Tutti per la crisi subito: ma Fazzone vuole il nome

Dopo FdI e Lega anche 'Latina nel Cuore' invoca le dimissioni in massa ed il ritorno alle urne per la terza volta in un anno. Ma Fazzone predica prudenza. Vuole evitare la catastrofe di un anno fa. "Prima il nome del candidato sindaco”

Respinti al mittente. I segnali di apertura lanciati dal sindaco di Latina trieletto Damiano Coletta durante il suo insediamento, sono caduti nel vuoto. A dire subito no ad ogni forma di dialogo sono stati i Fratelli d’Italia e la Lega. A loro in queste ore si è aggiunta la civica del candidato sindaco del centrodestra Vincenzo Zaccheo Latina nel Cuore.

 “Latina nel Cuore smentisce categoricamente suggestioni giornalistiche che ipotizzano scenari collaborativi con il sindaco Coletta“: scrive oggi il movimento politico in una nota.

Sfiducia immediata

La proclamazione di Damiano Coletta

Nel suo discorso di insediamento, l’altra sera Damiano Coletta aveva mandato un segnale chiaro «alla responsabilità per lavorare insieme per la città». Per il sindaco «ora è il momento di ripristinare i valori del rispetto e questo vale per tutti». Non si è nascosto dietro ad un foglia di fico. «Questa – ha detto Coletta – è una situazione(l’anatra zoppa: lui, sindaco Progressista; il Consiglio in maggioranza di destra ndr),simile alla precedente, ma con una differenza:nella precedente consiliatura abbiamo lavorato alacremente e ora ci sono progetti da portare avanti. I numeri vanno trovati, nel rispetto del voto degli elettori, la politica deve mettere da parte le bandiere e le divisioni, ora deve arrivare la fase operativa».

La risposta è stata un no. Fermo e convinto. «Latina nel Cuore riafferma la volontà di procedere con la sfiducia nei confronti del neoeletto sindaco Coletta». Ricorda la conferenza stampa del centrodestra tenuta il 25 luglio scorso quando venne tracciata la rotta da seguire nel caso in cui le urne avessero confermato in municipio il sindaco uscente. (Leggi qui: Fazzone, Calandrini, Durigon: i tre che epurano Coletta ma pure Zaccheo).

Quel giorno c’erano i Segretari regionali di Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Unione di Centro. Se firmano tutti insieme con Latina nel cuore, il sindaco decade e si torna alle urne. (Leggi qui: Tutti con Zaccheo ora, poi la Passatella: c’è il rischio che Vincenzo  faccia l’olmo).

Questione di coerenza

Vincenzo Zaccheo

Latina nel Cuore «chiede conseguenzialità di azione e coerenza politica. A tal fine chiediamo l’immediata convocazione del Consiglio Comunale per la sfiducia al neo Sindaco Coletta».

Il gruppo politico ribadisce il suo impegno, messo in campo nell’ultimo anno con idee e proposte. «Ma il confronto con chi non sa cosa sia la programmazione è stato vano» continua il Movimento. Sostiene che l’amministrazione Coletta sia stata inefficace sotto ogni punto di vista al punto che «persino il Commissario ha ottenuto più risultati in appena 60 giorni di lavoro rispetto agli ultimi sei anni di governo Coletta».

Gli lasciano una sola via d’uscita: le dimissioni. «Latina nel Cuore rimane convintamente alternativa a Coletta negli interessi della nostra città e dei suoi stupendi borghi».

Fratelli e non solo

Nicola Calandrini e Chiara Colosimo

Sfiducia senza passare per alcuna ipotesi alternativa è anche la posizione di Fratelli d’Italia e Lega. L’hanno espressa venerdì pomeriggio. A partire dal senatore Nicola Calandrini, coordinatore provinciale di FdI che in Aula conta il Gruppo più numeroso ed alle urne è risultato il primo Partito. «Siamo per la sfiducia il prima possibile. I primi mesi di amministrazione hanno dimostrato che con l’anatra zoppa non si va da nessuna parte».

Il messaggio di apertura per il bene della città? «Se Coletta ci convocasse ad un tavolo come fatto l’anno scorso, ci andremmo solo per dire che stavolta bisogna andare a casa».

Nessuno spiraglio viene lasciato dalla Lega. Giovanna Miele ieri ha detto con chiarezza «la parola d’ordine è sfiducia, non ci sarà nessun tavolo, non c’è storia». Sulla stessa lunghezza d’onda Massimiliano Carnevale che indica la via delle dimissioni «Senza se e senza ma».

La clausola di Fazzone

Claudio Fazzone

E Forza Italia? Il coordinatore regionale Claudio Fazzone ha una posizione meno impulsiva e meno talebana. Con la quale pone tutti gli alleati di fronte ad una evidenza. E cioè che si è giunti a questa situazione perché due anni fa non si arrivò ad individuare un candidato unitario. Colpa dello stesso centrodestra. Che pose veti incorciati bruciando tutti i possibili candidati.

Claudio Fazzone dice agli alleati che il re e nudo. Cioè che prima della sfiducia, il centrodestra deve individuare il nuovo candidato sindaco. Altrimenti si torna allo stesso punto di due anni fa: trattative senza un punto di caduta. Con l’aggravante che oggi si genererebbe una crisi al buio lasciando la città senza una sindaco, eletto tre volte.

Ago della bilancia potrebbe essere Annalisa Muzio. Che con altrettanto realismo mette il centrodestra di fronte alle sue divisioni: «Se firmeranno tutti, allora io potrei aggiungere la mia firma alla loro. Ma prima voglio vederle tutte e diciannove. E devono dimostrare di avere un altro progetto politico»