Un mese di Sardine, ecco cosa hanno insegnato ai partiti

Foto © Imagoeconomica / Paolo Lo Debole

Oggi la grande manifestazione a Roma chiude un primo cerchio. Salvini le irride ma le teme, Meloni non le sottovaluta, il Movimento Cinque Stelle teme di essere prosciugato dall’entusiasmo di questi ragazzi. Nicola Zingaretti ha resistito alla tentazione di mettere il cappello del Pd, ma le guarda con straordinaria attenzione. Loro semplicemente vanno avanti.

È passato soltanto un mese da quando le Sardine riempirono la piazza Grande di Lucio Dalla a Bologna, mandando un messaggio fortissimo a tutta la politica italiana. Oggi arrivano a Roma e hanno come obiettivo le 100.000 persone. Non solo: devono evitare infiltrazioni che possano in qualche modo annacquare o rovinare la manifestazione.

Manifestazione Sardine © Imagoeconomica, Marco Cremonesi

Significa che in trenta giorni sono diventate importanti e molto temute. Hanno riempito le piazze delle città più importanti d’Italia. Con un linguaggio semplice, sbandierano i valori dell’antifascismo, intonando Bella Ciao. Sono un movimento di sinistra, ma non sono soltanto questo. Hanno mobilitato giovani e anziani, famiglie e single, andando oltre ogni tipo di schema.

I loro leader ripetono che non si trasformeranno mai in un Partito. Intanto però ai Partiti hanno mandato dei messaggi chiarissimi e fortissimi. Alla Lega hanno detto che sono capaci di riempire le piazze perfino meglio di Matteo Salvini. Ma soprattutto hanno detto che il Carroccio non può dare ogni vittoria per scontata. Dopo la manifestazione di oggi si concentreranno sull’Emilia Romagna, perché è lei che si combatte la battaglia politica decisiva.

Salvini spesso le irride, ma per la prima volta ha visto un segnale vero di contrasto sul versante opposto. In realtà il leader leghista non le sottovaluta. Così come non le sottovaluta Giorgia Meloni, numero uno di Fratelli d’Italia. Al punto che ha immediatamente detto che dietro le Sardine è in realtà c’è una vecchia conoscenza della politica italiana, Romano Prodi.

Mattia Santori, Sardine © Imagoeconomica / Paolo Lo Debole

Il Movimento Cinque Stelle è forse quello che più di tutti deve temere le Sardine. Perché i pentastellati hanno perso il contatto con le piazza ma pure con lo streaming e alla fine le Sardine fanno (meglio) quello che loro hanno fatto per anni. Lo fanno senza “vaffa” e senza effetti speciali, sulla base di una mobilitazione vera. Infine   Democratico.

Nicola Zingaretti ha resistito alla tentazione di mettere il cappello sopra le Sardine. Sarebbe stato sbagliato e controproducente. Ha capito che occorre un dialogo alla pari, che il loro entusiasmo non ha nulla a che fare con il Pd. Non in questo momento comunque.