Un Cosilam per Mario. Ma a sua insaputa (di M. Molisani)

Le ore convulse che separano Cassino dalla prima bancarotta civica nella sua storia. I voti leghisti? Per averli, il sindaco si ammorbidisce con Palombo. Il caos delle spese bloccate. E per Mario c'è l'intesa con De Angelis se vuole il Cosilam

Mario Molisani

L'ombra nei palazzi del potere

La Grande y Felicisima Armada era la flotta composta da 130 vascelli e 4mila marinai approntata da re Filippo II di Spagna nel 1587. Doveva contrastare sul nascere la potenza marittima delle corona d’Inghilterra. Composta dai migliori marinai di Spagna, affondò poco dopo l’uscita dal porto: la leggenda narra che ognuno si ritenesse più bravo degli altri e per questo nessuno seguisse gli ordini.

La Grande y InFelicisima Amministracion Comunale de Cassino, composta da quattordici Consiglieri, approntata da commander Mario Abbruzzese nel 2016, vive giorni di concitazione come quelli che precedettero l’affondamento dell’Armada.

La data del Consiglio per la dichiarazione del dissesto si avvicina. I due voti della Lega necessari per avere la maggioranza non ci sono ancora. (leggi qui La caccia al cinghiale di CMD’A). Intanto si urla, si impartiscono ordini alla rinfusa, nemmeno i razzi per i soccorsi vengono lanciati nella sequenza corretta. Il messaggio di aiuto è incomprensibile. La tensione è tanta. L’aria è rarefatta, squarciata solo da urla e pugni sui tavoli.

VIA I DIRIGENTI

«La prima cosa che faremo come amministrazione chiusa la partita del dissesto è riorganizzare i dirigenti», il ruggito è quello dell’assessore Benedetto Social et poi Labora Leone. Si, perché a detta dell’ex faccendiere abbaziale c’è stato un dirigente che l’ha combinata davvero grossa. Tra l’altro sotto il naso dell’assessore alle Finanze Ulderico Caccia al debito Schimperna.

L’assessore ha scoperto che era stato ordinato lo stop a tutti gli impegni di spesa del Comune ad oggi 6 giugno 2018. Una catastrofe per la maggioranza, che pensava di poter destinare qualche altra sommetta per l’azione amministrativa prima della dichiarazione definitiva del default. Prevista, sempre se i numeri ci saranno, per il giorno 14 giugno. Data in cui la richiesta di dissesto finanziario dell’ente sarà portata in consiglio comunale.

Anche Carlo Magno….poco D’Alessandro non ha gradito. Giura di non saperne nulla. Ma nessuno sa più quando dica la verità o stia esprimendo qualche dolorosa bugia di necessità.

 

LA PROVVIDENZA

A salvare capre e cavoli c’ha pensato la Provvidenza che ha preso le sembianze del consigliere municipale Carmine The Warrior Di Mambro. 

Ma andiamo per ordine. La legge prevede che in caso di dissesto i vari impegni di spesa debbano essere predisposti entro 30 giorni dall’ultima notifica del consuntivo.

Tutte le notifiche erano, infatti, state consegnate entro il 6 maggio. Tutte tranne una. Quella destinata a Carmine Il Salvatore Di Mambro, entratone in possesso ufficialmente il 10 di maggio.

In sostanza ora, grazie a questo cavillo burocratico, sottoposto già all’approvazione del segretario generale del Comune, sarà il 10 giugno 2018 il termine ultimo per gli impegni di spesa.

CMD’A e compagni avranno quattro giorni in più per investire. Sicuramente in qualcosa di sensato.

MARIO TORNA ALLE ORIGINI?

“Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris”.

Tradotto dal libro della Genesi: Ricordati, uomo, che polvere sei e in polvere ritornerai”.

 

Rischia di essere una nemesi politica per il compianto (amministrativamente) Commander Mario Ente Locale Abbruzzese.

Nonostante lui stia facendo di tutto per non andarci, pare che sarà costretto a tornare alla guida del Cosilam di cui fu presidente dal 2005 al 2010.

A Mario le minestre riscaldate non piacciono. A tutti ha detto «Sarebbe una sconfitta se tornassi lì».

Sarà un caso. Ma per venerdì è in programma una riunione dei sindaci di centrodestra del Lazio Meridionale. Per domandare cosa intendono fare al momento del rinnovo della presidenza. Si dice che in quell’occasione Carlo Magno poco D’Alessandro, taccuino alla mano farà i conti dei voti sui quali fare affidamento.

Mario continua a negare. Non vuole. Ma intorno a lui ha tanti amici che gli vogliono bene. Lo vedono poco occupato. Soprattutto sono stanchi di vederselo tra i piedi in municipio a domandare ogni giorno “C’è qualcosa da fare? Avete qualche problema che non riuscite a risolvere?

Quello che in pochi sanno è che M.A. ha pronto un accordo con Francesco l’Immortale De Angelis. Se Mario volesse tornare a fare il presidente, Francesco Tito De Angelis gli garantirebbe tutti i voti dei suoi sindaci.

Alla fine, se tutto andrà in porto, i due strateghi dei rispettivi schieramenti avranno in mano le fondamentali strutture per la promozione dello sviluppo industriale della provincia di Frosinone. Uno ciascuno non fa male a nessuno. Ma nessuno gridi all’inciucio.

 

LA LEGA VUOLE I CIVICI

Francesco da Terracina Kufurgone Zicchieri, Claudio Ugl Duringon e Francesca Cheers Gerardi da giorni si aggirano in provincia di Frosinone per concupire alcuni consiglieri comunali di Cassino. Uno in particolare. Aderente ad una lista civica che sostiene il sindaco CMD’A e che ha avuto a che fare dal punto di vista lavorativo con gli ultimi due rappresentanti del Carroccio.

Un corteggiamento serrato fatto di telefonate ed incontri. Ma anche di promesse per incarichi all’altezza della sua preparazione, che vanno al di là dei confini territoriali della città martire.

Se accettasse, andrebbe a rinforzare il trilatero composto da Claudio Nonsense Monticchio, Robertino Solo di nome Marsella, Carmelo celhodurosoloio Palombo.

E i voti leghisti per il dissesto?

 

CARLO MORBIDONE

Dopo il divorzio compiuto sotto i riflettori, ora il problema non è rappacificare il sindaco Carlo Magno poco D’Alessandro ed il suo ex vice Carmelo celhopiùduroio Palombo. Ognuno dei due muore dalla voglia di chiudere la questione: Carlone vuole i due voti leghisti che gli servono per approvare il dissesto e provare finalmente a governare, Carmelone rivuole la fascia da vice e la stella da sceriffo sul petto. Soprattutto ora che il suo aspirante sostituto Benedetto Social et poi Labora Leone ha dimostrato che le multe in giro si possono fare ed in abbondanza (leggi qui E l’assessore ordinò: «Multate pure carabinieri e polizia»)

Ma allora dove sta il problema se tutt’e due vogliono fare pace? Che nessuno può rimetterci la faccia. Carlone aveva giurato che mai avrebbe restituito la stella al suo sceriffo se non gli avesse pubblicamente chiesto scusa per le critiche fattegli a mezzo stampa.

Carmelone gli aveva mandato a dire di provare a far passare i cammelli nella cruna dell’ago.

Come se ne esce? Carlo Morbidone D’Alessandro ormai ha apparecchiato tutto per dichiarare la prima bancarotta nella storia di Cassino. Ha trascorso la giornata asserragliato insieme all’assessore Ulderico Caccia al debito Schimperna ed il collegio dei revisori.

 “Indietro non si torna, indietro non c’è terra” ha sentenziato Carlo. Che pur di ottenere quei due voti è disposto a fare un po’ il Morbidone. Si è sciolto un po’ ed ha fatto intendere che non servono le scuse pubbliche ma basta un pubblico gesto di riconciliazione. Mandando così in crisi il povero sceriffo: e che vorrà mai dire?

Il dubbio atroce è se voglia farsi mandare un fascio di rose oppure i cioccolatini. I colleghi leghisti propendono per la seconda ipotesi.