La sede del Consorzio Industriale Unico? Spetta a Frosinone

Riprende in Regione il dibattito sull'unificazione delle aree industriali nel Lazio. ma chi lo dice che la sede debba essere a Roma. Analizzando le cifre sull'industrializzazione dei territori esce una classifica interessante. Al primo posto c'è...

La sede: a Frosinone e non a Roma. A indicarlo sono le cifre. Quelle del maxi consorzio industriale che potrebbe nascere nelle prossime ore se la Regione Lazio approvasse il sub emendamento con cui si prevede la fusione degli attuali consorzi in un’unica entità.

I dubbi fino ad oggi sono stati legati al rischio che i territori venissero scippati della loro possibilità di pianificare lo sviluppo. E che tutto finisse concentrato a Roma, riducendo le province ad una periferia dell’impero. (leggi qui I Consorzi Industriali da fondere: Asi, Cosilam, il cetriolo e l’ortolano)

Chi lo dice che la sede debba essere per forza a Roma?

 

I dubbi del dottore

Il dubbio lo solleva il dottor Giancarlo Pizzutelli, presidente dell’Associazione Ex Allievi del Liceo Turriziani di Frosinone.

Carte alla mano ha elaborato due dati e li ha messi a paragone. Dove sono le industrie nel Lazio? Quanti abitanti ci sono in quelle zone? Qual è quindi il rapporto tra addetti all’industria e numero di abitanti? Chi può definirsi territorio industriale? E quanto si può definire più o meno ‘a vocazione industriale’ degli altri?

Messi in colonna, i numeri forniscono un quadro preciso.

 

 

Ciociaria, la più industriale

Appare del tutto evidente che nella provincia di Frosinone (dove ci sono due consorzi industriali, l’Asi di Frosinone ed il Cosilam di Cassino) 1 abitante su 16,4 è addetto all’industria manifatturiera (l’industria cioè in senso stretto).

Le altre province sono molto meno industrializzate. Peggio di tutte sta l’Area Metropolitana di Roma: risente della vocazione al Terziario della capitale: uffici, servizi alle imprese ed alle persone, logistica. Ma non industria. Si colloca allora a distanze siderali (1 addetto ogni 50 abitanti circa)

 

Non solo per i numeri

Spiega il dottor Giancarlo Pizzutelli: «Frosinone merita l’istituzione della Sede unificata anche in virtù del fatto che è la provincia che più ha pagato in termini ambientali questo tipo di sviluppo». In pratica, anni di sviluppo industriale, spesso selvaggio, hanno lasciato cicatrici profonde sul territorio.

La più profonda è l’inquinamento industriale. «Non a caso il territorio della provincia di Frosinone ricomprende l’unico Sito di Interesse Nazionale in tema di emergenza ambientale che è quello della Valle del Sacco».

 

Per il presidente degli ex Turriziani «La sede del Consorzio Industriale Unificato va stabilita a Frosinone sia in riconoscimento della sua “intensità industriale” che permea tuttora il suo tessuto sociale sia quale “ristoro” del danno ambientale che tuttora la attanaglia e mette piombo nelle ali della sua rinascita economica».

Il dibattito riprende oggi in regione. Per tutta la giornata di martedì l’unificazione dei Consorzi era legata ad un accordo tra i Gruppo che finora non c’è. ma che potrebbe arrivare. (leggi qui Come biglie impazzite nell’Aula della Regione in cerca di un’intesa)