Così Trisulti può far salire in cattedra Matteo Salvini

Il Cardinale Renato Raffaele Martino si dimette da presidente onorario dell'istituto che gestisce la Certosa di Trisulti. I consigli ad Harnwell. E la strada che avvicina Matteo Salvini al monastero

Ascanio Anicio

Esperto di tutti i mondi che stanno a Destra

Il cardinale Renato Raffaele Martino ha fatto un passo di lato. Ha comunicato la sua volontà di abbandonare la carica di presidente onorario al Dignitatis Humanae Institute. È l’istituto culturale che ha preso in gestione la Certosa di Trisulti ed è finito al centro delle polemiche per l’intenzione di ospitare al suo interno i corsi di quella che viene considerata l’accademia internazionale del nuovo Sovranismo europeo. (leggi qui A Trisulti il quartier generale del piano per portare i Populisti nel Vaticano) e leggi qui A casa di Bannon: «A Trisulti formerò gli agenti del populismo»)

Sua eminenza il cardinal Martino è uno dei due porporati individuati come punto di riferimento. (leggi qui). Con la sua uscita di scena sembra arrivato il momento di Raymond Leo Burke: “principe della Chiesa”, ultraconservatore, dato per vicino agli ambienti sovranisti e trait d’union con la Lega di Matteo Salvini stando agli osservatori politico – ecclesiastici.

Sì, perché volendo fare della querelle nata attorno alla Certosa di Trisulti – come alcuni hanno fatto – un vero e proprio caso politico, (leggi qui Trisulti, Benjamin e Bannon nel mirino: interpellanza urgente a Montecitorio) varrebbe la pena citare pure un altro fattore: il monastero sito nel comune di Collepardo, avendo deciso di rappresentare un centro propulsore del pensiero e della dottrina sovranista, finirà col sussurrare al leader del Carroccio.

Il collegamento non può che essere indiretto: il Dignitatis Humanae Institute non ha a che fare con la Lega, ma Steve Bannon, che dovrebbe presiedere una delle due Accademie previste, cioè quella sulla difesa dell’Occidente giudaico cristiano, la cosiddetta “scuola del populismo“, pensa che il ministro dell’Interno sia, assieme a Jair Bolsonaro, una delle due persone “più importanti al mondo”. L’ex guru di Donald Trump lo ha dichiarato a La Veritàin edicola lunedì.

Da Trisulti, insomma, potrebbero arrivare i nuovi canoni umanistici, le analisi sulle prospettive geopolitiche e le declinazioni pratiche di una visione del mondo che l’inquilino del Viminale sembra aver già sposato aderendo a The Movement. La partecipazione di Salvini può essere idealistica o concreta. Non ci sono indizi e bisognerà verificare l’entità di questo “sussurrare”: potrebbe trattarsi di un venticello o di una bufera. Entrambi ideologici.

Stando così le cose, non è escludibile che Matteo Salvini salga in cattedra a Trisulti. Magari per tenere una lezione sulla gestione dei fenomeni migratori. Chi è che sceglierà i testimonial da presentare agli studenti? Quali professori avranno la possibilità di sciorinare le loro argomentazioni sull’altura ciociara? Sarà l’ex capo stratega del presidente degli Stati Uniti a coordinare i lavori? Oppure l’Accademia sovranista sarà soltanto basata sul suo pensiero? Sono tutte domande irrisolte, cui solo il tempo potrà rispondere in maniera compiuta.

In attesa di saperlo, la rete di associazioni che già ha organizzato una marcia di protesta, ha deciso di mobilitarsi, ancora una volta: il prossimo 16 di marzo.

Il  cardinaleRenato Raffaele Martino sembra voler evitare l’equiparazione tra populismo bannoniano ed ex monastero cistercense. La lettera con cui ha annunciato la sua rinuncia, per chi la sa leggere, è chiara.

Nel testo della missiva in cui il porporato italiano conferma a Benjamin Harnwell di voler “lasciare la presidenza onoraria dell’Istituto”, compaiono queste necessità: tenere aperti i luoghi di culto; non allontanarsi dall’insegnamento del Papa e dalla dottrina sociale della Chiesa; far sì che il “centro di formazione politica” rimanga ancorato alla Dottrina della Chiesa.

Martino non appare contrariato rispetto alle finalità individuate dal DHI per Trisulti, ma vuole tenere la barra dritta. E il messaggio inviato a Benjamin Harnwell amministratore del Dignitatis Humanae Institute, tenendo presente un po’ di dietrologie secondo cui il cardinal Burke e
Steve Bannon farebbero parte dei cosiddetti “nemici di Francesco“, può
essere interpretato così: Martino pare pregare il suo interlocutore di non prestare il fianco alla critica antibergogliana.

Si è appena concluso il summit della Santa Sede sulla prevenzione in
materia di abusi
. Steve Bannon era a Roma.

L’uomo che partendo dalla Virginia vuole cambiare l’Europa ha bocciato nella sua interezza la scelta di convocare l’incontro tra tutti gli episcopati: non è questo – lo ha sottolineato almeno in un paio d’interviste – il modo di
risolvere la crisi ecclesiastica.

A leggere l’interpretazione del summit fornita da Steve Bannon, sembrerebbe che questa “scuola di populismo” possa presto viaggiare su direttrici diverse rispetto a quelle del Romano Pontefice. Con buona pace del cardinal Martino.

Per un ecclesiastico che si fa da parte, del resto, c’è un ministro che potremmo vedere, magari in una sola straordinaria occasione, sulla salita che da Collepardo porta a Trisulti. Attenzione: sempre che al Dhi stia bene. Ma a voler essere accorti, forse, qualche indizio già c’è: “salvinismo” è l’espressione italica per incasellare il sovranismo. Lo stesso che il Dhi vuole insegnare in Ciociaria.