Ucraina, la guerra nel granaio d’Europa lascia Paone senza pasta

Il prezzo della semola è cresciuto del 90% in appena quattro mesi. E quello dell'energia del 300%. In più c'è la guerra in Ucraina. Lo storico pastificio Domenico Paone SpA di Formia ricorre alla cassa integrazione

La guerra in Ucraina è stata il colpo di grazia. Il Pastificio Paone di Formia ferma la produzione: colpa del costo dell’energia schizzato alle stelle, della mancata raccolta del grando duro nell’emisfero nord, delle speculazioni su tutti gli altri materiali dal cartone per gli imballaggi ai pallet per spedirli. La storica azienda alimentare del golfo ha deciso di fare ricorso alla cassa integrazione: lo ha annunciato il Ceo Alejandro Quentin.

I due fattori critici

Alejandro Quentin

Sono due gli elementi chiave che hanno portato alla decisione la Domenico Paone S.p.A.. Il primo: il prezzo della semola è cresciuto del 90% nel solo ultimo quadrimestre 2021. Per l’azienda questa impennata del prezzo è dovuta “alla mancata raccolta del grano duro nell’emisfero nord che ha registrato un decremento del 50%”.

L’Italia è il popolo della pasta. Ne consuma più di quanto sia in grado di produrne. L’azienda ricorda che il nostro Paese coltiva circa 3,75 milioni di tonnellate annue di grano ed ha un consumo di 6,5 milioni di tonnellate. In pratica “l’industria della pasta nazionale ha una fortissima dipendenza dal mercato estero”.

Per quanto andrà avanti. Almeno fino alla nuova raccolta dell’emisfero nord che comincerà a giugno per finire a luglio. Una volta trebbiato però il grano non può essere macinato immediatamente: ha bisogno dai 30 ai 60 giorni di stagionatura prima di poter essere utilizzato in produzione. Per questo, spiega il Ceo Alejandro Quentinsi attende una disponibilità ed una rimodulazione del costo del grano non prima del mese di settembre 2022”.

Anche le altre materie prime hanno subito un fortissimo aumento: polipropilene, cartone, pallet. la conseguenza è l’aumento del packaging, delle confezioni, degli imballaggi.

Il fattore Energia e la guerra in Ucraina

C’è anche un altro fattore chiave che si affianca a quello delle materie prime. Produrre pasta richiede molta energia. Perché servono gli essiccatoi e devono avere una temperatura elevata. Come tutti i pastifici la Domenico Paone S.p.A. ha un forte consumo di energia.

Nella seconda metà del 2021 il prezzo dei prodotti energetici ha subito un incremento esponenziale: la bolletta della Paone è cresciuta del 300%. Non solo “La prospettiva di questo fenomeno è ulteriormente peggiorata con l’invasione in Ucraina”: perché una parte decisiva del nostro gas viene da Est.

Una situazione, spiega l’amministratore delegato “che ci costringe a sostenere la Domenico Paone S.p.A. con tutte le nostre forze e tutti gli strumenti di cui può disporre. Uno degli strumenti da utilizzare in una situazione problematica e temporanea come l’attuale, nostro malgrado, è l’utilizzo della cassa integrazione alla quale siamo costretti a fare ricorso. Confidiamo, comunque, di poterla utilizzare in modo limitato, anche per tutelare il futuro di tutti i lavoratori. Ci auguriamo che supereremo questo difficile momento il più presto possibile e di riprendere la nostra attività a pieno regime”.

La cassa integrazione scatterà dal 28 marzo al 26 giugno prossimi. Il sindacato Flai Cgil ha annunciato la mobilitazione. ha chiesto un incontro con l’azienda.

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