De Angelis rinuncia: non si candida. Sosterrà Zingaretti. E se ne frega di Orfini (di C. Trento)

Francesco De Angelis si ritira dalla corsa per la segreteria regionale del Pd. E sosterrà Nicola Zingaretti nella battaglia per raggiungere la Segreteria Nazionale. E assicura «Nessun accordo per una candidatura alle europee: sono profili diversi»

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Un solo annuncio. Ma tre notizie. La prima: Francesco De Angelis rinuncia a candidarsi alla segreteria regionale del Pd. La seconda: sosterrà Nicola Zingaretti nella scalata di quest’ultimo alla guida dei Democrat. La terza: non si pone il problema di quello che farà il presidente nazionale del partito Matteo Orfini, alla componente del quale De Angelis aveva aderito con tutta l ’area di Pensare Democratico. Sostenendo poi Matteo Renzi alle ultime primarie.

Il filo rosso che unisce i diversi aspetti è l’appoggio a Nicola Zingaretti. Comunque vada. E la “strambata” è destinata a ridisegnare la rotta e gli equilibri anche in provincia di Frosinone. Dove De Angelis ha la maggioranza nel Partito.

 

Corrado Trento – Allora De Angelis, si candida davvero alla segreteria regionale del Pd, sfidando Bruno Astorre ?

Francesco De Angelis – «Ci ho pensato seriamente, ma prima di De Angelis viene il Pd. Il congresso regionale si svolgerà dentro la partita che ci porterà nei prossimi mesi ad eleggere il nuovo segretario nazionale e ritengo quindi più giusto in questa fase lavorare per unire e dare maggiore forza alla candidatura di Nicola Zingaretti, come del resto sto facendo dal giorno dopo il voto. Per questi motivi faccio un passo indietro e lavoro per farne effettuare uno in avanti al Pd».

 

Esiste lo scenario di un accordo tra lei e Astorre, che prevede la sua candidatura alle europee?

«No, non esiste. Sono due momenti diversi e non si fanno accordi per calcoli personali. Ripeto: prima di tutto viene il Partito Democratico».

 

Sosterrà Nicola Zingaretti per quanto riguarda la segreteria nazionale del Pd? Come si concilia questa scelta con l’appartenenza all’area che fa riferimento a Matteo Orfini, schierato contro il presidente della Regione Lazio?

«Non so quale sarà la scelta di Orfini. È un congresso importante che dovrà ridefinire il profilo e l’identità del Partito Democratico ed è per questo che, fuori dagli schemi delle correnti, il sottoscritto e Pensare Democratico sosterranno in maniera forte e convinta Nicola Zingaretti e il suo progetto politico. In questo congresso si va dove batte il cuore e dove cresce l ’idea di un progetto per il cambiamento del Pd. Con il congresso si guarda avanti e si aprirà per tutti una nuova fase politica».

 

La Lega vola nei sondaggi, i Cinque Stelle flettono ma mantengono la posizione. Il Pd sembra fermo. Non è arrivato il momento per l ’intera classe dirigente di fare autocritica invece di dire che non si è sbagliato nulla?

«Non dobbiamo e non possiamo nascondere la sconfitta elettorale. La sconfitta è stata dura e pesante. Ora però il nostro compito non è quello di stare fermi per piangerci addosso. Al di là dei sondaggi di questi giorni, presto finirà anche la loro luna di miele. Il populismo e le facili promesse non riusciranno a nascondere l’incapacità di questo Governo di risolvere i problemi dell’Italia e noi dovremo essere pronti ad offrire agli italiani un’alternativa forte e credibile. Il congresso sarà l’occasione per voltare pagina e mettere in campo un nuovo progetto politico».

 

Quanto è importante, e perché, la conferma di Antonio Pompeo alla presidenza della Provincia? È vero che c’é ormai un asse di ferro tra voi due?

«È importante perché ha lavorato bene e lo dimostra anche la grande vittoria di Ferentino nelle recenti elezioni amministrative. Tra noi due c’é grande sintonia politica e stima reciproca. Lavoreremo insieme per costruire uno schieramento aperto e largo a sostegno della sua candidatura. Sono sicuro che ce la faremo e che Antonio sarà riconfermato alla presidenza della Provincia».

 

Si parla molto di un possibile futuro scenario che prevede un ’intesa tra Pd e Forza Italia. Al di là delle smentite di rito, quanto c’é questa possibilità sul tappeto?

«Non vedo nessuna possibilità di alleanza politica tra questi due partiti. Siamo alternativi e il nostro campo resta quello della costruzione di un nuovo centrosinistra».

 

Sul bilancio della Società Ambiente Frosinone ma pure nell’assemblea dei sindaci sul servizio idrico Dem e “azzurri” hanno votato allo stesso modo però. Esiste o no un’intesa trasversale tra lei e Mario Abbruzzese? E cosa pensa degli attacchi di Ottaviani su questo punto?

«Il voto sui singoli punti programmatici nelle assemblee elettive e negli enti intermedi è un’altra cosa. Lì si governa, si devono risolvere i problemi dei cittadini e quindi in quel voto ci sono gli interessi del territorio e non le intese trasversali. Sugli attacchi di Ottaviani bisognerebbe chiedere a Forza Italia per capire cosa sta succedendo al loro interno. Io non mi impiccio delle vicende interne agli altri partiti. Mai fatto».

 

Quando ha sottoscritto la prima tessera del Pci? Come è cambiata la sinistra dall’osservatorio delle Feste de L’Unità?

«La prima tessera all’organizzazione giovanile è del 1974. Sono passati tanti anni e il mondo è cambiato, io sono cresciuto, ma la passione resta quella di prima. La sinistra cambia, si rinnova ma non muore e le feste de L’Unità sono e resteranno un pezzo importante della storia e della cultura del nostro Paese. Le feste erano un momento di incontro, di partecipazione e di passione politica. La stessa che il Pd deve ritrovare se vuole di nuovo accendere la speranza del cambiamento».

 

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