La conta dei voti per capire se è rinascita o facciata (di C. Trento)

È il giorno di Nicola Zingaretti: se non partirà dalla definizione del perimetro degli errori che hanno portato il Pd dov'è oggi, non sarà ripartenza vera. Nel centrodestra solo la conta dei voti dirà quanto siano vere le adunanze oceaniche di Tommaso Ciccone

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

La Lega alle elezioni politiche del 4 marzo scorso è arrivata terza. Alla Camera ha ottenuto il 17,4%, contro il 32,7% del Movimento Cinque Stelle e il 18,7% del Pd. Poi Matteo Salvini ha dominato e stravinto il dopo elezioni, diventando l’uomo forte della politica italiana nei mesi successivi alla formazione del governo. A dimostrazione che sono le scelte nei momenti topici a fare davvero la differenza.

Nicola Zingaretti in queste ore è protagonista della due giorni di Piazza Grande a Roma: la sfida per la segreteria nazionale sarà lunga e impegnativa, indipendentemente da quanti e quali saranno gli avversari.

Ma il Partito Democratico deve fare i conti con quanto successo negli ultimi sette mesi. Dopo una sconfitta epocale, mai subita prima dalla sinistra italiana, il Pd è franato nel dopo elezioni, quello dominato dal Carroccio. Chiudendo ogni spiraglio di coinvolgimento nell’esecutivo.

Perfino dopo che la delegazione guidata da Maurizio Martina aveva aperto alla possibilità tratteggiata dal presidente della Camera Roberto Fico. È bastato un affondo di Matteo Renzi nella trasmissione di Fabio Fazio per colpire e affondare l’operazione. Il risultato è stato il governo gialloverde che, piaccia o non piaccia, continua a volare nei sondaggi e nel gradimento degli italiani. Intorno al 60%.

Il Pd, già sconfitto alle elezioni, è diventato irrilevante. L’analisi di Nicola Zingaretti non può non partire da questo. Perché naturalmente le priorità tematiche, le alleanze, il coinvolgimento dei giovani sono elementi fondamentali. Ma se il Pd non ammette i tanti sbagli commessi negli ultimi anni, individuando le responsabilità politiche con nomi e cognomi, sarà difficile riallacciare il filo.

Ci sarà un motivo per il quale milioni di elettori hanno considerato altre opzioni: dal Movimento Cinque Stelle allo stare a casa. “Il tempo per provarci è adesso, perché il domani appartiene a chi ha il coraggio di inventarlo”: . questo il leit motiv di Zingaretti.

Però adesso i tempi vanno serrati. E questa è. l’ora delle scelte nette e forti. Anche sul piano della comunicazione.

 

Quel confine tra la recita e il ventre a terra

Stiamo assistendo a presentazioni e incontri a raffica da parte dei due candidati alla presidenza della Provincia.

Un’elezione di secondo livello, lontanissima dalla percezione della gente normale. Decisiva però per gli addetti ai lavori: sindaci, consiglieri comunali e leader politici.

Sui rispettivi palchi ci sono tutti, anche se distratti dai telefonini. Perché nell’era dei social è impossibile pensare di non rispondere in tempo reale a qualunque messaggio.

Antonio Pompeo confida nel bis, mentre Tommaso Ciccone vuole giocarsela fino in fondo. Soltanto il 31 ottobre sapremo se quelle andate in onda in questi giorni erano vere mobilitazioni politiche o semplici recite.

Ancora di più lo verificheremo a gennaio, quando tutti i Partiti conteranno i voti ponderati per eleggere i consiglieri. La differenza con le preferenze che prenderanno i candidati alla presidenza definirà i confini tra l’altare e la polvere. E svelerà chi ha combattuto ventre a terra e chi invece si è limitato ad una semplice sfilata.

Per il resto, come al solito, a queste adunate oceaniche ci sono più partecipanti che voti ponderati. Ma perfino questo fa parte del circo della politica. Quasi del gossip degli ancora troppi personaggi in cerca d’autore.

 

Sintomi di risveglio che vanno colti e messi a… sistema

Il Polo logistico del freddo a Ferentino è una novità importante, che questo territorio non deve sottovalutare. Non soltanto perché rappresenter. la struttura pi. imponente dell’intero Centrosud in Italia.

Si tratta di un esempio che “si può fare”, che la Ciociaria può essere attrattiva se il minimo comun denominatore è il Lavoro. Quello con la L maiuscola, quello declinato da multinazionali o joint venture di primo livello.

Ma in provincia di Frosinone ci sono anche altre realtà da considerare: il chimico-farmaceutico per esempio. Oppure gli stabilimenti del gruppo Leonardo, coinvolti nella gara per la fornitura di elicotteri all’aviazione militare Usa. Ma ci sono pure altri segnali di risveglio nell’area industriale del nord della provincia.

Comunque vada, il 22 ottobre ci saranno risposte positive per la reindustrializzazione dell’area ex Videocon. Gli anni della crisi hanno devastato il tessuto produttivo ed occupazionale di questa provincia. Ora ci sono esempi che la tendenza si può invertire. Ma dobbiamo innanzitutto smetterla di piangerci addosso e di delegare sempre ad altri le coordinate della ripresa economica.

Proviamoci per conto nostro, mettendo in campo impegno, competenze e capacità di programmazione. Magari tutti insieme. Questa sì che sarebbe una novità.

 

Sul ponte sventola bandiera bianca

Mercoledì prossimo iniziano le operazioni di smontaggio del ponte Bailey, per consentire alla Regione Lazio di completare i lavori di bonifica del versante franato. Parliamo del viadotto Biondi. L’Amministrazione Comunale ha individuato un piano di mobilità alternativo, ma è facile prevedere che il traffico cittadino subirà dei pesanti contraccolpi comunque.

Si tratta di un collegamento strategico, tra la parte alta e quella bassa del capoluogo. L’intervento dovrebbe esaurirsi in tre o quattro mesi. C’è da augurarselo. Perché la frana ci fu nel marzo del 2013. Quindi, se tutto filerà liscio, si riaprirà a ridosso del sesto anniversario. Tempi biblici, insopportabili per qualunque comunità.

Non è l’unico caso e neppure sarà l’ultimo. Basta soffermarsi sulla strada a servizio del settore ospiti di un gioiellino come lo stadio Benito Stirpe. Eppure nel Paese non si fa che parlare di infrastrutture, di sicurezza, di manutenzione delle strade, dei ponti e degli edifici scolastici. La realtà invece è ben diversa, quando va bene. Perché poi ci sono pure casi nei quali un’opera non vede mai la luce. Come l’Interporto per esempio.

Ecco, questo . un settore sul quale la politica locale dovrebbe battere i pugni sul serio. Altrimenti sul ponte continuerà inesorabilmente a sventolare bandiera bianca.

 

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