Una crisi tira l’altra, basta non prendersi sul serio

Foto Paolo Giandotti

Pd e Cinque Stelle sono passati dalla rassicurazione “che non ci sono ostacoli insormontabili” alla possibile rottura. E la Lega di Matteo Salvini resta sullo sfondo. Nel frattempo però le risposte economiche all’Europa non possono attendere.

Quando ieri sera è iniziato l’apericena tra il leader del Pd Nicola Zingaretti e il capo politico del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio il mantra era che “gli ostacoli non sono insormontabili”. Al termine invece i toni erano diversi e nella notte le distanze sono aumentate. (leggi qui L’aperitivo del disgelo: Zingaretti e Di Maio parlano del nuovo Governo. Ma c’è l’amaro Conte). I pentastellati propongono un Conte bis, il Pd chiede discontinuità. Ma sui punti del programma in realtà le visioni sono molto diverse. C’è chi azzarda perfino un riavvicinamento tra Cinque Stelle e Lega, nell’ambito di un’operazione che potrebbe portare Luigi Di Maio a Palazzo Chigi e Giuseppe Conte in Europa come commissario.

Sergio Mattarella

Tutto questo conferma i motivi dell’irritazione del Capo dello Stato Sergio Mattarella, il quale deve avere la sensazione nettissima che ci si renda conto pochissimo dell’urgenza e della delicatezza del momento. E che al contrario i Partiti restano concentrati sulle tattiche e sugli infiniti giri di valzer.

Mettiamo che alla fine si torni all’assetto originario, quello di Lega e Cinque Stelle insieme al Governo. Come verrà spiegato tutto ciò che è successo in questa pazza crisi d’agosto? Come verranno metabolizzate dichiarazioni durissime, come quelle fatte dall’ex premier Giuseppe Conte nei confronti di Matteo Salvini? Come verrà ricordata la scomunica di Beppe Grillo nei confronti della Lega?

Luigi Di Maio, foto © Imagoeconomica Paolo Cerroni

Però in primo piano restano le scadenze economiche. Il nostro Paese ha urgente bisogno di sterilizzare l’attivazione delle clausole di salvaguardia e di scongiurare l’aumento dell’Iva. Presentando all’Unione Europea un documento di programmazione economica che abbia concrete possibilità di essere approvato. Altrimenti ricomincerebbe la “tarantella”. Questo mentre Matteo Salvini parla di manovra coraggiosa ed espansiva. Vuol dire poco sintonizzata sulle frequenze di Bruxelles.

In Italia le crisi (politiche, economiche, finanziarie) sono come le ciliegie. L’una tira l’altra.

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