Venti voti per il Bilancio: ora la giunta Ottaviani si prepara al rimpasto

Il Consiglio Comunale di Frosinone approva dopo 5 ore di discussione i dieci punti legati al Bilancio. Venti voti a favore. Sardellitti scala di un posto. Freddo tra Magliocchetti e Piacentini. Le posizioni tra Lega e Forza Italia. Ora il rimpasto.

Si potrebbe titolare ‘Molto Rumore per nulla‘. Almeno per quanto riguarda l’esito finale della votazione e pure per lo svolgimento dei lavori. Durante il Consiglio Comunale di Frosinone che ha esaminato il Bilancio non ci sono stati colpi di scena, situazioni pirotecniche, colpi di scena da cardiopalma. Però se è vero che dai dettagli alla fine si possono giudicare le dinamiche politiche, di dettagli nel corso della seduta consiliare ce ne sono stati tanti. (leggi qui Il Bilancio di Frosinone: è solo sullo sfondo)

I numeri

Cominciamo dai numeri. Il Bilancio è stato approvato con 20 voti favorevoli e 3 contrari. E con il resto dell’opposizione fuori dall’aula. I tre voti contrari sono quelli di Alessandra Sardellitti, consigliere comunale e adesso anche provinciale del Partito Democratico; di Stefano Pizzutelli leader di Frosinone in Comune; e di Daniele Riggi del Partito Socialista.

Alla maggioranza è mancato all’appello un solo voto, quello di Carlo Gagliardi esponente della Lega e possibile candidato del Carroccio per il dopo Ottaviani. Non c’era dall’inizio ed era assente giustificato.

La discussione è andata avanti per circa cinque ore. Al termine delle quali tutti i dieci punti dell’ordine del giorno sono stati approvati. Erano tutti collegati al documento contabile.

Soprattutto Stefano Pizzutelli e Daniele Riggi hanno sostenuto una dialettica forte ma sempre costruttiva con l’assessore Riccardo Mastrangeli e con il sindaco Nicola Ottaviani.

L’assessore spiega che «questo è il bilancio di previsione più difficile da sette anni ad oggi. Ci siamo dovuti muovere in una situazione particolarmente complessa» Gli viene chiesto del parere dato dai Revisori: hanno avanzato perplessità sul fatto che determinati obiettivi in entrata possano essere raggiunti. Mastrangeli assicura che «Il parere dei revisori è allineato con quello degli anni precedenti».

Stefano Pizzutelli non è convinto delle cifre. Ci vede tagli importanti. e per questo avanza una serie di proposte di correzione. Tutti i suoi emendamenti vengono respinti.

Percentuali confermate

Nel Bilancio ci sono le tariffe 2019. Invariata l’addizionale che si applica sulla dichiarazione dei redditi: al Comune dovrà essere versato uno 0,8% dell’imposta sul reddito.

Aliquote confermate per Imu e Tasi. Sulla prima casa c’è lo 0,6% anche se è di lusso, stessa percentuale su garage e pertinenze; 0,86% l’aliquota agevolata per le attività commerciali.

Passano un paio di emendamenti proposti dal capogruppo Pd Angelo Pizzutelli. Ottiene che l’agevolazione Imu per gli immobili commerciali venga estesa a tutto il centro storico, comprese via Vincenzo Ferrarelli, Viale Marconi, Via Brighindi. Lo vota anche la maggioranza. Pizzutelli presenta anche alcuni emendamenti accolti sotto il profilo tecnico dal dirigente ma bocciati politicamente dalla maggioranza. Prevedevano l’abbattimento Tari del 25% per le attività commerciali che disinstallano o non installano slot machine. Respinto.

Iafrate accompagnato fuori

L’unico fuori programma l’ha fornito Paolo Iafarte, leader storico della Multiservizi di Frosinone. È stato accompagnato fuori dall’aula dalla polizia municipale per avere manifestato troppo fuori dalle righe quando il sindaco Ottaviani, nell’illustrare il Bilancio, ha parlato dei risparmi.

Alcune delle voci di risparmio sono state ottenute sui costi dei lavori svolti dalla Multiservizi. Paolo Iafrate ha detto che sono risparmi fatti sulla pelle dei lavoratori e denunciato che non c’è stata la volontà di salvarli. Ma lo ha detto con una veemenza ed un trasporto che, a prescindere da torti o ragioni, hanno costretto i vigili urbani ad accompagnarlo fuori.

I dettagli

Alessandra Sardellitti è in aula in tenuta casual con camicia scozzese a quadri rossi e neri. In confronto alle posizioni occupate di solito, questa volta ha scalato di una posizione rispetto al capogruppo Pd Angelo Pizzutelli. Tra Pizzutelli e Sardellitti giovedì sera c’è stato un posto vuoto: elemento simbolico molto forte.

Un anno e mezzo fa i due consiglieri si presentarono agli elettori in ticket, ottenendo un risultato straordinario; la frattura politica tra loro non è di adesso, risale ormai ad almeno un anno fa.

Scalando di un posto ha mandato un messaggio chiaro: è stata lei la più votata tra i due consiglieri comunali Dem di Frosinone candidati al Consiglio provinciale. Lei che fa riferimento alle posizioni politiche del presidente della Provincia Antonio Pompeo ha marcato le distanze da Pizzutelli che invece fa riferimento all’area di Francesco De Angelis.

Saluti freddi e dialoghi lunghi

C’è stato un saluto freddo tra il presidente del Consiglio Comunale Adriano Piacentini ed il capogruppo di Forza Italia Danilo Magliocchetti in perfetta tenuta blu avio, con cravatta arancio tenue su una camicia a righe bianche e azzurre che richiamano l’abito. Piacentini, ufficialmente è ancora in Forza Italia e ieri aveva rinnovato le sue critiche a Magliocchetti, ritenendolo uno dei congiurati che non ha mosso un dito quando gli è stato tolto il coordinamento provinciale di Forza Italia. (leggi qui Veleni in Forza Italia: «I traditori dovevano cercarli il 31 ottobre, oggi è tardi»). I due si sono salutati ma nulla di più.

Lunghissimo e fitto colloquio tra Danilo Magliocchetti e Nicola Ottaviani, sindaco di Frosinone non più di Forza Italia ma ora ufficialmente nella Lega. Molto lungo e lontano da orecchie ed occhi indiscreti. Facile pensare che abbiano messo in chiaro un aspetto: per Forza Italia nulla cambia nella lealtà al sindaco ed all’amministrazione ma il passaggio alla Lega non può tradursi in operazioni ostili contro Forza Italia.

In altre parole, le prossime partite per le candidature andranno giocate insieme: quella per il futuro sindaco da candidare dopo Ottaviani, le candidature per Camera e Senato, le Regionali. Il pacchetto dovrà essere unico.

E ora il rimpasto

Ultimato il passaggio del Bilancio, il tassello che manca è il rimpasto di giunta che doveva essere fatto a febbraio ma finora è stato rinviato. Adesso non i sono più alibi.

Tra i pretendenti c’è Marco Ferrara di Fratelli d’Italia che rivendica un assessorato e non lo ottiene perché è su frequenze distanti da quelle del senatore Massimo Ruspandini. Ferrara resterà in FdI o seguirà il sindaco nel suo nuovo Movimento Italia?

Non dovrebbe correre rischi Pasquale Cirillo, senza gruppo di riferimento in aula ma indicati da Alfredo Pallone, che ha un peso politico indiscutibile.

E poi la questione Lega che rivendica il ruolo di assessore per Ennio Cedrone per consentire l’ingresso in aula al vulcanico coordinatore cittadino Mimmo Fagiolo. Ma non è chiaro se Ottaviani lo voglia tra i banchi.