Una città del cinema nell’ex saponificio Annunziata

Foto: © IndieGesta

Il progetto dei giovani del Dieci Minuti Film Festival. Che quest'hanno ha portato oltre 1.140 'corti' in Ciociaria. Una città del cinema nell'ex capitale industriale di Ceccano

Melania Massa

Moda, Fashion & Style

Alessandro Ciotoli, il Dieci Minuti Film Festival e la scommessa utopica di una città del cinema nell’ex stabilimento Annunziata a Ceccano. È la nuova sfida a poco più di un mese dalla conclusione della 14esima edizione del DFF tenutasi dal 19 al 23 marzo presso il cinema Antares di Ceccano.

Si sta mettendo a punto il nuovo bando per la prossima edizione del Festival interamente dedicato ai corti. Che vanta una genitorialità tutta ciociara. Tra le novità della 15esima edizione ci sarà sicuramente un montepremi più alto per i vincitori e una sezione speciale, dedicata agli studenti delle scuole di cinema italiane, dal nome“Panorama Italia”.

Ce la sta facendo Alessandro Ciotoli che anni fa ha iniziato una scommessa ambiziosa e unica all’interno dell’associazione IndieGesta, ce la stanno facendo i ragazzi che abbracciano il progetto con determinazione per ottenere risultati sempre crescenti, mettendo corpo e anima in qualcosa che si arricchisce anno dopo anno.

Una ventata di cultura ed internazionalità che presenta al pubblico corti di ogni genere e provenienza e che apre le porte a prospettive importanti per il territorio ciociaro.

Come tutte le cose vincenti l’idea del DFF è nata per puro caso anzi, quasi per gioco. Come racconta Ciotoli «galeotta fu una puntata dei Simpson dove i protagonisti, per far crescere la città di Springfield che vantava il primato di ultima città della contea, idearono un Festival dei film». Per il presidente dell’associazione culturale IndieGesta il parallelismo tra Springfield e Ceccano venne quasi automatico e l’idea di un festival dedicato ai cortometraggi arrivò di getto.

Quattordici anni possono essere relativamente tanti o pochi, dipende dal progetto che si intende portare avanti, sta di fatto che qualsiasi evento che riesca ad arrivare alla 14esima edizione rappresenta sicuramente un qualcosa di vincente, qualcosa che si è evoluta e trasformata nel tempo per arrivare fino ad oggi e far parlare così tanto e bene di sé. 

Il festival è articolato in 5 sezioni internazionali, Selezione Ufficiale, Extralarge, Animazioni, Doc10, Futurama Competition una sezione competitiva dedicata ai corti girati da allievi di scuole secondarie e superiori che prevede anche la sezione Masterclass con workshop e laboratori per gli studenti.

Riscontro elevatissimo per questa edizione se si considera l’iscrizione di ben 1.141 corti provenienti da 73 nazioni, nomi di spessore hanno presieduto la giuria come Ilaria Fraioli, una delle migliori montatrici italiane nonché docente di Montaggio della Scuola Nazionale di Cinema “Gian Maria Volonté” e Christian De Vita, animatore e regista tra i più affermati in europa. 

La Città del Cinema. Utopia o realtà? 

Come limite solo il cielo” è stato questo il jingle che ha fatto da traino per tutta l’edizione, non a caso la locandina del festival raffigura l’hidalgo Don Quijote de la Mancha che combatte contro i mulini a vento. Forse si ci sente un po’ come il protagonista del romanzo a presentare l’idea di una Città del Cinema ma l’ambizione è tanta e le parole del presidente dell’associazione arrivano dritte al dunque.

«Non è sufficiente creare una comunità appassionata di cinema, affascinata ad intraprendere mestieri, per poi vederla andare via dalla nostra terra in cerca di fortuna altrove. Vogliamo che abbiano anche la possibilità di farlo qui».

“Qui” è uno dei luoghi simbolo di Ceccano. Quella che è stata per anni la capitale economica dell’area, il polo di sviluppo industriale ma anche delle battaglie sociali e sindacali. «Esiste un’area, nel cuore della nostra città, dove un tempo sorgeva il Saponificio Annunziata, oggi ridotto a gigantesco rudere, che ha le potenzialità per diventare il cuore pulsante e il motore economico della Ceccano del futuro grazie alla Città del Cinema. Il luogo che sogniamo è uno spazio dove sorgano un Palazzo del Cinema, per il nostro Festival, una serie di stabilimenti e strutture per case di produzione per dare vita a una Hollywood sul Sacco. Un luogo di cultura che sia fonte di ricchezza, di lavoro, di prospettive diverse per le future generazioni».

Alle future generazioni vanno dati i mezzi e le consapevolezze, vanno date certezze ma anche sogni e speranze, non ci sono limiti, non ci sono barriere perché come scrisse Miguel de Cervantes Saavedra “Nessun limite eccetto il cielo”.