschini (leggi qui Giunta, tutti gli uomini di Zingaretti. Buschini: capogruppo del Pd) potrebbe rappresentare un segnale di riavvicinamento forte a Nicola Zingaretti.

Nel centrodestra il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani è alle prese con qualche fibrillazione importante all’interno della sua maggioranza. L’assessore ai servizi sociali Massimiliano Tagliaferri minaccia le dimissioni se non sarà previsto e votato un apposito emendamento per la copertura del capitolo dei servizi sociali per tutto il 2018. Lo strappo di Tagliaferri avrebbe delle conseguenze. (leggi qui Ottaviani-Tagliaferri: il gioco si fa duro. Crisi dietro l’angolo)

Insomma, il Pd si sta riorganizzando sotto la regia di Zingaretti, Forza Italia prova ad arginare i Cinque Stelle con le strategie di Berlusconi, mentre la Lega vuole recitare un ruolo pure in provincia di Frosinone.

Ne vedremo delle belle.

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