Una graticola per Marino Fardelli e Peppino Petrarcone

Niente ristorante. “Altrimenti lo vengono a sapere i giornalisti e dicono che pensiamo sempre a mangiare”. Così, Marino Fardelli ha preferito per una più familiare grigliata, cucinata da lui stesso, con le sue proprie mani, nel cortile di una casa d’amici a non molti chilometri da Cassino. Lontani da occhi indiscreti.

Bermuda e maglietta Lacoste protetti da un grembiule, forchettone in mano: il Marino Regionale ha riunito sei fidatissimi amici.

Oggetto della serata: mettere sulla graticola e cucinare il sindaco Giuseppe Golini Petrarcone. Non la graticola che nel frattempo il Marino Regionale aveva fatto arroventare sulla brace, piazzandoci un paio di bistecchine di vitella, una dozzina di salsicce, capocollo e pancetta. Per il sindaco, la graticola è quella politica.

E come intende cucinarlo, Marino? E’ quello che ha spiegato ai fedelissimi che lo hanno accompagnato in ogni campagna elettorale: cinque perché hanno i voti ed uno perché porta fortuna. A loro ha detto che il suo obiettivo è quello di ricompattare il Pd, facendo da collante tra le varie anime, aggregando i pezzi di Udc rimasti, gli scontenti dell’operazione Cosilam, l’area Pd anti Morsillo e tutti quelli che “Peppino non l’abbozzano e non l’hanno abbozzato mai”.

Tra una bruschetta, una braciola ed un cabernet di Atina torchiato in casa, l’idea della coalizione anti Petrarcone cucita tutta a centro ed a sinistra, ha iniziato a prendere forma. “Si può fare” hanno detto i commensali, uno dei quali ha sottolineato “Dobbiamo vendicare l’affronto fatto ad Anna Teresa per il Cosilam, non si tratta in quel modo una persona con la storia che ha lei”.

La discussione ha preso una svolta imprevista prima di passare alla genziana di fine pasto: “E chi è l’uomo che dobbiamo candidare?” Come quelle bistecche che restano troppo sulla brace, Marino si è ritrovato di fronte ad una piega imprevista: “Sei tu il candidato, non si discute” hanno detto in coro i sei commensali. “Se non ti candidi tu, qui non se ne fa niente”. Ora, posato il forchettone ed aggiustati gli occhiali, Marino ha cercato di fare un passo indietro: alla Regione si trova fin troppo bene e non vorrebbe abbandonare, preferirebbe eleggere un sindaco di fiducia e poi usare la vittoria elettorale su Cassino per umiliare Francesco De Angelis sul suo terreno: prendendo più preferenze di Mauro Buschini alle regionali successive.

Per ora, la palla è in calcio d’angolo: gli amici sono pronti a mettere su la coalizione anti Petrarcone. Marino deve decidere se candidarsi. E deve decidere in fretta. Perché altrimenti la carne sulla graticola esce bruciata.

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