Un museo di parole e notizie: la storia di Casinelli, fotografo e cultore dei giornali

Le sue istantanee hanno raccontato la vita della provincia di Frosinone sui principali quotidiani. Ma Tonino custodisce ed alimenta anche un archivio delle testate locali. Un patrimonio dal valore inestimabile per una comunità. Tra queste c’è “La Provincia” che per varie vicissitudini non ha una raccolta ufficiale. Il suo rapporto con Umberto Celani, il direttore-pioniere dell’informazione ciociara

Giovanni Lanzi

Se lo chiamano 'Il Maestro' non è un caso

Il profumo della carta stampata. La voglia continua di informarsi, sfogliare, leggere. E archiviare con certosina scrupolosità. Ma anche di raccontare, sempre con lucidità e dovizia di particolari. Tonino Casinelli, 69 anni, a Frosinone è un dogma più che una istituzione. Fotografo ante-litteram in diverse realtà editoriali ciociare, quando quel lavoro era per pionieri, ma anche piccolo editore di riviste sportive che ancora oggi caratterizzano il calcio a Frosinone, con il periodico “1928”.

Fotografo di migliaia di eventi, di partite di calcio sui campi di tutta Italia, quando a Frosinone e provincia la serie A si vedeva in tv. Fotografo del Capoluogo, con due avviati studi in via Marittima e nel quartiere Stazione, dove in Via don Minzoni il suo negozio è storia.

Un “tesoro” dal valore inestimabile

Una mazzetta di giornali

Cultore dei giornali, custode attento proprio di quelle realtà editoriali che hanno dato lustro alla provincia ciociara negli ultimi 50 anni. Ciociaria Oggi, La Provincia, Il Quotidiano, Il Nuovo Giorno ed anche Il Tempo ai tempi in cui il quotidiano romano, in provincia, era forte e radicato. Migliaia di copie rilegate e archiviate in maniera certosina.

Un costo… doppio: la copia acquistata e il lavoro per rilegarle ogni mese. “Soldi ben spesi. Un piccolo, ma mica tanto, patrimonio. Quando ancora c’era il gusto di fare la fila all’edicola…” dice sorridendo dietro i baffi neri inconfondibili e quel pizzico di ironia che non guasta mai.

Salvatore di un patrimonio

Umberto Celani, fondatore e direttore de La Provincia

Curiosità non da poco. La Provincia – nata nel maggio 1999 da un’idea del direttore Umberto Celani sempre restio nel piegarsi ai diktat e alle vicende della vita e poi chiusa all’epilogo di una serie di vicissitudini al limite dell’inenarrabile dopo la sua scomparsa – si è scoperto poco più di un anno fa che non ha più l’archivio interno.

Anzi, che quel patrimonio si è volatilizzato, perso nei meandri di qualche carta bollata dimenticata. Sparite nel nulla 17 anni di fotografie su carta, 17 anni di collezioni di giornali (per legge vanno archiviate 3 copie al giorno: si sono salvate la copia depositata alla Biblioteca Comunale e la copia depositata all’Archivio Centrale), 17 anni di edizioni masterizzate. Sparite, dissolte, polverizzate. Almeno così hanno detto.

Sparite come il lavoro di circa 30-35 dipendenti tra giornalisti, amministrativi, pubblicitari e poligrafici senza contare i collaboratori.

Un lampo nel buio

La testata de “La Provincia”

Ebbene, la luce si è accesa poche sere fa, come un lampo nel buio che rischiava di diventare dimenticatoio: “Mio padre ha tutte le collezioni de La Provincia”. Una voce, una frase buttata là da Federico, il figlio di Tonino. Ma una frase dal valore inestimabile. Oro colato per chi ha lavorato in quello che si può definire a tutt’oggi un laboratorio di giornalismo e passione nella provincia di Frosinone.

Oro per la Comunità della città di Frosinone, ammesso che sia in grado di coglierne la sostanza culturale, oro per l’intera provincia ciociara. Ebbene, Tonino ha tutto. Proprio tutto. E sapere che quel patrimonio è là fa un bell’effetto. Tonino ha le collezioni di tutto.

Tutto ebbe inizio con Ciociaria Oggi

La prima pagina di Ciociaria Oggi

Ma riavvolgiamo il nastro. E ricominciamo dalle cose semplici: il 20 gennaio 1988 non è una data qualunque per Tonino Casinelli. E’ la data che segnò la nascita di Ciociaria Oggi. Il primo giornale locale.

E Tonino Casinelli di quella data mantiene due tratti inconfondibili: il suo rapporto di lavoro con il giornale e con il Direttore, il compianto Umberto Celani – l’uomo che in un territorio nel quale Il Tempo e il Messaggero avevano due ottime redazioni locali che lui stesso aveva frequentato da redattore, dette il là alla nascita delle galassie editoriali di Giuseppe Ciarrapico prima di venire immolato dallo stesso imprenditore-editore il 26 dicembre 1998 – e l’inizio di un lungo lavoro parallelo di ‘cultore’ della carta stampata, appunto.

Più di un archivista, molto di più di più di un bibliotecario di lusso. Perché a Frosinone probabilmente la Biblioteca Comunale non è fornita di quelle raccolte come le sue.

Fotoreporter di razza

Il buon Tonino lavorava – e all’epoca tempi, metodi e dimensione dei quotidiani erano per solo per gente che amava il sacrificio quanto il lavoro di quel settore -, scattava foto di tutti i tipi: sport, politica, cronaca, servizi h24, senza badare all’orologio.

Scattare foto voleva dire andare spesso – quando non si usava la classica Polaroid per le emergenze ‘ad horas’ – nella camera oscura, avere a che fare con gli acidi, la famosa bacinella sempre pronta con la soluzione migliore, sviluppare con attenzione maniacale prestando attenzione al buio totale, osservare la buona riuscita della foto e poi consegnare il lavoro al giornalista e alla tipografia, attraverso la telefoto prima e poi lo scanner.

La moglie, la signora Carolina, compagna di una vita, sostegno, presenza forte, attiva e fattiva. Accanto a lui anche il figlio Federico, laureato in Giurisprudenza e Responsabile organizzativo del Frosinone Calcio. Fin da piccolo a cercare di carpire i segreti del papà.

Al passo con i tempi senza rinnegare il passato

Dopo il 20 gennaio 1988 tante altre date per Tonino Casinelli. Il lavoro a La Provincia di nuovo con Umberto Celani, il Quotidiano, di nuovo Ciociaria Oggi. Ma praticamente da ragazzino aveva ‘bazzicato’ anche la redazione de Il Tempo.

Poi ci fu il passaggio generazionale della fotografia, dalla carta al digitale. E lui sempre attento agli sviluppi – visto che si sviluppi nel senso stretto se ne è sempre occupato – di un lavoro che lo affascina ancora oggi come fosse il primo giorno.

Lo affascina come quel profumo inconfondibile della carta stampata. Che ogni mattina da grande cultore alimenta di nuove copie. Inestimabile, come il suo archivio.