I dubbi di Antonello: perchè il centrodestra è ancora senza candidato sindaco

E’ presto, certo. Tuttavia nei comuni di Sora e Cassino qualche nome è già stato avanzato e si andrebbe verso una quadratura del cerchio. Pare.  Ad Alatri, invece, no. Il cerchio è bello rotondo e lungi dall’essere persino smussato ai lati in funzione di qualche risoluzione politica condivisa. Forza Italia, questa è già una notizia, ha ripreso in mano il pallino del gioco dentro la coalizione e Antonello Iannarilli ci sta pensando: sta ponderando l’ipotesi di candidarsi personalmente a sindaco di Alatri.
Ha svecchiato il coordinamento comunale concedendolo al duo giovanile Ciavardini-Pizzuti senza mascherare troppo l’intento di voler rinnovare, rottamare forse, verso una Leopolda blu tutta alatrense, insomma. Sfogliando la rosa dei nomi, dentro il contenitore berlusconiano che rivendica con forza la candidatura allo scranno più alto nei confronti degli altri soggetti della coalizione, ci si può fermare a due nominativi: Antonello Iannarilli o Giulio Rossi.
L’ex deputato forzista potrebbe avere dei crucci evidenti: tentare di governare Alatri rappresenterebbe la sfida tra le sfide ma, al contempo, significherebbe, in caso di vittoria, confinarsi dentro le mura ciclopiche, rischiando di mollare le redini del Partito provinciale definitivamente in altre mani. Inoltre, magari, perdere il treno della Regione Lazio nel caso in cui Mario Abbruzzese venisse candidato alla Camera dei Deputati in eventuali elezioni politiche.
E’ una mano di una partita complessa, specie perchè nessuno fa mistero che Forza Italia non sia più quel treno dirompente cui poter affidare le proprie sorti senza alcun dubbio. Almeno questo dicono i sondaggi su base nazionale. Amministrare, insomma, è un impegno che Iannarilli considera esclusivo e sul quale non si può scherzare. Specie se la situazione paventata dall’ex assessore Galione sul bilancio comunale dovesse essere confermata e quindi poter prevedere, ipoteticamente, più di qualche sforzo fuori dalla normalità.
C’è la battaglia sul coordinamento provinciale,quindi, c’è quella per Alatri e, forse, c’è anche l’attesa per vedere se Mario Abbruzzese avrà realmente la volontà e lo spazio per poter salire le scale di Palazzo Montecitorio. Ed in mezzo a tutto questo c’è la pax Tajaniana in provincia di Frosinone alla quale uno dei cinque fondatori di Forza Italia tiene da sempre, sin dai tempi del dualismo tra Alfredo Pallone ed Antonello Iannarilli stesso. Quel Tajani cui Iannarilli avrebbe riferito essere ” un battitore libero fedele a Fi fin quando ci sarà Berlusconi.”
Per ora Antonello ha smistato più di qualche tentativo di inserimento, specie nei mesi passati, che gli ” abbruzzesiani” avrebbero tentato di fare sul campo ciclopico. Si dice che questi abbiano contattato più di un soggetto candidabile nei mesi passati e che ora, pian piano, si siano arresi all’evidenza della difficoltà di  “invadere” un territorio tendenzialmente soggetto a logiche altrui. Ma sarà vero? Iannarilli non tollererà invasioni di campo:  chi dovesse provare a muovere qualche filo in modo da lui reputato fuori luogo,magari, potrebbe far sì che l’ex onorevole smetta di pensare e punti deciso ad una battaglia che non ha mai nascosto di avere a cuore.