Un centro di gravità permanente chiamato Azione

Il congresso nazionale del partito di Carlo Calenda ha lasciato intravedere possibili nuovi equilibri nella politica nazionale. Il confronto a distanza tra Letta e Giorgetti, l’irritazione dei Cinque Stelle e il silenzio dei Fratelli d’Italia. Mentre a Frosinone…

In pochi mesi siamo diventati il sesto Partito italiano”, ha detto Carlo Calenda al primo congresso nazionale di Azione. Davanti ci sono Pd, Fratelli d’Italia, Lega, Cinque Stelle e Forza Italia. Così dicono i sondaggi. (Leggi qui È testa a testa tra Fratelli d’Italia e Pd).

Il quotidiano La Repubblica ha descritto così la situazione: “Il parterre del congresso di Azione sembra già voler delimitare i confini di un possibile governissimo post 2023. Apre i lavori il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. Letta parla dal palco; il ministro leghista Giancarlo Giorgietti non viene, ma si collega via Skype. Sul podio si alternano Roberto Speranza (Art.1), Antonio Tajani (FI), Giovanni Toti (Coraggio Italia) ed Ettore Rosato (Iv). Interviene Carlo Cottarelli. Calenda disegna un suo arco costituzionale, che taglia fuori 5 Stelle e sovranisti, compreso Salvini. “La Lega è un interlocutore se è quella di Giorgetti”. E il vicesegretario del Carroccio apre: Non saremo insieme alle elezioni, ma ci saranno spazi di collaborazione per il Paese”. 

Aperture e segnali

Enrico Letta (Foto Carlo Lannutti © Imagoeconomica)

Poi c’è la dichiarazione di Enrico Letta, segretario del Pd: “Siamo determinati a lavorare perché il governo Draghi completi il suo lavoro senza ambiguità. E’ impegno che ci prendiamo. Draghi ha fatto bene: ci sono temi negoziabili da quelli non negoziabili e su questi va bene mettere la fiducia. Mario Draghi ha fatto bene a strigliare i partiti. Lo invito a essere determinato”.

Giancarlo Giorgetti fa sapere: “Serve un governo che decida, una democrazia che aiuti la crescita senza pensare a tornaconti elettorali. Serve un importante impegno di riforme: da vent’anni abbiamo avuto cambi di maggioranze, solo in questa legislatura un campionario incomprensibile per i nostri osservatori esteri. Ma ora al di là delle baruffe quotidiane i richiami che vengono sull’aggiornamento delle istituzioni siano ineludibili, penso ai tre poteri, ma anche al rapporto tra governo e parlamento”.

Il Centro di gravità

Carlo Calenda e Alessandra Sardellitti

Si registrano il nervosismo del Movimento Cinque Stelle e il silenzio dei Fratelli d’Italia. Era quello che Carlo Calenda voleva. Il leader di Azione sa che i pentastellati restano gli interlocutori privilegiati del Partito Democratico, ma sa pure che se viene cambiata la legge elettorale tutto torna in discussione. Mentre nel centrodestra la situazione è complicata: la Lega è divisa al proprio interno tra Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti. Fratelli d’Italia primeggia nei sondaggi ma gli alleati non sono disposti ad affidarle la leadership della coalizione. (Leggi qui La proprietà transitiva delle alleanze).

Carlo Calenda andrà avanti lungo questa strada e ha detto che il prossimo obiettivo è provare ad arrivare al 10%. Sorpassando quindi Forza Italia e diventando una sorta di centro di gravità della politica italiana. Nei territori provinciali le alleanze per le comunali saranno decise sulla base dei programmi ma anche delle affinità politiche. Certamente il Pd resta un interlocutore privilegiato, ma si può perfino chiudere intese con il centrodestra.

A Frosinone c’è stato l’accordo con Mauro Vicano. Il Pd ancora non c’è. Può diventare un laboratorio.

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