Dalla Valle del Sacco a Doha: ecco come fare industria investendo in Qatar

Dal Lazio al Qatar: le opportunità di sviluppo per le imprese del territorio in un emirato nel quale qualità ed affidabilità vengono giudicati fondamentali. Elementi sui quali le imprese del Lazio hanno puntato

Antonio Renzi

Rerum cognoscere causas

Dune di sabbia e distese di sale alternate a modernissimi e avveniristici grattacieli. Si parcheggia la Ferrari per assistere alle corse di cammelli o alla falconeria. Questo è il Qatar, un piccolo stato del Golfo Persico, che in soli 40 anni ha cambiato volto e pelle passando dall’essere uno dei Paesi più poveri del Medio Oriente al più ricco del mondo.

La scintillante e ultramoderna capitale Doha è distante anni luce da Roma e ancor di più da Frosinone, ma le opportunità di business per le Piccole e Medie Imprese laziali in quella terra sono tantissime. L’interscambio commerciale tra Italia e Qatar nel 2018 ha toccato i 2,6 miliardi di euro, con un balzo del 23,2% rispetto all’anno precedente.

La parola d’ordine, quindi, è una sola: «Internazionalizzazione». Né è sicuro Gerardo Iamunno, l’uomo che governa la Gran Tour a Paliano ed ha acquisito la Albatros a Spilimbergo: presidente Gruppo Tecnico Mercati Globali e valorizzazione del Made in Italy di Unindustria.

L’ha pronunciata più volte nella sede di Unindustria a Roma durante i lavori di “Alla scoperta del Qatar” appuntamento nel quale illustrare, alle 50 aziende presenti, informazioni economiche indispensabili per cogliere le opportunità di business offerte dall’emirato.

A fornire le ‘dritte’ giuste è stato Pasquale Salzano Ambasciatore d’Italia in Qatar. A valorizzare quesi suggerimenti, sotto il profilo industriale ci ha pensato Roberto Santori, presidente della Sezione Consulenza, Attività Professionali e Formazione di Unindustria. Per proiettare un’azienda sui mercati esteri è indispensabile l’apporto dell’Ice Istituto per il Commercio con l’Estero, presente ai lavori con Giosafat Riganò direttore dell’Ufficio ICE in Qatar. Altri suggerimenti sono arrivati da Stefano Nicoletti, capo dell’Ufficio Internazionalizzazione delle imprese. Casi positivi sono stati illustrati da Nawaf El Enazi Secondo Segretario Ambasciata dello Stato del Qatar in Italia e da Alessandro Comini, Studio Legale Pavia e Ansaldo.

I numeri dell’export del Lazio sono superiori rispetto alla media nazionale. Quella che si ha di fronte è un’opportunità da non sottovalutare come evidenziato dal presidente Gerardo Iamunno durante il convegno. Ha spiegato che i dati Istat indicano come «dopo il balzo del 2017 – quando l’export del Lazio aveva segnato un +20,1% – lo scorso anno la Regione ha riportato una flessione di 4,3 punti percentuali (circa un miliardo in meno), in un quadro di rallentamento generale delle esportazioni nazionali dal 7,6% del 2017 al +3,1% del 2018. Se si osserva tuttavia l’andamento dell’export rispetto al 2016, depurando dunque gli effetti del 2017, il risultato del 2018 resta comunque elevato e superiore alla media nazionale (+15% contro 11%)». 

Un mercato in continuo sviluppo. Che cerca qualità ed affidabilità. Elementi sui quali le imprese del Lazio hanno puntato nel corso degli ultimi anni. Proprio la qualità e l’affidabilità sono ora la chiave giusta per “sbarcare” in un Paese, il Qatar, dall’economia in forte ascesa con il più elevato Pil pro capite al mondo. Una nazione che ospiterà nei prossimi anni grandi eventi tra cui i Mondiali di calcio del 2022. 

 «I principali settori che determinano i dati dell’export della nostra Regione sono principalmente il farmaceutico, mezzi di trasporto e settore chimico. Seguono l’abbigliamento, l’elettronica e alimentare – ha aggiunto Iamunno – A livello nazionale, i primi tre prodotti esportati in Qatar sono invece tubi in acciaio, mobili e orologi, mentre opportunità di business in crescita si avrebbero nel settore delle costruzioni, delle infrastrutture, nell’industria alberghiera, e nell’agro-alimentare. L’interscambio commerciale tra Italia e Qatar nel 2018 ha toccato i 2,6 miliardi di euro, con un balzo del 23,2% rispetto all’anno precedente».

«La ripresa commerciale tra i due Paesi sembrerebbe spinta dall’interesse crescente verso il design e i marchi italiani, garanzia di innovazione, qualità ed affidabilità e le aziende laziali – ha concluso Iamunno – hanno tutti i requisiti per sfruttare al meglio le opportunità di business reciproche tra i nostri Paesi».