Uomini sull’orlo di una crisi isterica (di R. Castellano Sindici)

Nubi rosso sangue sull'amministrazione comunale di Ceccano. Un salvagente per la maggioranza. Al rogo l'eretico. La notte dei lunghi coltelli. E la II crociata. Fedeli al motto ‘Castigat Ridendo Mores’ o se preferite ‘A chi tocca non s’ingrugna’

Romano Castellano Sindici

Conte del Sacco (ma non inquinato)

 

Ci sono due cose che non possono essere attaccate frontalmente: l’ignoranza e la ristrettezza mentale. Le si può soltanto scuotere con il semplice sviluppo delle qualità opposte. Non tollerano la discussione.

(Sir John Emerich Edward Dalberg-Acton).

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NUBI ROSSO SANGUE

Nubi rosso sangue si addensano minacciose sulla Contea.

Il povero delegato allo Sport Macciomei Angelo, rimasto sommerso dalla arcinota questione delle vicende emorragiche private di una Consigliera (Leggi qui Il bilancio del 2017 del Conte Belsorriso I), sarebbe sull’orlo di una crisi di nervi.

Neppure le parole dell’assessore allo Sbilancio Gizzi Stefano pare siano state bastevoli a consolarlo: «Maccio, però pure tu, lo sai che il ciclo è rosso. E i comunisti quando li attacchi so’ cattivi. Comunque stai sereno, tutta l’amministrazione di Caligiore Belsorriso Roberto è con te, anche le consigliere “fratelle” che anche nell’intimo sono azzurre».

Ma a Macciomei Angelo non è bastato. Si è sentito attaccato ingiustamente e strumentalizzato. Proprio lui che le donne le ha sempre rispettate (ricordiamo la storica frase detta durante il Consiglio della “puzza” in cui salutò le donne presenti tra il pubblico, mentre se ne andavano dopo aver polemizzato con la maggioranza durante la seduta, “mo’ se ne vanne. Tenna i a fa’ glie sughe”) .

 

UN SALVAGENTE PER LA MAGGIORANZA

Nervi tesissimi, dunque, tanto da avere un accesissimo scontro (riferiscono le solite lengue zozze) con il presidente del Consiglio Corsi Marco nella cui lista è stato eletto. Al centro dello scambio di opinioni non c’erano le mestruazioni dell’opposizione, bensì vecchie ruggini e promesse politiche mancate.

Sempre le malelingue parlano di un Macciomei con un piede mezzo fuori dall’amministrazione, tanto che Caligiore Belsorriso I Roberto, per pararsi la nobile poltrona di sindaco della Contea pare stia facendo costruire in Cina un bambolotto dalle sembianze di Aversa Tonino, il “salva-maggioranza”.

Neppure il fido capo staff Giacinto riesce a fargli comprendere che se esce Macciomei, il Tonino “salva-maggioranza è inutilizzabile. Sulla poltrona lasciata libera andrebbe a sedere lo scalpitante primo dei non eletti della lista Corsi, Giovannone Fabio che, nel frattempo, ha abbracciato il forzista Abbruzzese Commander Mario.

E Patto Civico, la terza gamba dell’amministrazione, sta a guardare con sorriso sornione, anzi no… il duo Sodani-Mizzoni tramite il proprio assessorato all’Istruzione risolve i problemi. A brevissimo dovrebbero partire i lavori per l’ascensore della scuola di via Maiura. Piccole cose, nulla a che vedere con le fantasmagoriche e fantomatiche rotatorie del vicesindaco, ovviamente.

 

AL ROGO L’ERETICO

Mentre il povero Macciomei vive il suo dramma, su Facebook scorazza, senza sosta, l’assessore Gizzi Stefano che, passando dal profano al sacro, non risparmia le sue note simpatie per papa Bergoglio: «Un mentitore assoluto che predica menzogne sulla bellezza e bontà dell’invasione di falsi profughi. Una disonestà intellettuale nelle parole di Bergoglio da far rabbrividire».

Già da far rabbrividire. Dipende solo dal punto di vista. Al punto che qualcuno, dubbioso, è andato a scartabellare il programma elettorale di Caligiore Roberto prima che diventasse Belsorriso I. Per verificare se prevedesse anche di introdurre nella Contea di Ceccano una sana revisione culturale con benefico tuffo nel medioevo del pensiero.

 

LA QUERELLE SCHIUMOGENA

Ma il Gizzi social Stefano non è solo. A lui si alternano, con i loro illuminati pareri, altri amministratori (chiaramente convinti che pure questo faccia parte del loro lavoro per i cittadini).

Soprassediamo sulla querelle schiumogena nata proprio su Facebook tra la segretaria del Pd cittadino Piroli Emanuela e l’assessore all’Ambiente Savoni Alessandro. Prima le aperture possibiliste espresse sul social dal delegato, circa un incontro con Buschini Mauro Assessore Regionale ai Cassonetti ed alle Discariche, per parlare del grave problema ambientale.

Poi il mezzo passo indietro dello stesso a mezzo stampa e la rottura con la Piroli, entrambi dettati, sembrerebbe, da Ruspandini Massimo che vede come fumo negli occhi entrambi i democrat.

E Savoni non avrebbe potuto che stare al diktat visto che ormai è dato, anche se non ancora ufficialmente, nella scuderia del vicesindaco.

 

MEGLIO DI BUDDHA

A dar manforte suI social alla compagine governativa, i bravi di Ruspandini Massimo che ogni giorno allietano gli utenti della rete con delle perle di saggezza tali da far sentire inadeguato anche uno come Buddha. Che però regala loro un consiglio: non sprecate la vostra grandiosa intelligenza per i “villani” (s. m. e agg. (f. -a) [lat. tardo villanus «abitante della villa». Nel medioevo, chi risiedeva nella villa, la terra aperta che si contrapponeva al borgo e al castello – Treccani) della Contea. Non vi comprendono. È come dare perle ai porci. Ops! Ho detto porci.

 

LA NOTTE DEI LUNGHI COLTELLI

Intanto a Palazzo Antonelli la resa dei conti potrebbe essere più vicina del previsto, giusto il tempo che il vicesindaco conquisti la parlamentare poltrona che gli è stata recentemente assicurata in quel di Montecitorio. Lui però è prudente: consapevole delle insidie tramite cui tenteranno di spoltronizzarlo. Fino alla notte prima delle candidature ufficiali.

Anche il contado potrebbe avere la sua “Nacht der langen Messer”. I coltelli sono affilati da tempo, manca solo l’ordine. Tutti, quindi, a cominciare da Caligiore Belsorriso I Roberto pregano che Ruspandini vicesindaco Massimo venga candidato e si sieda sulla poltrona senatoriale, poiché sanno bene che se perde anche questo treno alle prossime comunali non porterà nuovamente l’acqua al sindaco. Giocherà in proprio, magari con qualche lista civica (cosa? Ci sta già lavorando? Naaaaah, chiacchiere sicuro).

La cosa certa è una. In questi giorni pare abbia fatto più telefonate lui che gli addetti del call center della Telecom. Chiama tutti. Destra, sinistra, centro. Parla per ore. Ora urla, ora accarezza con la voce, ora minaccia, ora blandisce. A tutti racconta la grandiosità della sua opera amministrativa e la mediocrità del resto del mondo. Gli va riconosciuta la coerenza.

Le sue proverbiali arrampicate sugli specchi e il suo eloquio sono imperdibili. Nessuno nella Contea è disposto a rinunciarvi: «Se il giorno dopo non racconti in piazza le telefonate con cui Ruspandini ti ha intrattenuto, non sei nessuno», dice uno dei più tartassati come testimoniano le sue occhiaie.

 

IL DISCORSO DI FINE ANNO

Il discorso di fine anno del vicesindaco alias assessore ai Lavori Pubblici e ai Grandi Eventi è stato più seguito di quello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Lo riportiamo integrale:

«La tecnologia non ci ha resi più felici ne più liberi.
Avrà migliorato la qualità della vita pratica ma ha peggiorato la qualità della vita interiore.
Anche nella politica, i problemi, quelli veri, da un livello locale a quello internazionale, non si risolvono pontificando comodamente da un computer o da uno smartphone, postando su fb la foto o il pensiero del giorno misurandoci a colpi di “mi piace”.
Ogni minuto nel mondo, sui social vengono postate milioni, miliardi di informazioni dalle più private a quelle di interesse generale e tutti veniamo spiati e controllati.
A chi pensa tra gli “addetti ai lavori” che ci sia oggi maggiore democrazia, andrebbe spiegato che il post più partecipato su fb, non vale culturalmente e socialmente un ora di dibattito in una sezione di qualsiasi partito di qualunque comune».

 

Il discorso è stato “rilasciato” su Facebook. Insomma è come se uno andasse in un bordello, e mentre si intrattiene con una lavoratrice ivi presente, iniziasse a parlare male di quelli che lo frequentano.

 

LA II CROCIATA

Ma nel frattempo Caligiore Belsorriso I Roberto ha cose ben più serie alle quali pensare. Si prepara ad impugnare scudo e alabarda per dichiarare la II Guerra Santa ‘Fuori Acea dalle Nostre Contee‘. La prima Crociata di Belsorriso I si è risolta in una disfatta: sentenza Tar del 27 dicembre a favore del gestore idrico.

Non sarà un Tribunale Amministrativo a far arretrare il condottiero. Ha già riunito le truppe, ospitando in aula consiliare i sindaci “anti”. Lui è un combattente, le batoste lo rinvigoriscono.

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