Un Cardinale per Durigon e benedire la Lega a Fondi

Nuova tappa della rifondazione leghista di Claudio Durigon. A Fondi torna Franco Cardinale. E intanto si tenta l'assedio al presidente d'Aula. Ma senza successo

È sceso dal Carroccio e lo ha osservato andare a schiantarsi alle scorse elezioni Comunali di Fondi. Un impatto disastroso: nessun consigliere comunale eletto, nessuna rappresentanza nella squadra di governo del sindaco Beniamino Maschietto nonostante la Lega ne avesse sostenuto l’elezione. Nulla, neanche una delega che abitualmente si nega a nessuno. Peggio ancora: chiuse le urne, la Lega è stata “cannibalizzata” da Forza Italia. Di fronte al quel disastro ora Franco Cardinale ha deciso di tornare in quella che è stata la sua casa politica dal 2010.

Franco Cardinale

Ne era uscito da tempo. Aveva rifiutato di rientrare alla vigilia della campagna elettorale dello scorso autunno. Fino alla fine aveva cercato di convincere il Partito a non allearsi con il potentissimo dominus regionale di Forza Italia Claudio Fazzone: troppo forte nella sua Fondi, un confronto impossibile, con l’esito finale già scritto. Un pungo di mosche e nessun riconoscimento. Prevedendo la catastrofe Franco Cardinale aveva preferito sostenere la coalizione civica dell’ex sindaco Luigi Parisella, ex alleato e ora avversario acerrimo di Fazzone. In quel fronte, Franco Cardinale è stato il più votato: 260 preferenze personali nella civica “La mia Fondi”. È stato determinante per costringere Forza Italia al ballottaggio, proprio con Parisella.

Ora il ritorno a casa nella Lega. Riportato sul Carroccio dal coordinatore regionale Claudio Durigon che è riuscito a creare un dialogo.

Nessun pentimento

«L’esperienza della campagna elettorale, fatta di incontri e ascolto – dice Cardinale – mi ha entusiasmato. Mi ha reso consapevole che la scelta è stata giusta. Poi l’elezione in Comune ed i primi sei mesi di attività consiliare hanno confermato questo mio sentimento. Ho fatto bene ad accettare di candidarmi con la lista “La Mia Fondi” ».

La sua seconda vita politica nella Lega è stata costruita dal dialogo riallacciato con il sottosegretario Claudio Durigon e con il commissario provinciale Gianfranco Rufa. Con quest’ultimo ha già avviato i necessari contatti per riorganizzare il Partito a Fondi. Lì dove la leadership elettorale è tutta di rifondare.

Cardinale però non rappresenterà la Lega in Consiglio comunale. Lo vieta il regolamento d’Aula. A Fondi non consente di cambiare casacca durante la consiliatura.  Ma il neo dirigente della Lega non lo considera un problema: «Con “La mia Fondi”  sarà intatto l’impegno in consiglio comunale».

Assedio a Giulio Mastrobattista

Il sindaco Beniamino Maschietto con Giulio Mastrobattista

Una delle prime operazioni politiche è quella che mira a mettere stto scacco il presidente del Consiglio Comunale Giulio Mastrobattista.

A chiedern la testa politica sono ora tutte le minoranze. Con Franco Cardinale ci sono Francesco Ciccone, Tiziana Lippa, Luigi Parisella, Salvatore Venditti e Luigi Vocella. Tutta la minoranza tranne l’avvocato Mastrobattista. Era uno dei candidati sindaco contro Beniamino Maschietto e contro Luigi Parisella. Arrivato terzo, decise di appoggiare il candidato di Forza Italia. Scatenando le ire di Parisella che lo accusò pubblicamente di essere venuto meno ad un patto politico che prevedeva di sostenersi in caso si fosse arrivati al secondo turno di voto.

Mastrobattista invece è uscito da Fratelli d’Italia, si è dichiarato indipendente per andare a fare il Presidente d’Aula. In quegli stessi istanti Il coordinatore provinciale di Latina Nicola Calandrini  gli stava notificando il decreto di espulsione dal Partito. (Leggi qui Giulio ritira il ‘premio’ ma perde la tessera: FdI lo isola). 

I colleghi di minoranza hanno chiesto a Mastrobattista di lasciare la presidenza del Consiglio Comunale. Perché ritengono che non li rappresenti e sia invece organico alla maggioranza. Lo dimostra il fatto che ha votato il primo Bilancio di previsione della maggioranza Maschietto.

Il peccato originale

Vincenzo Mattei

C’è anche un altro motivo politico. Il 24 ottobre scorso, all’insediamento del Consiglio Comunale, il neo capogruppo di Forza Italia Vincenzo Mattei propose di attribuire la presidenza del Consiglio ad “un rappresentante dell’opposizione”. All’avvocato Giulio Mastrobattista per l’appunto. Ma quel giorno nessun rappresentante dell’opposizione sostenne l’indicazione giunta dai banchi della maggioranza, “perchè mai concordata, e segnale evidente di un imminente “salto in maggioranza” dell’intransigente Mastrobattista”. 

Il Presidente ha mandato a dire che non ci pensa proprio e sta benissimo dove si trova seduto.

I sei consiglieri d’opposizione hanno chiesto allora almeno una delle due vice presidenze – come è sempre stato fatto per prassi e garbo istituzionale – alla minoranza consiliare, per garantire la presenza di quest’ultima nell’ufficio di Presidenza. Che ad oggi è monocolore.