Tutta colpa di Freud: lo psicodramma comico del Partito Democratico

Foto: © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Due petizioni diverse per la mozione di sfiducia a Salvini. La mediazione di Calenda naufraga subito. In realtà è iniziata la resa dei conti tra Nicola Zingaretti e Matteo Renzi. Presto gli effetti anche in Ciociaria: De Angelis e Pompeo preparano le truppe.

Sigmund Freud avrebbe ampliato gli orizzonti delle sue geniali teorie sulla psicoanalisi. Quello che sta succedendo nel Pd è davvero pazzesco. Due petizioni per raccogliere le firme per una mozione di sfiducia a Matteo Salvini. E quando l’europarlamentare Carlo Calenda ha provato a mediare raggiungendo una sintesi, le polemiche sono aumentate vertiginosamente. Il “facciamoci del male” di Nanni Moretti sarebbe letto come un appello all’unità.

Da una parte il segretario Nicola Zingaretti, dall’altra l’ex premier Matteo Renzi. I due non si sono mai sopportati, ma adesso faticano perfino a pensare di stare nello stesso Partito. Dicevamo che Carlo Calenda ha cercato con determinazione e impegno di mettere d’accordo le due parti. Il  tweet beffardo di Matteo Salvini fotografa la situazione: “Pretendono di cacciare la Lega con una raccolta firme e litigano pure. Geniali, no?”.

Ma cosa era successo? Calenda ci aveva provato. E con questo cinguettio sperava di calmare gli animi:

 “Ecco qui. Con 15 minuti di duro lavoro ho fuso le due petizioni per le dimissioni di Salvini. Che ne dite Matteo RenziPaolo GentiloniNicola Zingaretti, facciamo questo sforzo di unità? Daje”. 

L’europarlamentare aveva “fuso” la mozione presentata da Renzi attraverso i comitati civici e quella lanciata successivamente dal segretario Nicola Zingaretti con la raccolta firme alle Feste dell’Unità. Due iniziative diverse ma che andavano nella stessa direzione e che, soprattutto, rischiano di  trasformarsi nell’ennesima conta interna al Partito Democratico.

Ma la risposta a Calenda di Anna Ascani ha gelato Calenda: “Carlo, basta. Non fa neanche più ridere. Matteo Renzi ha lanciato una mobilitazione riprendendo la nostra richiesta di mozione di sfiducia, che tu ed altri avete ridicolizzato sostenendo che avrebbe ricompattato la maggioranza. Cambiato idea? Vuoi firmare? Bene. Ma basta polemiche”.

Debordante Matteo Renzi: “Ho chiesto una mobilitazione online per tener vivo da qui a settembre lo sdegno contro ciò che Salvini ha fatto. Abbiamo raccolto in due giorni più di trentamila firme. Oggi ci viene detto che la raccolta firme va bloccata, sostituita o unita a quella improvvisamente annunciata dalla segreteria Pd. Avverto forte il rischio di cadere nel ridicolo. E per questo stoppiamo subito la raccolta e così evitiamo ogni polemica. Sono sempre dell’avviso che una parte rilevante del Pd stia attaccando ancora il Matteo sbagliato”. E’ un attacco frontale a Nicola Zingaretti.

Con Maria Elena Boschi che ha aggiunto che “il Pd avrebbe bisogno di una leadership forte e riconosciuta”.

Zingarettiani e renziani. Come i Guelfli e i Ghibellini. La contrapposizione è fortissima. In autunno succederà di tutto e arriveranno i riflessi anche in provincia. Francesco De Angelis da una parte, Antonio Pompeo dall’altra. Nel Pd non cambia mai nulla. Tutta colpa di Freud.