La variabile Pompeo sulle grandi manovre in corso

CORRADO TRENTO
Ciociaria Editoriale Oggi

 

 

Parlano tutti al plurale. A cominciare dal vicesegretario provinciale Sara Battisti. Nota: «Ricchezza nel dibattito e nella partecipazione. Nel confronto tra le diverse posizioni in campo: questo è il Pd. Un soggetto politico collettivo che nulla ha a che vedere con realtà virtuali o con la selezione di classe dirigente e amministrativa attraverso un click».

Il consigliere regionale Marino Fardelli rileva: «È stata una bellissima prova dalla quale ne è uscito vincente il Pd».

Ma, come spesso accade in politica, il punto di forza finisce con il coincidere con quello di debolezza. Perché la domanda è: se sono tutti renziani, chi è più renziano di altri? Quello della prima o dell’ ultima ora?

Intanto però il presidente della Provincia Antonio Pompeo, pur rimanendo lontano dai riflettori, si sta muovendo. Con un obiettivo preciso: la candidatura alle regionali.

Intanto ha lavorato molto sul tesseramento, quindi ha voluto lanciare un messaggio chiaro (bulgaro lo definisce qualcuno) a Ferentino. Il presidente della Provincia, però, si è mosso a tutto campo, da Vallecorsa a Supino, da Anagni a Veroli.

In occasione delle votazioni delle assemblee dei sindaci sulla questione dell’acqua si erano delineati i contorni di una sorta di partito dei sindaci al quale Pompeo stava e sta lavorando. In maniera perfino trasversale, superando cioè i confini delle componenti.

Sullo sfondo però, nella prospettiva delle candidature al Parlamento, si profila l’opzione di un accordo tra Francesco Scalia e Francesco De Angelis, come avvenuto in tutti i momenti cruciali del resto. Lo schema è il seguente: uno dei due capolista alla Camera, l’altro al Senato con il sostegno di tutti.

Ma c’è una variabile: la corsa a tre per le regionali. Tra Pompeo, Buschini e Fardelli.

 

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