Il tribunale: «Roscia rientri in Consiglio». E condannano il Comune

Il Tribunale di Cassino ordina la riammissione dell'ex sindaco Riccardo Roscia in Consiglio Comunale. Ha condannato il Comune. Lite pretestuosa, motivi infondati. Censurato il comportamento avuto dall'amministrazione nel cacciare l'ex primo cittadino

La delibera con cui il Comune di Pontecorvo ha estromesso dal Consiglio l’ex sindaco Riccardo Roscia? «Era un pretesto». I motivi alla base di quella cacciata? «Manifestamente infondati». A dirlo è stato questa mattina il Tribunale di Cassino, ordinando l’immediata reintegra di Riccardo Roscia in Consiglio Comunale. E condannando il Comune di Pontecorvo al pagamento di circa ottomila euro per le spese di lite. Non solo: il tribunale ha censurato il comportamento avuto dal sindaco Anselmo Rotondo e dalla sua amministrazione, ricordandogli che «chiunque, ivi compresa la Pubblica Amministrazione, deve interrogarsi se esistano i presupposti di legge per agire in giudizio». Traduzione: prima di fare causa all’ex sindaco e poi metterlo fuori dal Comune bisognava accertarsi che ci fossero le condizioni per farlo.

 

La battaglia legale

La battaglia legale era cominciata nei mesi scorsi. L’amministrazione del sindaco Anselmo Rotondo aveva contestato al suo predecessore di avere un contenzioso aperto con il Comune. Il che lo rendeva incompatibile con la permanenza in Consiglio Comunale.

E chi aveva promosso quel contenzioso? Il Comune stesso, sostenendo che Riccardo Roscia dovesse risarcirlo per i danni d’immagine procurati alla città all’epoca in cui un’inchiesta aveva portato al suo arresto.

Inutile la replica dell’ex sindaco: non sono stato condannato. Il caso viene portato in aula e parte l’iter di decadenza (leggi qui Roscia primo round, il Comune vota per mandarlo a casa). Le sentenze relative a casi analoghi al suo, con cui Roscia avverte la nuova maggioranza che forse sta sbagliando, non vengono ritenute compatibili con la situazione di Pontecorvo e l’aula gli dice: o paghi il risarcimento danni, fai decadere la causa di risarcimento, oppure vai via. (leggi qui Il Consiglio dice no: Roscia o paga o va fuori dal Comune). Si arriva al Consiglio Comunale che deve prendere la decisione definitiva: il 30 settembre viene decisa la decadenza dalla carica di Consigliere (leggi qui Roscia fuori dal Consiglio: l’ex sindaco dichiarato decaduto)

Ma dopo meno di tre mesi arriva il colpo di scena: a dicembre il Tribunale dichiara prescritti i fatti per i quali il Comune esigeva un risarcimento. Quindi? Non aveva alcun titolo per pretendere alcunché dall’ex sindaco. E – per conseguenza – non c’era alcun motivo per metterlo fuori dal Consiglio Comunale (leggi qui Roscia messo fuori ma il processo era per fatti ormai scaduti).

 

Riammettete Roscia

Ora il Tribunale di Cassino è tornato sulla questione. Ha esaminato il ricorso presentato dagli avvocati Carlo Risi e Marilena Martini contro delibera di estromissione di Roscia dal Consiglio Comunale.

L’ha accolta in modo integrale. Dichiarando «pretestuosa la lite, manifestamente infondata nei motivi» e censurando il comportamento avuto dal Comune.

Soprattutto rimprovera al Comune di Pontecorvo di non essersi preventivamente accertato se vi fossero gli estremi per mettere in piedi tutto: la richiesta di risarcimento, la cacciata del sindaco, il ricorso di questa mattina.

 

Sulla base di questi elementi il tribunale ha detto: Riammettete subito Riccardo Roscia in Consiglio Comunale.