Tutti al Senato, la casta non si arrende

Tutti al Senato. Rinnovato o no, poco importa. La riforma del disegno di legge Boschi, approvata in prima lettura, prevede che Palazzo Madama rappresenti le istituzioni territoriali e raccordi Unione Europea, Stato e altri enti.

I senatori sarebbero 100, eletti in via indiretta: 21 sindaci indicati dai consigli regionali (considerando la presenza di Roma nel Lazio, Frosinone sarebbe escluso a priori) e 74 consiglieri regionali eletti dai consigli regionali attraverso listini appositamente indicati. Per il Senato cioè. Poi ci sarebbero 5 ex Capi di Stato o altri nominati.

Il Senato manterrebbe il potere di modificare i disegni di legge approvati dalla Camera e resterebbe titolare del voto sulle leggi riguardanti la Costituzione, i referendum popolari, i Comuni e le Città metropolitane, i sistemi elettorali delle Regioni. I senatori avrebbero l’immunità, non l’indennità, ma su questo secondo aspetto si sta lavorando.

In Ciociaria al Senato guardano in molti: Alfredo Pallone (Nuovo Centrodestra), Francesco De Angelis (Pd), Antonello Iannarilli (Forza Italia), Anna Teresa Formisano (ex Udc), Gianfranco Schietroma (Psi), Alessandro Foglietta (Fratelli d’Italia), Alessandra Mandarelli (ex Psi ed ex Lista Polverini), Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia) . Tutti ex europarlamentari, ex assessori e consiglieri regionali, ex sottosegretari di Stato, ex parlamentari. Il fattore “ex”. C’è un problema però: dovrebbero candidarsi alle elezioni regionali e comunque prendere voti.

Non è semplice considerando che il Nuovo Centrodestra in Ciociaria è un “vietnam permanente”, che il Pd peggio, che Forza Italia ancora peggio,  che l’Udc non esiste, che la percentuale dei Socialisti è ai minimi, che i Fratelli d’Italia passano inosservati. Però chissà, i meccanismi dell’elezione di questi “particolari consiglieri regionali” potrebbero essere calibrati ad hoc. Il terreno per l’approvazione è lungo.

Se poi la riforma dovesse saltare, allora tanto meglio: tutti all’assalto del Senato ancora in versione Porcellum. L’Italicum vale solo per la Camera. Resterebbe perfino l’indennità attuale.

L’ostacolo non cambierebbe però: Pallone, Iannarilli, De Angelis, Schietroma, Mandarelli, Foglietta e tutti gli altri dovrebbero essere candidati e poi eventualmente prendere il voto almeno sul simbolo. Due operazioni per niente semplici considerando le lotte intestine ai partiti e l’insofferenza della gente a votare sempre le stesse persone.

Forse è per questo che sulle riforme Renzi ha riaperto a Berlusconi. Insieme si può fare qualunque cosa. Perfino un emendamento che permetta l’elezione senza essere neppure… candidato.

Tutti al Senato. La Casta non si arrende.