Una Folgore a Shanghai per quelli che parlano male della Ciociaria

Il Salone dell'auto di Shanghai è una sfida. Passa da lì il mercato cinese. E lì Stellantis ha deciso di presentare l'auto con cui intende conquistare gli automobilisti cinesi. È Grecale Folgore. Un'auto full electric prodotta a Cassino Plant

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Shanghai sta a Pechino come Milano sta a Roma: è la città più popolata della Cina e ne è la capitale economica. A differenza di Milano ha il porto: primo della Cina per volumi di traffico, tra i primi al mondo con Singapore e Rotterdam. Se vuoi aggredire il mercato cinese devi partire da Shangai: altrimenti la tua è un’avventura di basso profilo. Cassino ora è lì. È a Shanghai

Non la città di Cassino, non la sua amministrazione: li c’è il lavoro di circa tremila persone che indossano una felpa e la mattina strisciano il badge a Piedimonte San Germano. Stellantis Cassino Plant è a Shangai con Maserati Grecale Folgore, la total Electric prodotta in Ciociaria: ha fatto il suo esordio oggi al salone dell’auto. In contemporanea è al centro della Milano Design Week.

Grecale

La sfida dalla quale dipende una importante parte della vita futura di Stellantis parte da lì. Cioè da dove fallì Fca. Perché sul mercato cinese Giulia e Stelvio non tirarono come dovevano: ingranarono solo dopo. Ma a quei livelli ogni ritardo significa un vantaggio per gli avversari.

Questo significa due cose: il progetto di elettrificazione a Cassino è diventato realtà ed è pronto ad aprire la strada nel mercato ultra selettivo della Cina; a Shanghai abbiamo inviato un mostro dotato di una batteria da 105 kw/h, con una coppia di 800 Nm, oltre 500 Cv di potenza e una velocità massima superiore ai 200 Km/h. Quel mercato è talmente importante che è stato scelto per l’esordio ufficiale di Grecale Folgore.

Cassino Plant

Non è una sfida di retrovia: lì passa una delle linee del fronte. Perché il mercato cinese è tra i più esigenti sul piano delle zero emissioni. È il più avanzato in termini di elettrificazione. Avere lì, per quella sfida, un’auto fatta a Cassino significa che lo stabilimento di Piedimonte San Germano non ha più nulla da spartire con l’officina che assemblava le Fiat 126 ma è un luogo di eccellenza internazionale. Un tempio dell’Automotive di questo tempo.

La seconda cosa: forse noi per primi, in questo territorio, dovremmo cominciare a riflettere su chi siamo davvero, cosa produciamo, dove arrivano le nostre produzioni, qual è la portata della nostra capacità di lavoro. E dovremmo smettere, noi per primi, di parlare male del nostro lavoro e delle nostre fabbriche. Che siamo noi stessi.

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