Venti di divorzio nel Pd

 

CORRADO TRENTO
Ciociaria Editoriale Oggi

 

 

Tanto tuonò che… pioverà. Non ancora però. D’altronde, con tutto quello che sta succedendo a livello nazionale, nel Partito Democratico è difficile per chiunque fare delle ipotesi. Ma intanto le fibrillazioni si moltiplicano in progressione geometrica. Martedì sera il segretario provinciale Simone Costanzo ha riunito la sua componente. Con lui Antonella Di Pucchio, Ettore Urbano, Aldo Antonetti e diversi altri.

Oltre che di tesseramento si è parlato a lungo della situazione locale del partito, con particolare riferimento all’asse con l’area di Francesco De Angelis e Mauro Buschini, della quale fa parte anche Sara Battisti. Anzi, proprio la Battisti è stata quella che ha favorito l’adesione di De Angelis alla componente del presidente nazionale Matteo Orfini.

È ormai chiaro che il feeling politico che ha portato Costanzo alla segreteria non c’è più. Il segretario provinciale fa riferimento all’area nazionale del ministro Dario Franceschini e del senatore Bruno Astorre.

Il nodo del contendere riguarda il ruolo politico della parte di De Angelis, che secondo i fedelissimi di Costanzo non lascia spazi. Si guarda pure alle prossime elezioni politiche e regionali. Le caselle appaiono intasate: tre parlamentari uscenti (i senatori Francesco Scalia e Maria Spilabotte e il deputato Nazzareno Pilozzi), due consiglieri regionali uscenti (l’assessore Mauro Buschini e il consigliere Marino Fardelli). Ai quali bisogna aggiungere Francesco De Angelis.

Appare evidente come sia complicato per l’area di Simone Costanzo anche provare ad entrare in questo tipo di meccanismi. Fra le altre cose la situazione nazionale non contribuisce ad alcun tipo di chiarimento: se da un lato le elezioni anticipate sembrano ormai essere sfumate, dall’altro si parla sempre più insistentemente della possibilità di un congresso. Con inevitabili riflessi pure sul piano provinciale.

Secondo autorevoli indiscrezioni Simone Costanzo potrebbe prendere in considerazione l’idea di riaprire un dialogo con l’area di Francesco Scalia e Nazzareno Pilozzi. E più di qualcuno sottolinea come lo stesso Costanzo ha ormai un canale privilegiato di confronto con il presidente della Provincia Antonio Pompeo.

La situazione è in evoluzione. Anche perché non è ancora chiaro con quale legge elettorale si andrà alle urne per Camera e Senato. Se dovessero restare gli attuali sistemi (Italicum nella versione corretta dalla Corte Costituzionale per Montecitorio e Consultellum per Palazzo Madama), allora gli spazi sarebbero davvero ridotti al minimo. Una candidatura eleggibile per ognuno dei due rami del Parlamento.

Di candidature si è iniziato a parlare anche all’interno di Forza Italia. In questo caso, però, lo schema è semplice: prima scelta a Mario Abbruzzese, che appare orientato per la Camera. Poi tutti gli altri. A cominciare dai consiglieri provinciali Gianluca Quadrini e Danilo Magliocchetti e dal dirigente nazionale Silvio Ferraguti. In quota rosa c’è Alessandra Mandarelli, ex assessore e consigliere regionale. Propedeutico però il suo passaggio ufficiale nelle file di Forza Italia. Un’operazione politica fortemente voluta dal sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani.

In ogni caso, però, le dinamiche nazionali saranno prevalenti. Intanto sul fronte delle alleanze: perché se è vero che potrebbe esserci un riavvicinamento tra Forza Italia ed Area Popolare, è altrettanto chiaro che il partito di Alfano non effettuerà alcuna mossa se Berlusconi dovesse continuare ad avere una prospettiva politica insieme alla Lega.

Nel Partito Democratico, poi, pronostico obbligato, da tripla. Senza dimenticare il Movimento Cinque Stelle.

Insomma, nel risiko nazionale i livelli locali non potranno far altro che adeguarsi.

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