Un ciociaro a Bankitalia: Fabio Panetta in pole per il dopo Visco

Via ai sondaggi per individuare il futuro governatore della Banca d'Italia. Le polemiche di questi giorni spingono verso la soluzione interna. Il ministro e l'ad di Intesa parlano di Fabio Panetta figlio dello storico sindaco di Pescosolido, Paolino

Osserva con attenzione le cose della politica, tifa per la Roma ma al calcio preferisce lo sci. Ascolta Lucio Battisti e la canzone della sua gioventù è stata Balla Linda. Fabio Panetta è in pole per diventare governatore della Banca d’Italia alla scadenza del mandato di Ignazio Visco.

Figlio dello storico sindaco di Pescosolido Paolino Panetta, Fabio è vice direttore generale di Bankitalia e membro supplente del Governatore nel Consiglio Direttivo della Banca Centrale Europea.

 

IL MINISTRO: PANETTA EFFICACE

Il primo a fare il suo nome è stato il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Intervenendo sullo scontro istituzionale provocato dalla mozione Pd contro il rinnovo del governatore di Bankitalia il ministro ha detto che «è bene che rientri prima possibile».

Quanto all‘opportunità di rinnovare il mandato al governatore Ignazio Visco, al termine dei suoi primi sei anni a capo dell‘istituto, Calenda non ha voluto esprimersi ma ha ricordato la collaborazione positiva con la Banca d‘Italia, in particolare con Fabio Panetta.

«Ho lavorato meno con Visco. Molto con Fabio Panetta che ha sempre lavorato in Europa in modo molto efficace» ha detto il ministro. Una chiara apertura di credito verso il vice direttore.

 

MESSINA (INTESA SANPAOLO) DICE SI

Anche l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Carlo Messina dice si a Panetta. Lo fa intervenendo a Verona ad un convegno sul sistema bancario.

«Non commento sulle autorità in Italia, ma posso dire che in questo paese abbiamo bisogno di persone a Francoforte e Bruxelles che oltre a difendere gli interessi dell’Europa difendano anche quelli dell’Italia» ha sottolineato Messina.

Per Messina «a Bruxelles e Francoforte è necessario mandare quelle professionalità che consentano di rafforzare il peso del nostro paese nelle istituzioni dove vengono definite le regole in termini di sofferenze e di titoli di stato perché questa sarà la priorità che ci troveremo ad affrontare come sistema Paese nel corso del prossimo anno».

Parlando quindi di “persone giuste in Europa” l’ad di Intesa ha citato il vice direttore generale Fabio Panetta, che «sta svolgendo un’azione di forte difesa di quelli che sono i razionali sottostanti all’addendum in discussione».

L’OUTSIDER

Nei mesi scorsi gli analisti hanno sempre puntato su altri nomi, riservando a Panetta il ruolo di outsider. Tra le ipotesi interne, infatti, finora è sempre apparso il direttore generale Salvatore Rossi, autore di diversi testi, ottimo divulgatore, ben apprezzato dalle parti del Pd.

Altra risorsa di formazione Bankitalia è Ignazio Angeloni, membro del consiglio della Bce al quale è affidata la vigilanza bancaria. Stessa provenienza per Andrea Enria che guida l’Autorità bancaria europea. Oppure Lorenzo Bini Smaghi che oggi è presidente della banca francese Société Générale. Tra gli scenari esterni ipotizzano il nome più gettonato è quello dell’economista Lucrezia Reichlin.

Ma la scelta interna, dopo le polemiche di questi giorni, appare obbligata. E le citazioni ottenute da Fabio Panetta in poche ore sia dal ministro che dall’Ad di Intesa non appaiono casuali.

Il figlio di Paolino ha dalla sua la stima e la considerazione di Mario Draghi, il consenso di molti banchieri nazionali che gli riconoscono l’impegno a difesa degli interessi italiani nella trattativa per il salvataggio delle banche venete a dispetto delle regole europee. Inoltre viene molto ben considerato negli ambienti Pd tanto quanto in quelli di centrodestra.

Il che lo rende sempre più il candidato in pole.

 

FABIO ‘CULO DI PIETRA’

A Palazzo Koch Fabio Panetta è considerato un ‘culo di pietra‘ cioè un lavoratore instancabile. A chiamarlo nel Direttorio di Bankitalia fu proprio il governatore Ignazio Visco: era il più giovane nel ponte di comando. Ma per lui non era una novità: aveva meno di trent’anni quando l’allora governatore Carlo Azeglio Ciampi lo aveva individuato tra gli economisti del mitico Ufficio Studi: a lui aveva deciso di affidarsi per farsi preparare le tracce sulle quali sviluppare i discorsi sui mercati monetari. Un destino che prima di lui era toccato ad un altro giovane funzionario: Antonino Fazio da Alvito al quale il senatore Vincenzo Ignazio Senese commissionava analisi sull’andamento della Lira che poi finivano sul tavolo di Giulio Andreotti il quale li utilizzava per i suoi interventi pubblici. Fazio poi divenne Governatore. E sotto il suo governatorato, Panetta veniva indicato come il giovane emergente.

È stato Antonino Fazio a portare Fabio Panetta alle riunioni del Consiglio direttivo della Bce in qualità di accompanying person del governatore. Invece Mario Draghi gli ha assegnato il coordinamento delle attività connesse con la partecipazione della Banca d’Italia all’Eurosistema.

A Panetta si deve l’introduzione del Rapporto sulla Stabilità finanziaria che illustra la situazione del credito e misura i rischi e la sostenibilità del debito italiano diventando un punto di riferimento e discussione per gli analisti e gli investitori delle piazze finanziarie europee.

Con Visco, Panetta è diventato supplente del governatore nel Consiglio direttivo della Bce.

Ora resta solo l’ultimo salto. Quello verso la poltrona di Governatore.