Scoppia la guerra dentro la maggioranza: ultimatum a D’Alessandro

Ultimatum al sindaco Carlo Maria D'Alessandro. Tre dei Partiti della sua maggioranza minacciano di non presentarsi in Aula. Vogliono contare di più. E che Secondino conti di meno. La contromossa: un anti-documento con cui mettere all'angolo i ribelli. I conti della serva: ci sono le condizioni per mandare tutti a casa. Ma nessuno ha il coraggio per farlo

Mario Molisani

L'ombra nei palazzi del potere

Un ultimatum a Carlo Maria D’Alessandro: la sua maggioranza minaccia di voltargli le spalle. E di lasciarlo in balia del nemico, nell’aula del Consiglio Comunale di Cassino.

Se la morte fisica dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo Este, erede al trono d’Austria-Ungheria consentì l’apertura delle ostilità della Prima Guerra Mondiale il 28 giugno 1914, quella politica dell’ex commander in chief, Mario Scevola Abbruzzese ha reso manifeste le frizioni interne alla maggioranza guidata da CMD’A. Ma celate dietro la tregua elettorale che tutti si erano imposti.

Oggi pomeriggio alcuni consiglieri comunali glielo hanno scritto, nero su bianco. Una dichiarazione di guerra a tutti gli effetti. Lo hanno fatto su un documento nel quale chiedono la revoca degli incarichi professionali assegnati di recente, un riassetto della giunta, un coinvolgimento maggiore nelle scelte politiche ed amministrative. Che significa: andare oltre il cencio magico che circonda D’Alessandro e con il quale prende tutte le decisioni. E cioè Dino il diVino Secondino, Benedetto largo al factotum Leone, l’assessore Paola la professora Verde.

LE ACCUSE

Carlo Tornerò snellissimo D’Alessandro è accusato di non ascoltare la sua maggioranza. Peggio ancora: di fare finta d’ascoltarla, promettere che terrà conto delle loro indicazioni. E poi, invece, fare soltanto quello che ha concordato con il cencio magico e gli ha ordinato M.A.

Poi c’è il capitolo Dino il diVino Secondino. In sostanza lo accusano di volersi prendere sempre la parte migliore: il posto da presidente del Consiglio Comunale, il posto nel cencio magico, un posto in giunta (quello dell’assessora Verde che è della sua componente). Ed ora anche il posto da capo segreteria di Pasqualino settebellezze Ciacciarelli in Regione Lazio.

“Qualcosa deve mollare”, dice il quartetto pronto ad intonare il requiem.

Se il sindaco non si allinea, hanno scritto i ribelli sul documento consegnato oggi, e se il diVino non la smette di prendersi tutto il meglio (hanno detto senza scrivere) loro sono pronti a voltare le spalle a CMDA e lasciarlo senza maggioranza: non presentandosi in aula durante i consigli comunali.

Primo appuntamento per l’applicazione dell’ultimatum: il 29 marzo quando in Sala Di Biasio di discuterà il Bilancio. Un’occasione da non perdere per incastrare il buon Carlo e costringere il “cencio magico” a trattare.

 

I QUATTRO DELL’AVE (CARLO) MARIA

Sono in 4 ad avere firmato. In quattro si sono presentati davanti CMD’A, come nel celebre western all’italiana diretto da Giuseppe Colizzi. Hanno lasciato le loro “sporche” impronte digitali su quel documento i due consiglieri comunali della Lega Claudio Nosense Monticchio e Robertino Solo di nome Marsella e i loro colleghi di Fratelli d’Italia Rosario Mascellone Franchitto e Antonio pennellone Valente di Noi con l’Italia.

I più informati assicurano che hanno già sentito telefonicamente i consiglieri d’opposizione, per capire se – in caso di rottura – resteranno al loro posto oppure scenderanno in campo a fare da semi-asse, visto la mole, a Carlone.

 

PARATA E RISPOSTA

La contromossa, come in un assalto schermistico ad eliminazione diretta, è scattata subito dopo la consegna del documento politico sulla scrivania del Sindaco.

Un documento. Anzi, un controdocumento: da far firmare agli altri dieci della maggioranza. Per confermare il sostegno a Carlo tornerò snellissimo D’Alessandro. E chiedere, a questo punto, una verifica di maggioranza. Per revocare la fascia di vice sindaco al leghista Carmelo The doctor Palombo?

 

LA CONTA DELLA MAGGIORANZA

La maggioranza non “Lega” e questo è ormai sotto gli occhi di tutti. Ma nessuno vuole fare il lavoro sporco. Ed arrivare a compiere lo strappo vero e proprio: promuovere una raccolta di firme con la quale provocare (ma solo per finta) la caduta di CMDA.

Perché si tratterebbe di una raccolta finta? La realtà è che nessuno vuole mandarlo a casa. La sua maggioranza vuole solo solo spaventarlo e costringerlo ad essere più collaborativo, minacciando  altrimenti di andare a mettere le firme che mancano sulla mozione di sfiducia. Nemmeno l’opposizione vuole mandarlo a casa: perché non ha ancora sanato la spaccatura che due anni fa ha consegnato la città al centrodestra.

Così, qualcuno ha gettato la pulce nell’orecchio di Massimiliano il magnifico Mignanelli. Cioè colui che in una delle ultime riunioni dell’assise aveva ventilato l’ipotesi di una mozione. «E perché non cominci a raccoglierle, le firme?» pare gli abbia suggerito qualcuno nelle ultime ore.

 

IL CONTO DELLA SERVA

Il Consiglio Comunale di Cassino è composto da 24 consiglieri (più il sindaco), la maggioranza pertanto è a quota 13 voti.

In questo momento a favore di Carlo datemi il pallottoliere D’Alessandro ci sono 14 consiglieri. Dai quali bisogna escludere Carmine Di Mambro, assente per motivi di salute. E così si scende a 13. Ma finora lo ha rimpiazzato Giuseppe stampella Sebastianelli che ha garantito il numero legale in aula «Solo per motivi di responsabilità» giura e non perché abbia ritrovato l’antico feeling con il commander, del cui invincibile esercito faceva parte fino allo scorso anno.

Se non si presentano in aula i Quattro dell’Ave (Carlo) Maria si scende a 9 e cioè sotto la quota di sicurezza.

Qualora firmassero il documento di sfiducia insieme all’opposizione sarebbero in grado di mandare tutti a casa.

Ma si limiteranno a minacciare di farlo. Sperando che Mignanelli faccia il lavoro sporco per loro. A quel punto i Quattro dell’Ave (Carlo) Maria non firmeranno, «ma solo per responsabilità». Sempre che il resto della maggioranza non faccia la fine dei Dieci Piccoli Indiani.