Tuttavia… il candidato sindaco sarà Roberto Caligiore

Tuttavia... è l'intercalare che Roberto Caligiore usa con più frequenza. Ed è pure l'avverbio che questa volta lo porterà alla candidatura bis a sindaco di Ceccano. Ecco perché

Romano Castellano Sindici

Conte del Sacco (ma non inquinato)

Il candidato sindaco di Ceccano per il centrodestra sarà Roberto Caligiore. Il percorso imboccato dagli eventi a Ceccano porta in un’unica direzione: la candidatura bis del luogotenente elicotterista, sfiduciato nelle settimane scorse dalla sua stessa maggioranza.

Questa volta lo sosterrà un solido cartello di centrodestra e non più una coalizione civica. Salirà a bordo Forza Italia, scenderanno le frange che in questi quattro anni e mezzo di governo cittadino hanno generato le difficoltà principali. Ci sarà la saldatura con le forze che nella tornata scorsa si divisero puntando sull’altro candidato di centrodestra, l’avvocato Filippo Misserville.

Roberto Caligiore

Soprattutto ci sarà il determinante appoggio di Riccardo Del Brocco, reduce dal successo del ‘Sasso nello stagno‘: l’iniziativa con la quale il processo di riaggregazione del centrodestra è ripartito. (leggi qui Del Brocco, prove generali da candidato sindaco e leggi anche qui Il macigno di Del Brocco che ha travolto il Pd e i Socialisti di Ceccano).

Tuttavia…

La candidatura bis di Roberto Caligiore è una logica conseguenza. Di un quadro politico e di una somma numerica.

La definizione del quadro parte dalla figura dell’ex presidente del Consiglio Comunale Marco Corsi. È stato lui a determinare la fine dell’amministrazione uscente: si era staccato dalla maggioranza denunciandone i traguardi falliti, aveva guidato le truppe della sfiducia, traghettando dalla maggioranza i voti necessari per la caduta di Caligiore.

Rappresentava la terza gamba della ex maggioranza insieme al sindaco Caligiore e al senatore Massimo Ruspandini; con loro ha condiviso tutte le scelte chiave fatte in questi anni di governo: dal contratto energetico con Hera alle strisce pedonali.

Marco Corsi

La candidatura bis di Roberto Caligiore parte da un errore strategico di Marco Corsi. Era ormai sicuro di aver avuto il lasciapassare per una sicura e agile candidatura come alternativa al sindaco uscente; un contraltare scolpito dall’interno, dotato di quel quid politico e di esperienza che mancava al luogotenente prestato a Palazzo Antonelli.

L’errore di valutazione sta nell’avere pensato che il patto con cui far cadere il sindaci attraverso un documento di sfiducia e poi le dimissioni in massa fosse già un pre accordo per la sua candidatura alternativa.

Invece no.

Invece…

Invece è stato l’esatto contrario. A partire dalla fronda contro di lui, messa su da Michelangelo Aversa. È lo sponsor principale del fronte anti Caligiore ma che ha sempre specificato “sto contro il sindaco, non sto con Marco Corsi. Sto con chi aggrega fuori dalla maggioranza e Marco non sta riuscendo in questa missione. Ha solo la gente che gli ho portato io”.

In effetti è antico il legame tra Angelo Aversa e Fiorella Tiberia, c’è sempre stato lui dietro le scelte della “bionda” ex vice sindaco sia di Ciotoli che di Caligiore.

C’è poi un paradosso. Angelo Aversa partecipa alla caduta dell’amministrazione Caligiore, molla Marco Corsi (che a quel punto ha esaurito la sua funzione) e punta sull’avvocato Mauro Roma. In pratica, scommette sul professionista che è stato tra i primi ad uscire dalla maggioranza Caligiore, complice da un lato la disillusione e la passione più per il tennis che per la politica.

Roberto Savy con Fiorella Tiberia e Colombo Liburdi

Mauro Roma aggregherebbe anche il movimento civico Nuova Vita. Non è un dettaglio da poco: quel gruppo si spaccherebbe sul nome di corsi. Inoltre c’è un feeling particolare con la dinastia politica dei Querqui. Tra i più attivi a convincerlo c’era anche Roberto Savy che dopo ventiquattr’ore di riflessione ha avuto uno dei suoi proverbiali ripensamenti ed ha lanciato Marco Corsi, insieme a Fiorella Tiberia.

Riassumendo: lanciano Corsi, lo azzoppano con Roma, salvo poi tornare su Corsi. Nulla di strano: nella costruzione di un’alleanza elettorale c’è questo e molto altro, stupirsi è da dilettanti.

La guerra degli Aversa.

Angelo Aversa non è un ragazzino di primo pelo, non è uno sprovveduto, è dotato di una buona capacità di visione del quadro politico di insieme. Sta facendo tutto questo perché ha capito che il progetto Corsi è nato bene, si sta sviluppando male, rischia di finire peggio.

Il rischio principale è legato a due fattori. Il primo: la possibile candidatura di Marco Corsi non sta assumendo i toni dell’alternativa a Roberto Caligiore, non sta passando come il contraltare all’amministrazione uscente. In questa condizione rischia di essere funzionale solo all’elezione di Corsi stesso e al massimo del primo della sua lista.

Il nome che circola come capolista è quello di Tonino Aversa: la caduta dell’amministrazione in maniera repentina non gli ha dato il tempo di ricomporre la frattura con i commercianti della piazza. È rimasto a metà della sua opera di ‘legalizzazione‘ dei gazebo: in pratica la loro rimozione. La seconda fase doveva essere quella della sistemazione dal punto di vista amministrativo, la terza quella del ritorno delle strutture. La crisi politica gli ha lasciato sulle spalle un risanamento incompiuto che rischia di essere un peso elettorale enorme.

Ceccano, Palazzo Antonelli

Dall’interno arrivano indiscrezioni su continui colpi sotto la cinta, simili a quelli che ogni giorno Luigi Di Maio tenta di assestare a Nicola Zingaretti. Con la differenza che a Ceccano già volano gli stracci, tanto che anche un inossidabile anti caligioriano come Valentino Trotta, inizia ad averne abbastanza.

A sinistra…

Nel fronte del centrosinistra le cose stanno ancora peggio. Lo storico blocco che vinse tantissime elezioni comunali (Pd – Psi – Prc – Verdi) non ha la benché minima idea di chi candidare.

La voce più accreditata vuole come candidata Francesca Ciotoli, esperta ex segretaria particolare del sindaco socialista Antonio Ciotoli.

I dissidenti del Pd hanno lanciato invece Franco Battista.

I dissidenti dei dissidenti proseguono sul nome di Emanuela Piroli, già Segretario del Circolo Pd, poi commissariata dal Segretario provinciale reggente Domenico Alfieri. A lei viene imputata la crisi maturata nel circolo: in realtà si trattava solo di una fisiologica spaccatura che nella sinistra di Ceccano è la normalità da antica data. Emanuela Piroli potrebbe avere la benedizione dei civici di Cives. Ma temono l’abbandono dei Querqui verso Mauro Roma.

L’autogol

Emanuela Piroli

E mente la scissione dell’atomo continua, l’ennesimo colpo da maestro lo mette a segno una delegazione di ex comunisti e neo dissidenti. Armati di coltello tra i denti l’altro giorno hanno chiesto un appuntamento al commissario prefettizio che governa la città in attesa delle elezioni. Hanno voluto fare luce sulle voci che assicurano l’imminenza di un pre dissesto.

È stato il più classico degli autogol: politici e mediatici. Il Commissario non gli ha parlato di alcun dissesto, non gli ha prospettato uno scenario di conti al collasso. Ma, come riportava ieri il quotidiano Ciociaria Oggi non c’è alcun rischio di pre dissesto. In pratica: conti in regola e piena ragione a Gizzi e Caligiore. Un autogol partendo dalla porta avversaria.

Caligiore ringrazia.

In conclusione

In questo quadro politico, il Sasso nello Stagno lanciato la settimana scorsa da Riccardo Del Brocco è stato un segnale chiarissimo. Ha detto: se non esce un’altra candidatura allora scendo in campo io, ecco il mio stile, la mia presentazione, la mia squadra, il mio progetto, i miei primi simboli.

Quella di Del Brocco non è stata una candidatura. Ma un preavviso di candidatura.

Che ha messo in moto gli eventi. Costringendo il centrodestra a fare due conti. Mettendolo di fronte ad una scelta: chi va con Corsi e chi va con Del Brocco. Con una variabile: la possibile discesa in campo di Caligiore a prescindere da Corsi ed a prescindere da Del Brocco. È una discesa certa: Caligiore sarà in campo, non per spaccare ma per contarsi e, al limite, farsi sfiduciare dai cittadini.

Ma così il centrodestra si dividerà in tre blocco. Consegnando le chiavi del municipio ad un centrosinistra ancora assente.

Tuttavia 2

Riccardo Del Brocco all’iniziativa “Il sasso nello stagno”

Resta una sola possibilità di rimanere competitivi: aggregare almeno due dei tre blocchi di centrodestra. Impossibile incollare i cocci tra Caligiore e Corsi. La via obbligata resta l’intesa Caligiore – Del Brocco. Alla luce del sole e con un documento chiaro: sul quale l’ex sindaco dovrà garantire una rappresentanza di peso a prescindere dal risultato elettorale. Perché? Perché senza Del Brocco ora il cerchio non si chiude ed al ballottaggio non ci si va; con Del Brocco si riaggrega il centrodestra e ci si gioca la partita. Quindi il dazio politico va garantito prima.

Con un ticket? Consentendogli di esprimere da ora il vicesindaco? Sarebbe un errore clamoroso, il più fatale. Perché toglierebbe la motivazione principale alle forze della coalizione. Il patto potrà riguardare un assessorato strategico per una figura come quella di Del Brocco che viene dalla destra sociale: o i Servizi Sociali o la Manutenzione. Sono i capitoli sui quali chi sa fare politica costruisce il consenso.

Che è il vero obiettivo di Del Brocco, non la candidatura a sindaco.