La conta verolana che può incidere sugli equilibri Pd

Le elezioni comunali di Veroli serviranno anche per ridefinire una parte degli equilibri interni al Pd. La città è stata una roccaforte di Scalia e Pompeo. Fino ad ora. La corsa tutta a vantaggio di Cretaro.

Monia Lauroni

Scrivere per descrivere

Fumo e arrosto. Buccia e polpa. Parole e fatti. Si può continuare all’infinito ma quello che il Pd ha voluto celebrare stasera in una defilata location della periferia di Veroli, a Sant’Angelo in Villa, è stato proprio quello: il matrimonio fra le strategie pubbliche per il voto amministrativo – con il Partito che traina Simone Cretaro – e gli accordi interni che vedono Francesca Cerquozzi e Germano Caperna “cocchieri” ma con ruoli definiti.

Lei, con il Pd, porterà all’incasso Francesco De Angelis. Lui, stasera assente pare proprio perché “non inquadrato” nei ranghi, più defilato e non in lista con il Partito. Germano tirerà l’acqua al mulino multitasking di Antonio Pompeo che macinerà la stessa farina per l’unico pane possibile: Simone Cretaro sindaco e Nicola Zingaretti contento.

Tutti e due, sia pur da versanti differenti, andranno a fare valore aggiunto per la leadership di Zingaretti in modo che, come AlessioPorcu.it aveva preannunciato (leggi qui Il “derby europeo” tra De Angelis e Pompeo), passi e fruttifichi la strategia per cui alle Europee i due sosterranno candidati diversi ma con il comune intento di accendere la freccia della macchina del segretario nazionale e sorpassare i Cinquestelle in provincia, possibilmente a destra ché politica e codice della strada non sono mai andati d’accordo (anche a contare le multe prese dalle auto blu).

È la “manovra delle corna del toro” messa in atto dagli impi, i reggimenti zulu di re Cetewaio che, nel 1879, sbaragliarono a Isandlwana le fanterie inglesi di lord Chelmsford. All’alba e col sole radentissimo, le due ali, le “corna” degli zulu si allargarono a dismisura fino ad avviluppare le truppe britanniche per poi far avanzare il “petto” che con una manovra a doppio martello schiacciò ogni resistenza.

Zingaretti è il petto, Pompeo e De Angelis sono le ali, i Cinquestelle sono gli inglesi. E tutto questo a uno sputo dal giorno in cui a Veroli arriverà Salvini surfando l’onda delle sue recenti dichiarazioni su strani “apparentamenti” proprio fra il Pd e il Movimento.

Germano Caperna ed il nucleo dei fedelissimi di Cretaro che stanno con Pompeo sono raggruppati nella più neutreggiante civica “Veroli proxima“, lista collegata a Cretaro ma priva del gravoso ingombro di cambiali politiche dirette. Insomma, combatte ma si sceglie la divisa e fare l’ascaro oggi gli appare la cosa più saggia; d’altronde Pompeo da sempre mette d’accordo tutti più del limoncello a fine pasto.

Alla riunione di Sant’Angelo in Villa, gli immancabili Mauro Buschini e Sara Battisti sono stati qualcosa in più che cerimonieri di rango: le strategie dovevano essere suggellate, cesellate, arrotondate e, dopo il conciliabolo interno sulla mancata visita della ministra Giulia Buongiorno all’amministrazione, a metà fra protocollo violato e fretta accampata dall’avvocata, si è passati alle cose serie (fra quelle ufficiali).

Prima fra tutte, il voto amministrativo a Veroli. E Buschini e Battisti hanno parlato della Cerquozzi, solo di Cerquozzi; le vie per riempire di voti le bisacce di Zingaretti saranno pure due (o più) ma la strada maestra per testare il Pd con la cartina tornasole di Simone Cretaro è quella del Partito che parte dalla bionda candidata consigliera, passa per Pensare Democratico (la componente Dem maggioritaria di De Angelis e Buschini) e arriva a Zingaretti.

Dalle lotte per la parità all’intercettazione dei bandi europei, dalla differenziata a quota 70% ed al compostaggio, dal lavoro all’aggregazione giovanile passando per i diritti dei più deboli e per la consulta per le pari opportunità, Francesca Cerquozzi non ha lesinato né intenti, tanto meno charme e tigna per metterli in atto. La giovane valkiria del Pd “in comodato d’uso cretariano” ha dalla sua l’immagine della “pendolare con porta pranzo“, di una che, per bocca dei due anfitrioni del Partito ed obiettivamente per una empirica percezione del suo modo di fare che è operoso e charmant al contempo, vive e guizza beata nel fuoco della passione politica come una salamandra in una solfatara.

Cretaro applaude. Da lontano, De Angelis gongola e Pompeo sorride. Sorride perché lui pensa che a fine di ogni pasto, di ogni pasto, il limoncello non può mai mancare.

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