Vaccini in farmacia: scontro Mastrangeli – Cristofari

Il presidente dell'Ordine dei Medici dice no ai vaccini anti influenza somministrati in Farmacia. Ma il presidente dell'Ordine dei Farmacisti dice si senza riserve. Chiesto il ritiro del provvedimento regionale. “A questo punto facciamo i vaccini nei supermercati”

I Medici sono contrari, i Farmacisti sono a favore. Fabrizio Cristofari è schierato sul fonte del No in maniera netta, Riccardo Mastrangeli invece è per il Si senza alcuna riserva. Alle spalle del primo ci sono le centinaia di medici chirurghi dell’Ordine di Frosinone, il secondo rappresenta le centinaia di medici farmacisti dell’Ordine sullo stesso territorio. Il provvedimento della Regione per consentire alle farmacie del Lazio di somministrare i vaccini anti influenza ai pazienti divide non solo la politica ma anche chi deve prescrivere, consegnare e iniettare il farmaco con cui fare barriera alla prossima influenza. Ed evitare che possa essere confusa con la nuova ondata di Covid-19. (Leggi qui Covid, è allarme bis: torna la mascherina per tutti).

I Medici dicono No

Cristofari
Fabrizio Cristofari

Non ha dubbi il presidente dell’ordine provinciale dei Medici Chirurghi di Frosinone, Fabrizio Cristofari. È contro contro  l’ordinanza firmata ieri dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che offre, alle farmacie, la possibilità di somministrare e inoculare  i vaccini antinfluenzali.

Da una verifica dell’Ordine Nazionale dei Medici è emerso che saranno massimo 400 le farmacie che nel Lazio potranno essere coinvolte, ammesso che ne abbiano i requisiti. Mentre saranno 80 le fiale distribuite ad ogni farmacia. In totale, dunque, si parla di circa 32.000 vaccini, destinati a chi non ha diritto alla somministrazione gratuita.

È una percentuale minima – spiega Fabrizio Cristofariche potrebbe tranquillamente continuare ad essere somministrata nei 6.000 studi dei Medici di Medicina Generale del Lazio, e nei 425 studi della provincia di Frosinone, in un  ambiente sicuro, attrezzato e protetto. Come avviene da vent’anni a questa parte”.

Per il presidente Cristofari è anche una questione di tempi. “Questi 32.000 pazienti dovranno comunque passare attraverso lo studio medico per ottenere la prescrizione, necessaria all’acquisto del vaccino in farmacia“. Ecco perché l’Ordine di Frosinone chiede il ritiro dell’ordinanza regionale.

E allora facciamoli nei supermercati

Il sottosegretario Sandra Zampa si vaccina contro l’influenza. Foto © Imagoeconomica / Saverio De Giglio

Tra l’altro – prosegue il presidente Cristofari – non credo che sia il momento, ora, di mettere in contrasto due Enti dello Stato quando, invece, si può tranquillamente ampliare l’offerta presso gli ambulatori medici in modo totalmente sicuro”.

C’è anche un problema di preparazione, per l’Ordine dei Medici. “È ben evidente che i farmacisti non hanno la formazione necessaria  per reagire nel caso ci fossero situazioni di  allergie o ci fossero soggetti fragili che necessitano di un’attenzione particolare che  solo il medico può  avere”.

La presa di posizione adopttata da Fabrizio Cristofari è talmente convinta che è pronto ad appellarsi al Ministro della Salute e al Comitato Tecnico Scientifico se la Regione non dovesse fare marcia indietro. E lancia una provocazione: “Se così non fosse, potremmo pensare di fare vaccini anche nei supermercati. Anzi, forse è più di prossimità un supermercato che una farmacia”.

I farmacisti dicono Si ai vaccini

Il presidente Riccardo Mastrangeli

È di opinione del tutto opposta il dottor Riccardo Mastrangeli, presidente dell’ordine provinciale dei Farmacisti di Frosinone. “Sono favorevole senza riserve perché in Europa quasi tutti gli Stati stanno andando in questa direzione. Solo l’Italia si ritroverebbe in una posizione ormai anacronistica: soprattutto in un momento di emergenza”.

La rete delle Farmacie italiane è stata quella che è stata in prima linea nella lotta alla prima ondata di Covid-19, quella micidiale, assassina. Sono decine i farmacisti che hanno rimesso la vita per continuare ad assistere i pazienti sfidando il coronavirus. “Non vedo perché durante il lockdown le farmacie siano state chiamate a svolgere la loro missione di primo presidio per la gente ed ora in questa fase altrettanto delicata anche se meno critica non dovremmo essere capaci di fare la nostra parte”. evidenzia il presidente Mastrangeli.

Il rischio è che i cittadini abbiano timore di dover fare la coda dal medico, sia per farsi prescrivere i vaccini e sia per farseli inoculare: gli ambulatori nella prima fase sono stati talvolta focolaio di infezione. Le Farmacie allora possono aiutare a smaltire e snellire.

Per Riccardo Mastrangeli è anche una questione di modernità. “Francia, Germania, Portogallo, Inghilterra, Austria, Usa e Canada stanno andando verso la figura del farmacista vaccinatore, sempre con un percorso di preparazione. In alcuni Paesi è in discussione una legge per far fare al farmacista anche il vaccino anti-Covid che verrà. E noi non possiamo rimanere indietro, non possiamo essere Europei a corrente alternata: favorevoli quando dobbiamo prenderci i fondi del Mes e contrari quando dobbiamo rimodernare questo settore”.

Su un punto il presidente Mastrangeli non transige: “La preparazione dei farmacisti italiani non è certo da meno di quella dei colleghi europei”.

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