Venti euro per una battaglia di principio

Senza Ricevuta di Ritorno. La ‘Raccomandata’ del direttore su un fatto del giorno. Una legge regionale per venti euro? No per una battaglia di principio. Anche se si tratta di assorbenti

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Venti euro sono poca cosa, non cambiano la vita: sono utili, a chi più e a chi meno. Però possono essere un gesto, un segnale. Con il quale far partire dal Lazio una riflessione: che in altre parti del continente hanno già fatto e qui no.

Venti euro sono l’Iva che mediamente pagano le signore in un anno per l’acquisto degli assorbenti. 

C’è un dibattito in corso. Di civiltà. Non si tratta di un genere di lusso. Ma di necessità: prova a farne a meno! E allora, se è un bene primario, l’Iva deve essere al 4% e non al 22%. Come per il pane, per il latte, per ciò che è indispensabile.

Un consigliere regionale del Lazio, Sara Battisti del Partito Democratico, l’altro giorno ha presentato una proposta di legge regionale. Le Regioni non possono mettere mano all’Iva: è competenza dello Stato. E allora il Lazio propone il rimborso di una somma che corrisponde grosso modo all’Iva. Non è per i 20 euro: ma per dire al Paese “Guarda che è una questione di civiltà. (Leggi qui)

Proprio per questo sono inaccettabili i commenti sessisti, maschilisti, qualunquisti messi in queste ore sotto al post sulla pagina Facebook con cui l’onorevole annuncia l’iniziativa.

Perché gli assorbenti non sono una questione politica, non sono né di destra né di sinistra. E perché 20 euro sono una cifra adeguata per una battaglia di principio.

Nei commenti, quello che è incomprensibile è che vengano per la maggior parte da uomini. Già non capiamo le cose di cui ci occupiamo: figuriamoci di assorbenti. Ma il problema è che molti non hanno la più pallida idea di cosa sia una battaglia fatta per un principio.

Senza Ricevuta di Ritorno.