Valente: “Troppe aziende a rischio chiusura”

Il monito del segretario provinciale Ugl Frosinone: "La questione politiche attive non è più rimandabile". E lancia la sfida del cambiamento sulla scia del modello tedesco: "I lavoratori partecipino in maniera attiva nelle scelte aziendali”

Alessio Brocco

In definitiva, le parole sono tutto quello che abbiamo

“Il comparto farmaceutico e quello agroalimentare hanno permesso di “tenere botta” in un periodo difficile come questo. Ma non si può dormire sonni tranquilli e farsi fuorviare dal dato in controtendenza. Penso al metalmeccanico che ha subìto le conseguenze di un mercato già sofferente”. Enzo Valente è alla guida della Ugl Frosinone da undici anni ed è Segretario nazionale Ugl del comparto Cartai, Cartotecnici e Grafici. È per questo che non si fa impressionare dai numeri. Li legge con prudenza. Gli fornisce una chiave di lettura. Quei numeri dicono che la provincia di Frosinone, ha registrato circa 6mila lavoratori in più nel raffronto 2019/2020 (dati Uil Lazio – Eures): va in controtendenza. Ma non è mai tutto oro quel che luccica.

Enzo Valente

Una prima analisi sul tema, vivisezionando i dati, l’aveva fornita il segretario generale Cgil Frosinone-Latina Giovanni Gioia. Era stato prudente. Facendo notare che buona parte di quel lavoro era precario ed andava a sostituire posti fissi e stabili. Per Enzo Valente c’è anche molto altro: alcuni settori hanno tenuto come è stato per Farmaceutico ed Agroalimentare. Altri invece hanno pagato un prezzo terribile ad un Covid che ha schiaffeggiato un’economia già alle prese con problemi antichi.

Massima concentrazione

«L’automotive, con Fca in prima linea e il suo indotto, ha fatto un grande ricorso alla cassa integrazione. Poi penso alle sofferenze del commercio, della ristorazione, del comparto alberghiero. Il blocco dei licenziamenti è stato prorogato. Fino al 30 giugno con il Decreto Sostegni per le imprese dei settori che hanno la possibilità di accedere alla Cassa integrazione ordinaria;  fino al 31 ottobre, invece, il divieto rimarrà solo per i settori destinatari dell’assegno ordinario e della cassa in deroga. Ma quando non ci sarà più? È anche per questo che bisogna mantenere alto il livello di guardia perché il pericolo è quello di un “bagno di sangue” con molte piccole e micro imprese a rischio chiusura».

Il percorso individuato da Enzo Valente porta dritto al rafforzamento delle politiche attive. Mai davvero esplose in provincia di Frosinone.

Foto: Imagoeconomica / Marco Cremonesi

«Abbiamo già avviato con la Regione e con le altre organizzazioni sindacali un ragionamento importante sotto questo aspetto. Inoltre è stato sottoscritto un protocollo d’intesa per ridare slancio alle politiche attive sul territorio. È fondamentale, in questa ottica, avviare percorsi specifici verso quei lavoratori che non riescono a trovare nuova occupazione. In che modo? Attraverso nuove competenze. Creare, così, figure professionali in linea con le richieste del mercato. Specializzare coloro che sono a casa e che vanno avanti soltanto con gli ammortizzatori sociali. Andare avanti in questo modo vuol dire politiche passive e non più tollerabile».

Cambiare i sindacati

Cambiare affinché qualcosa cambi davvero. A partire dal ruolo dei sindacati.

“Già da qualche anno – sottolinea Enzo Valente – il sindacato ha accelerato i processi di condivisione, unità e partecipazione per il raggiungimento degli obiettivi comuni. Sono convinto che la provincia di Frosinone abbia le carte in regola per farsi trovare pronta alle nuove sfide post-pandemia».

In che modo? «Prendendo spunto da quelli che sono gli esempi positivi. Mi riferisco, ad esempio, alle eccellenze che puntano forte sull’economia circolare. Penso, a tal proposito, all’esempio della Saxa Gres / Grestone di Roccasecca.

Il modello tedesco

I sampietrini della Grestone di Roccasecca

Stiamo parlando della partecipazione dei dipendenti alle decisioni e agli utili di impresa. Sulla scia del modello tedesco della Mitbestimmung. Ne ha parlato anche Enrico Letta, neo segretario del Partito Democratico.

A questo proposito, in un passaggio del suo articolo, Dario Di Vico, sul Corriere della Sera, scrive: “Un tema che ha sorpreso gli osservatori ma che fa parte integrante del bagaglio politico-culturale di Letta, tanto da ricorrere in tutti i suoi ultimi libri. Nel più recente (“Ho imparato”) parla esplicitamente di una variante italiana del modello tedesco della Mitbestimmung, la compartecipazione dei lavoratori alle scelte di impresa. «Ne ho discusso molte volte con il compianto Carlo Dell’Aringa e mi sono convinto che quel modello sia alla base della competitività tedesca». E ancora: «Come mostrano i lavori sulla contrattazione collettiva dell’economista Ocse Andrea Garnero, coinvolgere una rappresentanza dei lavoratori contribuisce ad aumentare la consapevolezza e rende fattibili scelte altrimenti impraticabili o molto faticose»“.

Enzo Valente chiosa. “È arrivato il momento che i lavoratori partecipino in maniera attiva nelle scelte aziendali”.

Cambia il lavoro, cambia il sindacato, cambiano le regole?