Votate il candidato morto per mandarne in Consiglio la memoria

Foto: © Giornalisti Indipendenti

Come accadde per Enrico Berlinguer: a Veroli i candidati di Civiltà dei Monti Ernici chiedono di votare l'avvocato De Simone nonostante sia morto in questi giorni. "Per tenere vivo il ricordo ed onorare il suo impegno a sinistra"

Monia Lauroni

Scrivere per descrivere

Un morto che pesa una tonnellata, la riconoscenza e la necessità di non pregiudicare un voto che deve gioco forza ramazzare fra etica e necessità strategica. La necessità che governava gli antichi Greci, la Tyke. La morte di Paolo De Simone, avvocato verolano e comunista ortodosso venuto a mancare nell’imminenza delle elezioni amministative, è anche questo: storia classica e cronaca del presente assieme. (leggi qui La sfida nel centrodestra e la tregua imposta dal lutto a sinistra)

I suoi compagni di cordata della lista Civiltà dei Monti Ernici, collegata alla candidatura a sindaco del primo cittadino uscente Simone Cretaro, hanno chiesto ufficialmente all’elettorato di votare comunque per Paolo. Di votare la sua memoria e il totem gigante che essa rappresenta nelle coscienze della sinistra ernica.

Nessuno saprà mai se a Paolo sarebbe piaciuto, lui che del manicheismo aveva fatto barra di timone, ma dove legge consente, etica sussurra e necessità urla c’è poco da fare. Si fa e basta.

Il comunicato pizzica le corde giuste, lo fa perché giusta è la canzone: “Il grave lutto che ha colpito in questi giorni la comunità di Veroli privandola dell’avvocato Paolo De Simone, persona di grande valore impegnata sul piano politico e civile è particolarmente sentito dai componenti della sua lista ‘Civiltà dei Monti Ernici‘ per le elezioni del Sindaco e del Consiglio comunale”.

” I candidati della lista Nobili, Zeppieri, Bonaviri, Arci, Carinci, Fiorini, Fontana, Magliocchetti – attualmente designato coordinatore – Mariani, Prazzi, Rotondo, Scaccia e Tonnina, si impegnano a portare nel consiglio comunale l’esperienza e la dedizione che il loro capolista, Paolo, ha sempre mostrato verso la comunità di Veroli e dell’intera provincia”.

“I cittadini che volessero dimostrare la loro riconoscenza verso di lui potranno farlo votandolo essendo prevista la validità del voto anche in caso che il candidato sia deceduto nel corso della campagna elettorale, certi che le memorie siano il fondamento per la costruzione di un futuro migliore“.

Non è la prima volta che succede, c’è il precedente illustre di Enrico Berlinguer nelle elezioni del 1984 quelle del famoso Sorpasso sulla Democrazia Cristiana mai avvenuto prima. Ma è comunque un caso: far votare per riconoscenza e votare per legittimo calcolo il limite pare effimero e lo sponsale in questo caso pare giusto.

I consensi che De Simone andrebbe a raccogliere risentirebbero, ipocrita negarlo, del traino emotivo legato alla scomparsa di una icona della sinistra. E quel traino sarebbe ecumenicamente distribuito all’interno dell’intero blocco che concorre per Piazza Mazzoli. Come quando Patroclo indossò le armi di Achille per guidare i Mirmidoni, invasato alla follia, ad una vittoria netta quanto effimera nel contingente di quel giorno buio sotto all’ombra delle Porte Scee di Ilio assediata.

La sola vista di quell’elmo nero di ferro schietto, crestato lungo con immensi paraguance istoriati e di quello scudo immenso per la cui fattura Teti intercesse con il geniale Efesto furono sufficienti a gettare lo scompiglio nelle fanterie dardaniche che furono di Anchise. E a guadagnarci più di tutti fu Agamennone, il re che guidava la colazione micenea.

Ma Patroclo imbracciò le armi del Pelide perché il Pelide rifiutava la battaglia. Paolo no, Paolo è morto. Lui una battaglia non l’avrebbe mai rifiutata, e forse che i suoi compagni imbraccino il suo scudo è giusto così.