Una famiglia su tre sta per finire i soldi. E la politica continua a giocare

Scenario peggiore di ogni previsione quello che emerge da un dettagliato studio di Bankitalia. Redditi in picchiata, difficoltà a pagare mutui e a fronteggiare le spese sanitarie. Mentre al Governo c’è chi invita a non spendere i soldi del Mes. Pazzesco.

Mentre la politica continua a giocare e a guardarsi l’ombelico l’Italia sprofonda. A dirlo non sono i catastrofisti cattivi e i giornalisti sfigati. No, lo dice l’indagine straordinaria di Bankitalia.

Più di un terzo degli intervistati  ha dichiarato di disporre di risorse finanziarie liquide sufficienti per meno di 3 mesi a coprire le spese per consumi essenziali della famiglia in assenza di altre entrate, un periodo compatibile con la durata del lockdown legato all’emergenza Covid-19. Secondo l’indagine questa quota supera il 50 per cento per i disoccupati e per i lavoratori dipendenti con contratto a termine. Poco meno di un quinto dei lavoratori indipendenti e dei lavoratori dipendenti con contratto a termine si trova in questa condizione e contemporaneamente ha subito una riduzione di oltre il 50 per cento del reddito familiare nei primi due mesi della emergenza sanitaria.

Primo taglio, le vacanze

Foto © Carlo Carino / Imagoeconomica

E se prima questa situazione si immaginava, adesso si sa. Un terzo delle famiglie non andrà in vacanza, mentre il 40 per cento dei nuclei familiari è in difficoltà con le rate del mutuo.

L’indagine straordinaria è stata condotta dalla Banca d’Italia tra fine aprile e inizio maggio sulle famiglie, prendendo come campione  3.079 individui per raccogliere informazioni qualitative sulla situazione economica e sulle aspettative durante la crisi legata alla pandemia.

D’altronde l’Istat ha diffuso la nota mensile nella quale lancia l’allarme sulle imprese: un’azienda su tre rischia la chiusura e il 60 per cento di alberghi e ristoranti sono in pericolo.

Nel primo trimestre – spiega l’Istituto di statistica- il calo del reddito disponibile lordo delle famiglie consumatrici (-1,6 per cento rispetto al trimestre precedente) ha assunto un’intensità decisamente inferiore a quella del Pil nominale (-5,2 per cento) e dei consumi (-6,4 per cento), condizionati dall’inizio del lockdown. Perciò la propensione al risparmio delle famiglie ha segnato un deciso aumento, attestandosi al 12,5 (+4,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente). A maggio, l’allentamento delle misure restrittive ha favorito la crescita delle vendite al dettaglio (+25,2% in volume rispetto al mese precedente) , i negozi soffrono ma si rafforzano gli acquisti effettuati tramite e-commerce”.

Tre mesi di autonomia

Per Bankitalia l’impatto è più negativo tra i lavoratori indipendenti: quasi l’80 per cento ha subito un calo e per il 36 per cento la caduta erode mezzo capitale.

Foto © Sara Minelli / Imagoeconomica

Si legge nello studio: «Circa la metà della popolazione si aspetta una riduzione del reddito familiare nell’arco dei prossimi 12 mesi, anche se di intensità inferiore a quella degli ultimi due mesi».  Inoltre, sottolinea il rapporto di via Nazionale, «più di un terzo degli individui dichiara di disporre di risorse finanziarie liquide sufficienti per meno di 3 mesi a coprire le spese per consumi essenziali della famiglia in assenza di altre entrate. Questa quota supera il 50 per cento per i disoccupati e per i lavoratori dipendenti con contratto a termine».

Utilizzando come riferimento la soglia di povertà relativa stimata sulla base dell’indagine sui bilanci delle famiglie italiane del 2016, secondo la Banca d’Italia, «la quota di popolazione che non ha sufficienti risorse finanziarie liquide per poter restare sopra la soglia di povertà per 3 mesi in assenza di altre entrate raggiunge il 55 per cento».

Quasi il 40 per cento degli italiani indebitati dichiara di avere difficoltà nel sostenere le rate del mutuo a causa della crisi; i malesseri si concentrano nel Centro e nel Mezzogiorno.

La spesa sanitaria

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIUSEPPE CONTE

L’emergenza sanitaria incide negativamente sulle aspettative di spesa: «Il 30 per cento della popolazione dichiara di non potersi permettere di andare in vacanza quest’estate e quasi il 60 per cento ritiene che anche quando l’epidemia sarà terminata le proprie spese per viaggi, vacanze, ristoranti, cinema e teatri saranno comunque inferiori a quelle pre-crisi». 

Uno scenario peggiore del previsto, che non può non preoccupare. Davanti a tutto questo nel Governo c’è chi, i Cinque Stelle, mette veti sull’utilizzo del Mes e spinge il premier a restare diffidente rispetto alle risorse europee. A settembre la situazione potrebbe finire fuori controllo.

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