Troppi furbi: ora tutti a casa

Troppi furbi, troppa ignoranza. In tanti scambiano l'emergenza per una vacanza. La gente a sciare, al mare, alla movida, ha determinato 1500 nuovi contagi in un solo giorno. La situazione è ad un passo dal caos. C'era una sola soluzione: tutti a casa. Ed è scattata. Con conseguenza gravi.

Hanno scambiato l’emergenza per una vacanza. I milanesi se ne sono andati a sciare in Trentino, i liguri se ne sono andati sulla spiaggia in Toscana, i ragazzi hanno approfittato della chiusura delle scuole per andarsene in discoteca o fare lo struscio. Facendo circolare sempre di più il Coronavirus, infettando centinaia di persone: 1.500 i nuovi contagiati in un solo giorno. Mentre a Bergamo si deve decidere chi attaccare ai macchinari e chi lasciar morire perché non ci sono abbastanza respiratori, in Lombardia non ci sono più posti e si trasferiscono i pazienti in altre regioni. C’è questo alla base della drammatica decisione annunciata in serata dal Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte. Perché una cosa ormai è chiara: “Non c’è più tempo“.

Giuseppe Conte annuncia i nuovi provvedimenti

Un provvedimento così non era mai stato adottato nella storia dell’Italia repubblicana. Perché mai nella Storia d’Italia c’è stata una situazione analoga: per trovare qualcosa di simile bisogna tornare all’epidemia di influenza ‘spagnola’ del 1918. Con un’aggravante: il tasso di imbecillità messo in luce oggi è ben più grande di quello visto il secolo scorso. Non c’è altro modo per definire i baci e le strette di mano per dare le condoglianze sabato ai funerali che sono stati celebrati, per salutarsi dentro ai centri commerciali, per fare gli auguri ai ragazzi che si sono laureati discutendo la tesi ‘a distanza‘ attraverso una webcam.

Il provvedimento annunciato dal premier Giuseppe Conte è semplice: bisogna starsene a casa. Punto.

Si esce per andare a lavorare, per fare la spesa, per andare dal medico. E basta. “Tutta Italia sarà zona protetta” ha detto Conte durante la conferenza stampa: grazie anche a quei monumenti d’intelligenza che sono saliti sul treno e sul bus sabato sera da Milano e dalle altre zone protette. Portando il virus in tutta l’Italia.

I numeri stanno aumentando, stanno per finire fuori controllo. Il dramma verso il quale stiamo correndo sta tutto in una frase: “Tempo non ce n’è più“. Come tra poco non ci saranno più posti in terapia intensiva se non cambiamo modo di vivere e non lo facciamo presto.

La conferenza stampa con i giornalisti ad un metro di distanza tra loro

Le conseguenze per l’economia rischiano di essere devastanti. Il prossimo passo sarà la quarantena per tutti: significherà bloccare ogni cosa. A costo di bloccare l’industria. Scegliere tra l’economia e la vita.

Certo, verrebbe da scegliere il Pil guardando le immagini dei supermercati letteralmente svuotati già a mezzanotte a Roma e Napoli, delle furbizie tentate già lunedì mattina con centinaia di persone in provincia di Frosinone che avevano mandato il certificato medico per paura d’essere messi in ferie forzate, dei pendolari fuggiti da Milano in treno e bus,

Ma questo virus non fa distinzione: tra ricchi e poveri, tra eroi e codardi, tra giovani e anziani. Allora non abbiamo altra soluzione: tutti a casa.