Uliano: “Ora Tavares ci dica cosa vuole fare”

I numeri drammatici delle vendite Stellantis ed in particolare quelli di Alfa Romeo aggravano la situazione dello stabilimento Cassino Plant. La preoccupazione del segretario nazionale Fim-Cisl Uliano

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

Un incontro, al più presto, perché ci sono cose da chiarire che più vengono lasciate decantare e più rischiano di creare incertezza. A chiederlo, ai vertici di Stellantis, è il segretario nazionale FIM-Cisl Ferdinando Uliano. È un sollecito: la richiesta è datata di quasi due settimane e non riguarda una fabbrica in particolare, un segmento, o un modello: riguarda Stellantis, in generale, in Italia.

Sì, perché se i volumi produttivi sono quello che hanno detto le cifre nelle ore scorse per leggere i dati di vendita di Alfa Romeo in Europa potrebbero bastare le dita di una singola mano, c’è tutto un futuro da disegnare ed in questo momento paiono mancare le matite. Il problema è di breve termine, in pratica cosa sta succedendo adesso, soprattutto in un campo particolare. Il segretario Uliano, in un sms li ha chiamati “interventi di riduzione costi”, di cui Tavares ha parlato diffusamente anche per Cassino Plant, ma dei quali non ha dato alcuna indicazione. (Leggi qui Stellantis, si inizia a ballare. La sfida Green alle eco mafie).

Se Cassino lavora al 15% c’è un problema

Jean Philippe Imparato durante la recente visita al plant Alfa Romeo

In pratica, in Italia produrre costa troppo per svariati motivi, servono correttivi, ma il “come”, il “dove” ed il “quando” non è stato ancora esplicitato. Uliano ha affermato “se li stanno attuando non siamo stati informati” e la necessità ad oggi è proprio questa: essere informati. Nello stile della Cisl il sindacato non vuole aprire uno scenario di scontro, ma di confronto. Uliano parla di segnali che preoccupano, legati sia alle dinamiche di mercato, alle martellate della pandemia e sia a scelte aziendali ad oggi troppo criptiche. (Leggi qui Stellantis “Qui costa troppo”: il dopo è un nuovo modello di sviluppo).

È per questo che c’è bisogno di confronto e non di scontro, c’è la necessità impellente di mettersi intorno ad un tavolo e ribadire che per far andare bene una fabbrica di auto, le auto bisogna costruirle. Solo aumentando i volumi si può far fronte ai costi aveva confermato il sindacalista in una intervista a “Il Messaggero” ad inizio mese, citando proprio Cassino come esempio “Se uno stabilimento come Cassino lavora al 15/20% è ovvio che i costi fissi esplodono”.

C’è poi il problema del costo dell’energia: far muovere i macchinari negli stabilimenti italiani costa più che in Francia e Spagna. E c’è il problema della burocrazia: anni di attesa mentre negli altri Paesi si hanno risposte immediate. E concrete: mentre qui quello che è vero oggi potrebbe non esserlo più domani mattina e con effetto retroattivo.

Numeri impietosi

Foto: Imagoeconomica

La soluzione politica è quella di abbassare il costo dell’energia attraverso un piano di produzione; abbattere i costi generati dalla burocrazia; politiche fiscali fatte con criterio e non quelle che hanno ammazzato di recente il mercato italiano introducendo Ecobonus e Ecotassa, favorendo i prodotti stranieri.

Poi c’è la risposta industriale: assegnare i modelli come previsto dal piano. Ma senza sapere le strategie di chi le fabbriche le guida è impossibile anche solo pensare a programmare il futuro.

I numeri di quello che c’è adesso sono impietosi: Alfa Romeo, prendendo in considerazione i mercati dell’Unione Europea, dell’Area Efta e del Regno unito, vede un calo di vendite delle vetture prodotte a Cassino nel mese appena trascorso che si attesta a –44%. Si è passati dalle 3407 auto immatricolate a febbraio 2020 alle 1909 di febbraio 2021. Analizzando il bimestre gennaio-febbraio il calo per Alfa Romeo è ancora maggiore: – 45, 5%.

Le perdite, però, sono generalizzate: nel complesso il gruppo Stellantis a Febbraio 2021 scende del 22% circa. L’unico marchio del gruppo che contiene le perdite è Jeep.

E allora è il momento di agire. Perché in questo quadro il futuro di stabilimenti come Cassino Plant è segnato: altri nelo gruppo sono in grado di produrre bene lo stesso modello ma a costi minori. “Ci aspettiamo un incontro con gli attuali massimi vertici di Stellantis”, è questo l’ultimo sms che invia Uliano prima della buonanotte. Il segno tangibile che ora la palla passa a loro. Ne va del futuro di tutti.

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