Vendetta Capitale, nessun dorma

Alle elezioni di Roma tutti si giocano tutto. Giorgia Meloni non ha alternative: trionfo o figuraccia. Virginia Raggi sola contro tutto il Movimento Cinque Stelle. Carlo Calenda può diventare indispensabile. Roberto Gualtieri sogna il paradiso e teme l’infermo.

Sì d’accordo: si vota a Milano, Napoli, Bologna, Torino. Ma sarà quella di Roma la tornata amministrativa più attesa e potenzialmente in grado di condizionare la politica nazionale. Al momento ci sono 11 candidati a sindaco: Virginia Raggi (M5s), Roberto Gualtieri (centrosinistra), Enrico Michetti (centrodestra), Carlo Calenda (Azione), Micaela Quintavalle (Partito comunista), Fabiola Cenciotti (Popolo della Famiglia), Margherita Corrado (Attiva Roma), Fabrizio Marrazzo (Partito Gay), Andrea Bernaudo (Liberisti Italiani), Monica Lozzi (Revoluzione Civica), Paolo Berdini, sostenuto da alcune liste della sinistra extraparlamentare, tra cui Rifondazione comunista.

Si arriverà quasi sicuramente al ballottaggio e i 4 in grado di giocarsela, stando a tutti i sondaggi, sono Enrico Michetti, Roberto Gualtieri, Virginia Raggi e Carlo Calenda. In gioco c’è tutto.

Tutto in gioco

Enrico Michetti (Foto: Livio Anticoli / Imagoeconomica)

Cominciamo dal centrodestra. Dopo l’euforia iniziale, cominciano ad affiorare i primi dubbi su Enrico Michetti. Una eventuale sconfitta verrebbe addebitata tutta a Giorgia Meloni e a Fratelli d’Italia. Così come una vittoria però. Evidente la posta in palio nel centrodestra.

Lega e Forza Italia stanno andando verso un’alleanza stabile, forse una fusione. Matteo Salvini mal sopporta la prevalenza della Meloni nei sondaggi, Silvio Berlusconi vuole fare il regista del Partito unico del centrodestra.

Ma è la Meloni quella più esposta: o trionfa o crolla. Non ci saranno mezze misure.

La solitudine di Virginia

La sindaca Virginia Raggi è sola. Giuseppe Conte non va oltre un sostegno di facciata e Beppe Grillo è in un momento di difficoltà enorme. Non si può certo dire che il Movimento Cinque Stelle sta sostenendo la sindaco.

Proprio per questo però se la Raggi dovesse arrivare al ballottaggio, allora cambierebbe ogni tipo di equilibrio nel Movimento. A dispetto di Roberta Lombardi e Luigi Di Maio, a dispetto di Giuseppe Conte e Rocco Casalino. Perfino, a questo punto, a dispetto di Beppe Grillo.

Carlo Calenda (Azione) il suo risultato lo ha già raggiunto: mai aveva avuto certi numeri nei sondaggi. Ora si tratta di confermarli nel voto reale. Se lo farà sarà un interlocutore indispensabile per il centrosinistra. Ma Calenda può giocarsi anche un’altra partita. Nel centrodestra ci sono tanti dubbi su Michetti. E Calenda può “infilarsi”.

Nicola l’arma in più di Roberto

Nicola Zingaretti e Roberto Gualtieri

Quindi Roberto Gualtieri: l’ex ministro è sostenuto da Claudio Mancini e Goffredo Bettini. Ha l’imprimatur di Bruno Astorre. Ma sarà Nicola Zingaretti l’arma in più. Il presidente della Regione Lazio poteva essere il candidato sindaco di Roma. Ma le strategie di Virginia Raggi hanno fatto saltare questa ipotesi.

Zingaretti vuole consumare la sua vendetta politica. Farà una campagna elettorale ventre a terra e con il coltello fra i denti. Non farà sconti a nessuno. Vuole far vincere Gualtieri con il suo sostegno decisivo. E vuole che tutto questo di veda e si sappia.

Se dovesse riuscirci si aprirebbe una fase nuova e completamente insondabile. Perfino nel Partito Democratico. A volte ritornano.