Un anno di Salera, il sindaco che ha rotto (gli schemi)

Un anno fa Enzo Salera vinceva le elezioni comunali di Cassino. È stato l'inizio di una rivoluzione. Nella politica e nell'amministrazione. Che però è ancora a metà strada. Non solo a causa della pandemia. Gli esami per il sindaco iniziano adesso.

Anno Domini 2019, 10 giugno. La mezzanotte è passata da poco più di venti minuti, lo spoglio è iniziato solo da un’ora, ma la matematica non concede più possibilità di rivincita al centrodestra. Mario Abbruzzese, potentissimo in declino a sua insaputa, già presidente del Consiglio Regionale del Lazio, cinico regista della vittoria nel 2016, ai microfoni di TeleUniverso non può che ammettere la sconfitta. Il 10 giugno 2019 Enzo Salera è ufficialmente sindaco di Cassino.

L’annuncia arriva alle 00.22 dalla sua bacheca facebook: “Cassino è libera“. Dopo i festeggiamenti nella notte sulle note di “Bella Ciao”, in mattinata il commissario prefettizio Benedetto Basile gli consegna simbolicamente le chiavi del Comune: 365 giorni fa la città di Cassino voltava pagina. (leggi qui La scomoda vittoria di Enzo Salera, sindaco di Cassino malgrado tutti).

La rottura degli schemi

Salera
Giugno 2019, il momento in cui Salera è sindaco

Un anno esatto è trascorso da quella mattina del 10 giugno quando Enzo Salera ha indossato ufficialmente la fascia per la prima volta. Un anno che dal punto di vista politico ha rimescolato le carte. Non solo quelle della partita amministrativa in città ma soprattutto quelle del mazzo che viene utilizzato per giocare sotto il tavolo, senza che nessuno veda.

Quella vittoria infatti fa saltare gli schemi che hanno tenuto in equilibrio il Partito Democratico per anni lungo l’asse Cassino – Frosinone. Si interrompe la linea di dialogo non ufficiale e mai dichiarata tra i due leader Francesco De Angelis (dominus dei Dem) e Mario Abbruzzese (al tempo rivestito di un incarico nazionale in Forza Italia).

Salta per pensionamento politico di uno dei contraenti (Abbruzzese verrà privato di lì a poco anche della presidenza del consorzio industriale Cosilam). E salta anche per il contemporaneo ribaltamento degli equilibri nel Partito Democratico.

Non bisogna infatti dimenticare che la vittoria del 10 giugno di Salera è arrivata dopo la spaccatura di marzo 2019 con il suo fedelissimo Giuseppe Golini Petrarcone che non accetta di doversi fare da parte e diventare Numero 2 dopo anni in prima fila. (leggi qui La scomunica di Petrarcone: «Maledetto il Pd ed i suoi antenati»).

Il comizio di Salera dopo il risultato

Ed è arrivata dopo l’altrettanto clamorosa defezione di Marino Fardelli, già consigliere regionale del Lazio e al tempo segretario cittadino del Pd, aderente a Pensare Democratico, la potentissima componente De Angelis capace di catalizzare il 90% del voto al congresso nazionale in provincia. Anche Fardelli voleva essere candidato a sindaco: con lo stratagemma della soluzione istituzionale, cioè siccome non si trova una sintesi tra Petrarcone e Salera allora candidiamo il Segretario. A mandare tutto all’aria è la solidità e l’esperienza del Segretario regionale Bruno Astorre: uno che gli intrighi li crea e li smonta anche bendato; impone il rispetto dello Statuto e convoca le Primarie. (leggi qui Pd in crisi epilettica: dimissioni, anzi ritiro, anzi no. Astorre: Primarie e basta giochi)

Petrarcone se ne va e si candida con una civica nella quale aggrega pezzi di centrodestra e leghisti appena espulsi. Perde. Fardelli si dimette da Segretario per appoggiarlo: in lista c’è il fratello Luca che da un anno esatto è penitente come Enrico IV davanti al castello di Canossa. E ancora nessuno gli apre. (leggi qui Grandi Opere: il Consiglio vara la commissione. Tra le divisioni).

Il vincitore reclama un segno dal Partito Democratico. L’atto di doglianza lo scrive Barbara Di Rollo, appena divenuta presidente del Consiglio Comunale a furor di preferenze. (leggi qui I sassi di Barbara: «Caro Zingaretti ecco chi ha tentato di sabotarci a Cassino»).

Nicola Zingaretti non tuona né lancia invettive o scomuniche: è la sua indole. Sono i silenzi a fare le differenze. Ed i silenzi di Zingaretti aprono ad un cambiamento radicale. Se ne farà interprete il nuovo Segretario provinciale Luca Fantini appena verrà insediato.

Il cigno nero

Elezioni 2019 Mario Abbruzzese ammette la sconfitta in diretta su Teleuniverso

La vittoria del 10 giugno è arrivata dopo la campagna elettorale di maggio quando Salera era il cigno nero dei candidati. La domanda ricorrente dei politicanti – quelli con l’aria che ne sanno sempre una più degli altri – era: “Ma Salera al ballottaggio sosterrà Petrarcone o per dispetto andrà con Abbruzzese come ha fatto Mosillo con D’Alessandro nel 2016?“. Dando tutti per scontato che Salera sarebbe arrivato terzo.

Qualcuno, ironizzando, calcolatrice alla mano aveva previsto che si sarebbe dovuto giocare il podio con il civico Renato De Sanctis, altrimenti rischiava il quarto posto (su cinque: tra gli altri era in corsa Giuseppe Martini del M5S).

Ma le previsioni degli “esperti” sono state smentite dai fatti. Fatti e voti che hanno determinato uno scenario inedito: è stato Abbruzzese ad offrire la presidenza del Consiglio a Petrarcone pur di avere il suo appoggio al ballottaggio. Ha dovuto riallacciare rapporti umani e politici che erano interrotti da anni: con il suo ex caposegreteria Niki Dragonetti, con l’ex presidente d’Aula Massimiliano Mignanelli. (leggi qui Mignanelli torna a destra: «Votate Abbruzzese sindaco»).

Troppo sfacciati quegli abbracci. Hanno solo la conseguenza di completare la Caporetto di Abbruzzese: Salera lo ha disintegrato con il 58,84% dei consensi.

Solido

La prima seduta di Consiglio

C’è un punto che contraddistingue questa amministrazione: la compattezza della squadra. Per rendere l’idea è sufficiente un confronto con le due passate amministrazioni.

Nel 2016 il sindaco Carlo Maria D’Alessandro dopo otto mesi aveva già sostituito due assessori (Caterina Di Giorgio e Tullio Di Zazzo) e in maggioranza aveva già le prime turbolenze con il consigliere Giuseppe Sebastianelli.

Giuseppe Golini Petrarcone, che aveva vinto le elezioni a giugno 2011, dopo pochi mesi aveva già perso una pedina della sua maggioranza: Vincenzo Durante.

Nell’attuale maggioranza non si registrano fibrillazioni o minacce di abbandono. Semmai ci sono i rinforzi e appoggi dall’esterno come Renato De Sanctis e Luca Fardelli che, seppur all’opposizione, spesse volte votano insieme alla maggioranza appoggiando quei temi che coincidono anche con il loro programma elettorale.

Allo stesso modo non si profila alcun rimpasto di giunta in un esecutivo nel quale tutti hanno dimostrato di viaggiare con la stessa velocità.

Il vero tallone d’Achille è la macchina amministrativa: farraginosa e lenta come tutte le strutture burocratiche nel Paese, in più carente di personale. In un anno nulla è stato fatto per migliorarla e per potenziarla. Solo oggi, ironia della sorte, nel Consiglio comunale che prenderà il via alle ore 15, con l’approvazione del bilancio previsionale potranno finalmente partire i concorsi per le 16 assunzioni che erano state annunciate il 10 giugno del 2019 nel passaggio di consegne con il commissario Basile.

Il futuro politico

Enzo Salera Nicola Zingaretti

Gli esami per Enzo Salera iniziano adesso. Sotto il profilo politico ci sono temi sui quali dovrà dimostrare se ha uno spessore provinciale ed una capacità di dialogo e aggregazione superiore ai confini del Cassinate.

Ha i numeri per poter fare il prossimo presidente della Provincia. Ma per poter porre la propria candidatura dovrà prima dimostrare di essere un leader. Il che non vuol dire entrare nei Comuni vicini su un cavallo bianco e con la spada sguainata: ma è innegabile che Antonio Pompeo le sue elezioni a piazza Gramsci le abbia ottenute attraverso la capacità di tessere il dialogo con le amministrazioni, coinvolgerle in un progetto politico ed amministrativo. Mediando con Francesco De Angelis: puntando i piedi e pretendendo la conta quando lo ha ritenuto opportuno, rinunciando quando non era necessario. Come avvenuto, recentemente, anche per l’accordo che ha portato alla designazione di Luca Fantini come Segretario provinciale unitario.

Enzo Salera sotto il profilo politico è meno appariscente di quanto si pensi, molto più scientifico di quanto appaia. I prossimi mesi forniranno una risposta.

Il futuro amministrativo

Piazza Diaz a Cassino

Sotto il profilo amministrativo, se il sindaco Salera vorrà lasciare un segno vero, concreto, tangibile della sua attività, deve avere il coraggio per realizzare finalmente un’isola pedonale permanente in centro, restituendo decoro a piazza Labriola facendola diventare un vero salotto e non il cortile di un bar; coraggio di insistere sul progetto della funivia per Montecassino come volano per il turismo; coraggio di andare fino in fondo sul progetto del cinema multisala; ma anche il coraggio di sviluppare un progetto che porti benefici legati alla fermata Tav di Cassino: non dimenticando che è provvisoria e se i numeri dei viaggiatori non saranno adeguati verrà soppressa entro la fine dell’anno.

Coraggio di uscire presto dal dissesto e di sfidare la burocrazia; il coraggio per far sì che Cassino torni ad essere il comune capofila di un vasto territorio legato non solo alle sorti di Fca, ma che sappia invece riscoprire anche le bellezze culturali di cui gode.

Solo così Cassino sarà veramente libera. Libera dal torpore e dal grigiore in cui è avvolta da ormai tanti anni,. Troppi.

(hanno collaborato Massimo Gentile e Carlo Alberto Guderian)