Venturi, tanto rumore per nulla. Ma su Ranaldi…

Finisce in una bolla di sapone la questione delle dimissioni annunciate, firmate, mai protocollate, comunque respinte, dell'assessore Venturi. Il vero problema nell'amministrazione Salera ora rischiano di essere le Provinciali. Ed i numeri sul candidato Gino Ranaldi

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Sono passati dieci giorni esatti dal Consiglio comunale in cui Renato De Sanctis ha ufficialmente stracciato davanti a tutti l’accordo programmatico con il sindaco Enzo Salera. E messo fine così al dialogo con la maggioranza di Centrosinistra che governa la città. (Leggi qui Il nodo Venturi, la mina De Sanctis: i problemi di Salera sono nelle sue file).

Uno degli assessori di “peso” della giunta Salera è Emiliano Venturi. Detiene le deleghe all’Ambiente, all’Urbanistica e alla Manutenzione. Emiliano Venturi, seppur voluto in squadra da Enzo Salera (è un assessore in quota al sindaco) è stato candidato con la lista civica “No Acea” di Renato De Sanctis. In forte imbarazzo, trovandosi tra due fuochi, nei giorni scorsi ha subito messo nero su bianco le sue dimissioni. (Leggi qui Dimissioni sul tavolo, il sindaco tenta la mediazione).

Le ha consegnate al sindaco, ma non le ha mai protocollate. Il sindaco, dopo aver riunito la sua maggioranza, ha fatto sapere che in ogni caso le dimissioni saranno respinte. Anche per questo motivo, probabilmente, Venturi non le ha più protocollate. Sta di fatto che sono trascorsi dieci giorni e si è scatenato tanto rumore per nulla. Il sindaco e l’assessore dimissionario ancora non si sono incontrati. Lo faranno probabilmente nel weekend, forse. Il primo cittadino veste i panni del temporeggiatore ed è abilissimo nel far decantare la situazione il più a lungo possibile. (Leggi qui Salera respinge le dimissioni di Venturi).

Lo spartiacque delle Provinciali

Gino Ranaldi

In ogni caso, a margine dell’incontro, non sono attesi clamorosi sviluppi. Tutto lascia presagire che Venturi accetterà la decisione del sindaco e tornerà a far parte a pieno regime della squadra. Nessuno, in maggioranza, intende ora andare a modificare gli assetti. C’è una scadenza, quella del prossimo 18 dicembre, che è uno spartiacque importante per la maggioranza di Centrosinistra: permettere a Gino Ranaldi di centrare l’elezione come consigliere provinciale. Il sindaco teme i franchi tiratori, per questo motivo tenta di tenere compatta la squadra senza fare stravolgimenti.

Certamente le ipotesi fatte trapelare di una possibile mozione di sfiducia al presidente del Consiglio Barbara Di Rollo e di una rimozione della delega all’assessore alla Coesione Sociale Luigi Maccaro sono suonate come un ricatto e l’aria quindi è molto tesa. Perché Barbara Di Rollo potrebbe decidere di mandare un segnale politico votando un altro candidato, in dissenso dagli ordini di scuderia ma in linea con quelli della sua componente Dem, Pensare Democratico. Allo stesso tempo, Luigi Maccaro ed i suoi di Demos potrebbero decidere di sostenere un candidato diverso in virtù dell’accordo regionale sul quale il loro movimento sta ragionando; nei giorni scorsi si parlava di un’interlocuzione molto fitta con il vice presidente uscente della Provincia Luigi Vacana.

Il chiarimento di Demos su Ranaldi

Luigi Maccaro

Demos – secondo quel che trapela da ambienti del Palazzo municipale – avrebbe quindi chiesto una riunione di maggioranza prima delle provinciali. Non intendono passare per “traditori” i consiglieri della lista di Luigi Maccaro, ma semplicemente ci sarebbe l’intenzione di condividere un percorso. Perché, al netto di quelle che sono state le dichiarazioni sui giornali due anni e mezzo fa, non c’è traccia di nessun accordo scritto tra tutte e tre le forze di maggioranza per sostenere Gino Ranaldi alle provinciali: questo anche per ripagarlo del passo indietro fatto al momento della composizione della Giunta visto che il Pd si è dovuto far carico di garantire la parità di genere.

In questo scenario appare utopistico intavolare una discussione politica che faccia da viatico al congresso del Pd. Il Partito continua a restare in “congelatore” e probabilmente la situazione non si sbloccherà entro fine anno. Novità sono attese a questo punto nel 2022: a seconda dell’esito delle Provinciali, potrebbe a quel punto esserci un vero e proprio rimpasto di giunta.

Le cene del centrodestra

Giuseppe Golini Petrarcone e Benedetto Leone

Non ci sono invece problemi di congressi nel Centrodestra: in questo caso le decisioni continuano a prendersi a tavola. A cena, precisamente.

Nei giorni scorsi l’ex sindaco Carlo Mariia D’Alessandro ha riunito i suoi: si appresta, a breve, a rilanciare con forza l’associazione “Liberi e Forti”.

Di contro, Mario Abbruzzese mercoledì sera ha riunito i suoi fedelissimi della Lega e di altri Partiti della coalizione.

Il leader dell’opposizione consiliare di Centrodestra Benedetto Leone, che punta a riunire la coalizione per avere una squadra che lo supporti alle comunali del 2024 ci tiene però a far sapere che lui non è stato invitato a nessuna delle due cene. Come a dire: sto costruendo una terza via tra Mario e Carlo Maria. Magari con qualche innesto dal centrosinistra come Salvatore Fontana e l’ex sindaco peppino Petrarcone.

Solo fantapolitica? Non proprio…