Il miraggio di Turriziani per realizzare la metropoli Ciociaria

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Il progetto per la realizzazione della grande area intercomunale con cui abbattere le spese e puntare in maniera concreta ai finanziamenti Ue. La visione del presidente di Unindustria Frosinone Giovanni Turriziani. L'unica negli ultimi anni sul territorio.

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Uno straccio di proposta per lo sviluppo del territorio non si vede da più o meno mezzo secolo.

La più grande dal Dopoguerra la mise in campo Giulio Andreotti: trasformò la provincia di Frosinone in una terra industriale, disseminata di fabbriche lungo l’asse dell’Autostrada del Sole. Al netto di quelli che vennero dal Nord per giocare a ‘prendi i soldi, fai il capannone e scappa‘ fu una pioggia di assunzioni e conseguente benessere.

L’Università di Cassino e del Lazio Meridionale fu il risultato di una visione: sviluppata sul tavolino in fòrmica di un bar della città martire: la lasciarono realizzare perché a Roma pensarono si trattasse del solito carrozzone con cui fare il gioco di cui sopra. Invece è stato il più potente ascensore sociale per il territorio, che ha trasformato i figli degli operai in ingegneri, alcuni dei quali discutono ai quattro angoli del pianeta.

 

L’aeroporto di Frosinone è stata un’illusione non realizzata, un’opportunità mancata. Benedetta da tutte le carte e tutti gli studi, dissoltasi sull’altare del terrore che ha cambiato le prospettive dopo l’undici settembre mettendo fine al boom aeroportuale. Per inciso: l’inchiesta che ha accusato Francesco Scalia di avere sperperato denaro nell’inutile tentativo di realizzare lo scalo a Frosinone si è conclusa con un nulla di fatto.

Il collegamento ferroviario veloce Cassino – Frosinone – Roma è stata una speranza. Ma siccome la proponeva Marcello Pigliacelli, visionario tra i più ispirati, giudicato più per le sue stravaganti apparenze che per la sua indiscutibile propensione ad aggregare sostanza per il territorio, nessuno gli ha dato retta. Invece sarebbe stata una grande occasione: capace di trasformare la provincia di Frosinone nel giardino vivibile per chi deve lavorare a Roma, con case a venti minuti dalla Capitale, servizi a misura d’uomo. L’assenza del presidente della Camera di Commercio dai radar, lascia intuire che in questo periodo sia attaccato ai polpacci dell’amministratore di Ferrovie Gianfranco Battisti quanto il terzino che azzannava i polpacci di Boninsegna appena toccava il terreno verde rendendolo una tigre di marmo.

 

La visione di Turriziani

Giovanni Turriziani, presidente di Unindustria Frosinone, non è considerato un visionario, a differenza del suo predecessore. Ma l’unica proposta degna di questo nome con cui trasformare il territorio viene da lui. Propone l’alleanza (ha dovuto cancellare dal vocabolario la parola ‘fusione‘ perché altrimenti l’avrebbero impalato sul sagrato di via Plebiscito) tra i Comuni intorno a Frosinone. Aggregando in questo modo almeno 150mila abitanti.

È la soglia minima con la quale ottenere la considerazione di Bruxelles nell’assegnazione dei fondi per i grandi progetti. Per dirla in soldoni: se presenti il progetto per l’illuminazione di ultima generazione a Frosinone, in Europa nemmeno ti guardano in faccia. Ma se la fai allargando il progetto ad Alatri, Ceccano, Ferentino, Patrica, Supino, Torrice e Veroli, c’è un funzionario che ti riceve e si studia la pratica. Ma glielo devi proporre come se fosse un’unica entità.

 

Nessuno tocchi i campanili

Nella visione di Turriziani c’è un ruolo per tutti. Continuando nell’esempio: difficilmente Torrice avrà la possibilità di dotarsi di un urbanista specializzato nello sviluppo delle infrastrutture secondarie connesse all’industrializzazione periferica. E anche se lo avesse, sarebbe il suo e basta. La soluzione rivoluzionaria è: mettiamoci insieme e ognuno sviluppa un’abilità, mettendola a disposizione di tutta l’area.

Senza fare chiacchiere: ad Alatri andrebbero il coordinamento e la promozione dei sistemi di informatizzazione e digitalizzazione; raccolta ed elaborazione di dati; assistenza tecnico-amministrativa relativa; Catasto; Progettazione e gestione del sistema locale dei servizi sociale (art.118, 4° comma Costituzione); possibile integrazione con servizi di natura sanitaria e di tutela della salute.

A Ceccano il controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità sul territorio: organizzazione generale dell’amministrazione, gestione finanziaria e contabile, controllo; organizzazione dei servizi pubblici di interesse generale in ambito comunale.

A Ferentino la tutela e valorizzazione dell’ambiente. Organizzazione e gestione dei servizi di raccolta, avvio a smaltimento e recupero dei rifiuti urbani e riscossione dei relativi tributi; organizzazione e gestione dei servizi idrici ed energetici.

A Frosinone la mobilità e viabilità trasporto pubblico locale e tutte le forme di mobilità accessibilità all’interno del territorio; pianificazione urbanistica e edilizia di ambito comunale; partecipazione alla pianificazione territoriale sovracomunale e di coordinamento.

A Patrica la Polizia municipale e polizia amministrativa locale, competente su un territorio di 50mila abitanti.

Supino avrebbe programmazione della rete scolastica e della gestione dell’edilizia scolastica.

Torrice otterrebbe la pianificazione, la protezione civile e coordinamento dei primi soccorsi di ambito comunale.

Veroli si occuperebbe dell’assistenza tecnico-amministrativa e gestione per le attività turistiche culturali e sportive.

 

 

La redazione del progetto è stata affidata ad una delle massime esperte nazionali nel settore. Scomodata appositamente dalla sua cattedra a Tor Vergata, dove la professoressa Maria Prezioso è Full Professor Economic Geography. Che di fronte agli occhi strabuzzati dei giornalisti, durante la presentazione dell’abstract dei suoi studi, ha messo in chiaro: «Guardate che è una cosa fattibile, io me ne occupo tutti i giorni».

 

La domanda: dove, prof? In alta Italia, in Francia, in Germania, in Olanda…

Ecco, la paura è esattamente quella. Lì badano al concreto. Sono quelli che hanno creato la cooperazione. Pensano insieme e realizzano con più forza. Qui c’è il limite che se tu ti fai il trattore nuovo, io domani vado a fare le cambiali per farmene uno con la Jacuzzi dentro. Anche se non ho nemmeno un giardino da arare.

La rivoluzione di Turriziani non sarà quella sintetizzata nello studio della professoressa Prezioso: ma quella di far passare la città intercomunale nella mentalità di sindaci, consiglieri e cittadini che per una pietra del loro campanile sono disposti a farsi passare il carro sulla pancia.

 

Ma sono le rivoluzioni proposte dai visionari a trasformare il territorio. Esattamente come fu per la trasformazione industriale della provincia di Frosinone, per la nascita dell’Università, per il sogno dell’aeroporto e del collegamento veloce.

 

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