Turismo in crisi, Coldiretti Lazio traccia la rotta. E lo fa con green e borghi tipici

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Luglio amaro per le partenze e settori a traino fermi al palo. I numeri di Ixè sono impietosi ma contengono il seme dell'opportunità da cogliere al volo. I dati nel Lazio. E la proposta di Coldiretti. Se gli italiani restano dove vivono le eccellenze locali vanno valorizzate ancor di più.

Un settore messo in ginocchio da Covid con numeri impietosi. Su cento italiani andati in vacanza nel luglio 2019 ben 23 resteranno a casa quest’anno. Il Lazio è fra le regioni che pagheranno pegno. Coldiretti gioca la carta di trasformare il guaio in opportunità. Come? I numeri dicono che quest’anno gli italiani si sposteranno poco, resteranno in Italia e nella regione in cui vivono. Allora proprio loro devono giocarsi gli assi migliori. E gli assi nella manica del Lazio sono da sempre l’enogastronomia, i borghi suggestivi e salubri, un esercito di agriturismi che sono luogo ideale per dimenticare le asfissianti paura del dopo Covid.

Granieri: paura e pochi soldi

DAVID GRANIERI. FOTO © RAFFAELE VERDERESE / IMAGOECONOMICA

Le cifre emerse dall’analisi Coldiretti/Ixè nel primo weekend del mese. Parliamo dello step temporale che segna tradizionalmente in Italia l’inizio delle grandi partenze.

Partenze che quest’anno sono gioco forza condizionate dall’emergenza Coronavirus. Sono 13,5 milioni gli italiani che hanno deciso di andare in vacanza a luglio, con un pesante calo del 23% rispetto allo scorso anno. Questo a causa delle incertezze, paure e difficoltà economiche.

Il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, spiega il fenomeno senza indorare la pillola. «Una situazione che si ripercuote anche nel Lazio. Una regione dove a risentire fortemente della crisi determinata dall’emergenza sanitaria è stato proprio il settore turistico. Lo ha fatto con un calo di nuove aziende iscritte registrato tra marzo e maggio da Unioncamere pari a 5.056 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Una battuta d’arresto del 47% delle imprese che avrebbero dato nuovo impulso proprio nel settore della ristorazione e del turismo».

Lazio: 47% delle imprese in stand by

ROMA SENZA TURISTI A CAUSA DEL COVID. FOTO © CARLO CARINO / IMAGOECONOMICA

I comparti più colpiti dalle misure per contrastare l’emergenza sanitaria, sono il commercio (pari al 10,5% del valore aggiunto) e quelli legati al turismo, come l’alloggio e la ristorazione (il 3,7% del valore aggiunto regionale).

Lo spiega il rapporto sull’economia del Lazio realizzato dalla Banca d’Italia. Tali effetti negativi della pandemia, spiega Coldiretti, hanno iniziato a riflettersi sul turismo fin da febbraio con la riduzione delle presenze turistiche.

Presenze cresciute a gennaio del 3,4%, ridotte a febbraio del 2,9% e a marzo di circa i due terzi. Le misure restrittive hanno condizionato inevitabilmente anche il traffico di passeggeri degli aeroporti di Roma. Traffico che nel primo trimestre del 2020, si è ridotto di un terzo rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente.

Uno su 4 resta nella sua regione

VEROLI, PANORAMA. FOTO © ROCCO MALTESI

E Granieri non nasconde le sue preoccupazioni, ma intuisce anche le potenzialità di una situazione che da ripiego potrebbe farsi strategia.

«Quello che emerge nel settore turistico è un quadro preoccupante. Stando alle recenti statistiche Coldiretti/Ixè, ma anche ai rapporti realizzati da Unioncamere e Banca d’Italia sulle difficoltà affrontate dalle aziende. Le vacanze 2020 registrano comunque una netta preferenza degli italiani verso le mete nazionali. L’Italia resta dunque la destinazione privilegiata, scelta come meta dal 93%. La novità di quest’estate sta anche nel fatto che 1 italiano su 4 (25%) ha scelto una destinazione vicino casa, all’interno della propria regione di residenza».

L’opportunità non è sfuggita a realtà locali come quella di Veroli, che ha inaugurato un’estate in cui accoglienza e regole anti contagio sono state messe a protocollo e regime operativo. O come quella della Camera di Commercio di Frosinone, che ha inaugurato da pochi giorni il portale ‘Come in Ciociaria’ per mettere a sistema una spaventosa e ramificata potenza di fuoco in quanto ad offerta turistica. Su tutto la ‘ciliegina delle nuove fermate Tav, ma bisogna fare di più e a livello regionale.

Il must è lo spazio aperto, gli agriturismi

IL LAGO DI CANTERNO. FOTO © LAZIO ETERNA SCOPERTA

«Un segnale positivo, questo, anche per le oltre 1.280 aziende agrituristiche del Lazio. La loro posizione, inoltre rappresenta i luoghi in cui è più facile garantire il rispetto delle misure di sicurezza. Perché spesso è in zone isolate della campagna con strutture a conduzione familiare e un numero contenuto di posti letto e a tavola, grazie agli ampi spazi all’aperto. Ed è quanto sostengono anche Terranostra e Campagna Amica».

Tra gli svaghi preferiti, infatti, accanto ad arte, tradizione, relax e puro divertimento se ne accosta un altro. La ricerca del cibo e il vino locali, è diventata il vero valore aggiunto delle vacanze made in Italy nel 2020. Un plusvalore con circa 1/3 del budget, destinato proprio all’alimentazione per consumi al ristorante o per l’acquisto di souvenir.

Enogastronomia, la marcia in più

I PRODOTTI TIPICI FOTO © GIORNALISTI INDIPENDENTI

Per Granieri la via è una sola: fare quadrato. Battere cioè sui sistemi di rete complessa regionale. Come? Comprando prodotti locali e lavorando di concerto con gli enti che mettono in tacca di mira i piccoli borghi. «Cerchiamo di fare fronte comune per risollevarci insieme da questa crisi economica. Sostenendo cioè il turismo made in Lazio con l’acquisto di prodotti locali e la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne».

La posizione del Bel Paese, che proprio dei nuovi scenari di sviluppo imposti dalla pandemia è leader planetario, potrebbe essere il vero trampolino di lancio. «L’Italia è leader mondiale incontrastato nel turismo enogastronomico grazie al primato dell’agricoltura più green d’Europa. Primato che vede 303 specialità ad indicazione geografica riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg. Per un totale di 5155 prodotti tradizionali regionali censiti lungo la Penisola. Inoltre tenendo la leadership nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche e la più grande rete mondiale di mercati di agricoltori e fattorie con Campagna Amica».

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