Una lettera per reclamare il diritto di non vaccinarsi

Senza ricevuta di Ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. Una lettera, per reclamare il diritto di non vaccnarsi

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Omicron è la variante di quelli che non ci credevano. Nelle terapie intensive degli ospedali, ogni 10 pazienti che vivono grazie ad un tubo infilato fino ai polmoni per pompare aria, 7 sono non vaccinati.

La nuova variante è micidiale: gli ultimi studi dicono che non basta il vaccino. Non ne bastano due. Solo con tre dosi si riesce a tenerla a bada.

Per rendersene conto, anche gente controllatissima come i calciatori del Frosinone, appena usciti dalla bolla costruita dalla società, si è ritrovata infettata: ben dieci i casi registrati dai controlli al rientro dal breve periodo di licenza per Natale. (Leggi qui Frosinone, riappare l’incubo-Covid: 10 positivi alla vigilia della ripresa).

Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica

C’è poco da scherzare. Lo abbiamo sempre detto: chi non vuole, chi non è convinto, fa benissimo a non vaccinarsi. Tutte le opinioni vanno rispettate e come tutte, anche questa.

C’è solo una cosa sulla quale riflettere. L’ha detta l’assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato: nel Lazio ci sono 300mila non vaccinati, basta appena il 10% di loro che si ammala per mandare in crisi tutto il sistema sanitario. Perché nessun sistema al mondo sarebbe in grado di reggere 30mila persone in cerca di un tubo da farsi mettere nei polmoni per non morire soffocate.

 È una scelta. La coerenza imporrebbe anche di firmare una carta, sulla quale scrivere: “Non mi voglio vaccinare, sono fatti miei, non mi rompete. E se mi servisse, il tubo della terapia intensiva datelo ad un altro che invece si era vaccinato”.

Senza Ricevuta di Ritorno.