Un consiglio senza Cardinali: ed è fumata bianca

Assente ingiustificato ai lavori del Consiglio comunale l'ex assessore Alessandro Cardinali, da poco passato all'opposizione. I misteri dell'assenza

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Lo hanno notato in tanti. E le ipotesi si sono sprecate. Non è passata inosservata giovedì pomeriggio ad Anagni l’assenza del consigliere comunale di Fratelli d’Italia Alessandro Cardinali durante il Consiglio dedicato al consuntivo. Un appuntamento non di secondo piano, che ha reso ancora più evidente l’assenza.

In effetti, tra le fila della minoranza mancavano altri due pezzi importanti, ovvero i due esponenti del gruppo Idea Anagni, Guglielmo Vecchi ed Antonio Necci. Ma mentre per Vecchi , purtroppo, si è trattato di un lutto di famiglia, e per Necci di esigenze di lavoro, resta un mistero l’assenza dell’ex consigliere di maggioranza passato fragorosamente tra le fila della minoranza dopo un’aspra polemica con il sindaco Natalia. (Leggi qui: Cardinali se ne va. Natalia gli augura buon viaggio).

Le giustificazioni legate ad impegni di lavoro non hanno convinto nessuno, così come nessuno aveva creduto a suo tempo alla riconsegna delle deleghe per eccessivi impegni professionali. 

Dunque, perché Cardinali non c’era? 

Senza Cardinali nella città dei Papi

I maligni sospettano che sa sia trattato di una decisione presa per evitare imbarazzi eccessivi durante la discussione. Ovvero; poiché nella discussione molte critiche sono state fatte alla manutenzione generale della città (settore che, fino all’abbandono della maggioranza, apparteneva proprio a Cardinali) l’assenza sarebbe stata legata proprio alla necessità di evitare rimpalli di responsabilità troppo evidenti. È solo una ipotesi, ovviamente. Che però ha  convinto più di qualcuno.

Per il resto, il consiglio sul consuntivo, soprattutto se paragonato alla maratona del preventivo (9 ore) è filato via abbastanza liscio, in appena 4 ore. Probabilmente l’assenza di tre consiglieri di minoranza ha convinto il resto delle truppe dell’opposizione che non ci sarebbe stata la possibilità nemmeno numerica di creare imbarazzi e fastidi.

Ed infatti le polemiche, che pure ci sono state, sono state davvero il minimo sindacale. Se si esclude, ovviamente, il richiamo al proscioglimento nel caso Urban Waste del sindaco Natalia. Quello, in effetti, è stato il vertice polemico del pomeriggio. Con tanto di riferimenti irati del primo cittadino a chi, nei giorni più tesi della vicenda, avrebbe definito Anagni «città mafiosa». Definizione che ha scatenato, in diretta nel consiglio e poi sulla piazza dei social, una vera baraonda. Destinata a ripetersi tra pochi giorni, più esattamente il 24 giugno, quando si terrà il consiglio straordinario appena fissato sul caso, anche quello molto caldo, del biodigestore.