Vendemmia, più vino nel Lazio: qualità altissima

Via alla vendemmia 2019. Produzione nazionale in calo. Ma nel Lazio si stima un +16%. E la qualità sarà altissima.

Incombe la vendemmia 2019 e i dati parlano chiaro: meno produzione ma qualità eccellente. Il Centro Studi di Confagricoltura disegna lo scenario vinicolo dei prossimi mesi e stima in un meno 6% la produzione totale.

Ci sono eccezioni e il Lazio è la prima: la produzione regionale si attesterà a più 16%, seguita da quella di Molise a più 10% e Calabria a più 9%. La qualità sarà invece altissima.

A fare conti grossolani, la fascia medio tirrenica darà più vino del trend nazionale e conserverà le promesse di eccellenza. Il dato che salta subito all’occhio è quello fitosanitario: le uve italiane stanno bene e la produzione stimata fra i 47 ed i 49 milioni di ettolitri con cui ci si avvia a battere i cugini di Francia.

Raccogliere grappoli e primato mondiale non hanno risentito del clima estremo e delle aggressioni esterne, soprattutto fungine. Al più potranno esserci dei ritardi e delle valutazioni finali legate alle ultime settimane di agosto e al crogiuolo finale del mese di settembre, ma il trend è buono.

La produzione

La produzione nazionale è stimata, in virtù di questa diversità di situazioni regionali, in una forbice fra il meno 6 e il meno 10%. Il segno negativo è comunque da leggersi in maniera relativa: è infatti un “meno” rispetto al 2018 che è stata annata eccezionale per le quantità, quindi nessun allarme.

Una situazione mosaico, quella italiana, che dunque segue due direttrici: la prima, legata al calendario tradizionale che vede la Sicilia aprire le danze e le altre regioni seguire, di solito secondo una direttrice climatica nord sud. La seconda che è figlia di specifiche situazioni meteo locali e dei tempi di maturazione ancora “acerbi”.

La vendemmia

A partire dal 20 agosto lo start lo darà la Sicilia, poi, a seguire le terre delle grandi cultivar, fra cui spiccano il Friuli Venezia Giulia con un meno 20%, l’Umbria con meno 13%, Campania e Veneto con meno 12% e Trentino Alto Adige con meno 11%.

I dati forniti dalle aziende vitivinicole interpellate da Confagricoltura sono chiari: meno prodotto rispetto ad un’annata che fu generosissima, vittoria a prescindere sui cugini transalpini dopo lo sfascio quantitativo del 2017 e qualità da stuzzicare frotte di sommelier.

Il segreto di questa equazione? L’accoppiata vincente fra una primavera fredda e piovosa e un’estate torrida, una manna per gli zuccheri negli acini, una “manna” meteo che proprio nel Lazio pare aver dato il meglio di sé.

Secondo Coldiretti, che pure monitora la vendemmia 2019, “la produzione sarà destinata per circa il 70% a vini Docg, Doc e Igt , con 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc), 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), e 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento per i vini da tavola“.

Tutto questo a fronte di 504 varietà iscritte al registro viti contro le 278 dei cugini francesi, a dimostrazione del ricco patrimonio di biodiversità su cui può contare l’Italia. Che vanta lungo tutta la penisola la possibilità di offrire vini locali di altissima qualità grazie ad una tradizione millenaria.

Le eccellenze

Chi eccelle per quantità? Veneto, con il 25% del totale nazionale, Puglia con il 18%, Emilia Romagna con il 17% e Sicilia con l’8%. E il Lazio? Secondo Felice Gasperini, “guru” del Frascati e presidente della prestigiosa Dop censito dal settimanale “Tre Bicchieri” del Gambero Rosso, l’aspettativa è quella di un’annata “sicuramente buona, dal momento che non ci sono state malattie fungine”.

Per il vino Frascati il 2018 era stato in controtendenza, con quantità scarse (75 mila quintali, 52 mila ettolitri e 7 milioni di bottiglie) e le previsioni di quest’anni hanno il sapore del riscatto: “Doc Frascati dovrebbe raccogliere 90 mila quintali di uve sui 900 ettari vitati, con quantitativi in deciso aumento. Tempi di maturazione in ritardo e tanta prudenza, consapevoli che “qualità e quantità sono determinate per l’80% dal mese di settembre”.

Le previsioni sullo stato vegetativo avanzato che caratterizzano i vitigni del centro sud sono di ottimo auspicio anche per le produzioni di eccellenza legate alle province di Frosinone e Latina, fra cui spiccano Cesanese e Cabernet.

Per Gennaro Reale, enologo di Vignaviva Agroenologia è «un po’ presto per dare bilanci definitivi. La seconda metà di agosto e tutto settembre è un perido determinante per la qualità finale delle uve, dei mosti, dei vini. Fino ad oggi, al netto di qualche grandinata, l’annata 2019 si presenta molto bene. Se ci accompagna anche nel prossimo mese e mezzo, potrebbe rivelarsi una delle migliori annate degli utlimi tempi. Magari potrebbe servire qualche bella pioggia che accompagni la maturazione».

In attesa di libare i calici si attende che settembre mantenga la sua promessa. A dita incrociate.