Una cena a La Torre per decidere chi buttare giù dalla giunta

Cena a Campoli Appennino. A tavola, il sindaco Roberto De Donatis e 4 esponenti dell'amministrazione. Ai quali dice: "Scordatevi rimpasti al buio". E mette in chiaro: "Nuova giunta solo se ci sono gli equilibri per tutti"

Maurizio Patrizi

Rem tene, verba sequentur

Una cena lontano da occhi indiscreti, in un ristorante di Campoli Appennino: la trattoria “La Torre” da Peppe Olè Se Magna. Portata principale i bucatini all’amatriciana, il piatto preferito del primo cittadino, , accompagnata da un buon arrosto: il rimpasto di Giunta a Sora diventa l’argomento della conversazione. Se ne parlarà dopo settembre, lo ha confermato a tavola il sindaco di Sora Roberto De Donatis, autenticando quanto aveva anticipato ad Alessioporcu.it. (leggi qui De Donatis e la candidatura bis: «Non posso rispondere ma vi dico che…»)

Tra le forze di maggioranza c’è chi va un po’ di fretta. E sta cercando di guadagnare qualche “posizione” prima del dibattito ufficiale previsto al rientro dalla pausa estiva. Ed ecco che la cena a Campoli Appennino diventa l’occasione propizia per fare chiarezza, fissare i paletti, stabilire tempi e condizioni.

La prima: «Nessun rimpasto al buio. L’upgrade della giunta si farà solo quando saranno garantiti tutti gli equilibri, scordatevi di aprire una verifica senza che abbiamo prima ben chiaro il punto di caduta della discussione». Roberto De Donatis serve la la portata principale sotto il profilo politico. E lascia più di qualcuno a bocca asciutta: non si farà un rimpasto tanto per accontentare qualcuno. Se riequilibrio deve esserci allora tutti devono uscirne soddisfatti. Altrimenti se ne fa nulla.

Nessuno sa se la cena sia stata organizzata di proposito per affrontare l’argomento. Mettere a freno le ambizioni. O solo fissare i confini. Ma gli accordi politici, storicamente si raggiungono a tavola: l’Italia è il paese della democrazia di relazione, Sora è più democristiana di quanto si voglia far apparire.

Si è parlato delle cene fatte nelle settimane scorse dagli avversari: per costruire un cartello da contrapporre alla ri candidatura di Roberto De Donatis. Sono state definite “cene carbonare”. (leggi qui Prove carbonare di centrodestra unito). Niente peperoncino. Acqua. A Campoli Appennino il sindaco ha detto: «Sono pronto al dialogo perché credo che sia molto più costruttivo dei pranzi e delle cene a base di “carbonara”. Anche perché, mi si consenta la battuta, io preferisco “l’amatriciana”. Infatti, laprima cosa che ha ordinato è stata proprio l’amatriciana, bucatini per la precisione. 

Cinque sono staii i commensali certi, tutti amministratori: Lino Caschera, consigliere comunale delegato alla Manutenzione, Franco De Gasperis, consigliere delegato alla Polizia Municipale, Alessandro Mosticone delegato allo Sport, Massimiliano Bruni delegato ai Lavori pubblici e, ovviamente, il primo cittadino. 

Il presidente del Consiglio comunale Antonio Lecce, assente alla cena, è stato il convitato di pietra: assente alla cena ma presente con gli argiomenti che ha fatto portare a tavola. Gradirebbe fare l’assessore , passando da un ruolo politico e di coordinamento ad un ruolo più amministrativo e di contatto con i problemi della gente.

La stessa cosa si sostiene di Natalino Coletta della civica Patto Democratico. Voci già circolate e mai smentite. Anzi, Coletta aveva detto di “essere a disposizione” nel caso la Giunta ritenesse la sua presenza necessaria a ricucire quello scollamento che da più parti si segnala fra il “Palazzo” e i cittadini, ossia carenza di dialogo. (leggi qui L’antipasto del rimpasto: ecco le mosse che potrebbero scattare a settembre).

Ambizioni giustificate, ha detto il sindaco. Ma c’è da tenere conto dei comitati di quartiere: la cui ultima elezione fra l’altro c’è stata domenica scorsa.

Tra gli aspiranti ad un incarico operatuivo in Giunta c’è anche Lino Caschera di Forza Italia. 

L’unico a non pretendere deleghe da assessore è Massimiliano Bruni di Fratelli d’Italia che, dopo l’elezione dell’Amministratore unico di Ambiente Surl, nella persona di Ennio Mancini, non ha più parlato di necessità di rimpasto bensì dell’opportunità di “riassettare” il personale e la macchina amministrativa per mettere a frutto i milioni di euro di finanziamenti ottenuti.

Una forchettata di bucatini, un colpo di tovagliolo ed il sindaco dice: va bene, dopo il passaggio all’opposizione di alcuni consiglieri comunali, sicuramente è opportuno rivedere gli equilibri. «Ma mettetevi in testa la parola ‘equilibri‘ che è diversa da ‘squilibri‘, abbiamo in mano la responsabilità di una città, scordatevi che neppure lontanamente possa metterla in discussione se non c’è accordo e soddisfazione per tutti».

Contro il rimpasto, fra i presenti, Franco De Gasperis. Anche per lui, niente rimpasti al buio.  

Ed a proposito di equilibri a “battere cassa” qualche settimana fa, durante una riunione di maggioranza, sarebbe stata anche Floriana De Donatis: la sua lista “Sora che verrà”, che del resto già dal nome guardava al futuro, sarebbe l’unica delle sette a sostegno del sindaco con la piattaforma civica, finora rimasta fuori dalla stanza dei bottoni, nonostante alle elezioni si sia classificata terza con 1.200 voti. E in politica si sa, anche i numeri hanno il loro perché.

Una vicenda tutt’altro che definita, dunque, quella del riassetto dell’organo esecutivo, se è vero che si sente la necessità di parlarne anche durante la pausa estiva, evidentemente per preparare il terreno e facilitare le cose a settembre.

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