Una stoccata contro lo sporco nell’anima

Senza ricevuta di ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. Un minuto in più con la spada in mano: perché vale di più perdere sulla pedana e vincere nella vita

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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C’è una sensazione di sporco con la quale tutti prima o poi abbiamo fatto i conti. Qualcuno prova a tirarlo via facendo una doccia: inutile, è sporco che sta poggiato sull’anima.

È quella sensazione che si prova quando si fa qualcosa che non si dovrebbe. E non c’è confessione che liberi, al limite allevia. Esiste un solo modo per togliere lo sporco: mettere rimedio.

Rimediare significa fare qualcosa di concreto che tiri via lo sporco: chiedere scusa, restituire, dipende dai casi… E poco conta se resta per sempre un alone. Per i giapponesi i piatti o i vasi rotti e riparati sono ancora più belli: al punto che li risanano aggiungendo lì dove rimane per sempre il segno, un sottilissimo filo d’oro. Per dire che la riparazione è più importante della rottura. Vale per i piatti, vale per le anime.

Mariaclotilde Adosini (Foto: Augusto Bizzi © Federscherma)

Mariaclotilde Adosini, classe 2005, lo sporco nemmeno ha voluto che si poggiasse. A Beauvais in Francia, nella Coppa del Mondo Under 20 di spada femminile, l’arbitro ha sbagliato e dopo un assalto le ha assegnato 2 punti anziché uno solo. Se ne sono accorti un’ora dopo che tutto era finito.

Il regolamento dice che quando la partita è chiusa non si riapre: vale quello che ha detto l’arbitro. Un po’ come nel pallone. Ma appena negli spogliatoi lo hanno detto a Mariaclotilde, lei ha accettato di fare una cosa alla quale non era obbligata: tirare di nuovo l’ultimo minuto del match, cancellando così l’errore dell’arbitro.

È tornata in pedana. Quel minuto le è stato fatale: l’avversaria ha avuto la meglio ed ha passato il turno al posto suo. 

In realtà Mariaclotilde ha vinto: perché non importa una medaglia, se ogni volta che la guardi senti quella sensazione di sporco nell’anima. Ha vinto perché ha difeso quel senso di pulizia che fa stare bene. Ha vinto due volte: perché ha insegnato agli altri che è poco importante perdere in pedana se in cambio si vince una partita nella vita.

A Beauvais glielo hanno detto chiamandola al centro del parterre  prima delle finali: accanto a lei un’icona dello sport francese, la campionessa Laura Flessel. Le hanno tributato un applauso per la sua correttezza. Vale più di qualunque medaglia. Come quel senso di pulito nell’anima.

Senza Ricevuta di Ritorno.

(Foto di copertina: DepositPhotos.com)

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